Psyché

di Nahash
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Note: La noia e l'ispirazione folgorano, io e Ita rb abbiamo pensato in sincronia di scrivere una raccolta su Saiyuki XD Solo che non ce lo siamo comunicato lo abbia scoperto dopo. LOL. XD
Queste raccolte non hanno un vero e proprio genere, possono essere introspettive come descrivere dei piccoli momenti degli sprazzi vitali, insomma a seconda di come mi gira il cervello, e chi mi conosce sa che ogni tanto può fare brutti scherzi XD



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Solo perché esisto sono qui, tra la neve che cade.
(1763-1828)
 


Ho sempre pensato che, almeno per un misero istante, il sole sarebbe arrivato. Non ho mai smesso di chiamarlo, anche se non lo conoscevo, non ho mai smesso di chiamare il sole.
Sapevo che un giorno sarebbe brillato, sapevo che un giorno avrebbe illuminato tutto, squarciando la tenebra, la mia tenebra.
Non ho mai desiderato nulla, persino il desiderio di libertà era una mera fantasia. Il sole, quello era un desiderio che ardeva in me, un desiderio talmente forte da farmi sentire freddo scaldandomi allo stesso tempo.
Non so cosa fosse quella sensazione che provavo al centro del petto, non conoscevo la solitudine, perché non sapevo cosa fosse la compagnia, fino a che non ho incontrato lui.
Quando lo vidi sapevo che il sole era arrivato, quando lo vidi i miei occhi si ferirono per così tanta lucentezza. Nella mia prigione l'ombra della sua figura era entrata, intrusa e prepotente, l'unica chiazza scura nella meravigliosa luce che solo lui sapeva emanare.
Non lo conoscevo, non sapevo chi fosse, non conoscevo il suo nome, sapevo solo di averlo chiamato, ininterrottamente, con un grido sordo così forte da farlo correre fino a qui.
Non sapevo chi fosse, non sapevo niente, mi avrebbe potuto tenere per sempre all'oscuro riguardo il suo nome, ma io sapevo di poterlo chiamare, e ad ogni mattino sarebbe arrivato.
Lo avrei potuto chiamare semplicemente Sole e lui, anche, inconsciamente, si sarebbe identificato.





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