Oddio…ho riaperto un file word!! (triste come oggigiorno non
si dica più “ho ripreso in mano la
penna” per dire di essere tornati a scrivere) e il merito (la
colpa?) è tutta di Loki! La performance di Tom Hiddleston
nei panni di Loki mi ha portato ad informarmi su questo personaggio e
l’ho trovato davvero interessante, così
com’è interessante il suo rapporto di amore-odio
con il fratello Thor. Poi ho visto questo prompt tra gli orfani e
potevo io non scrivere qualcosa su questi due? ovviamente no quindi
eccovi una Thorki (si chiamano così, no?) sempre molto
leggera come nel mio stile.
Ho trovato molto bello dover tenere un registro leggermente
più forbito nei dialoghi visto che le due
divinità parlano solitamente in modo ricercato. Spero di
averli tenuti IC….Ai posteri l’ardua sentenza.
Enjoy
Titolo: Al di là del vetro
Prompt prompt orfano : "Sometimes being a brother is
even better than being a superhero" (Marc Brown)
Wordcount: 1460
Rating: verde
Note: SPOILER leggeri The Avengers Movie. Missing
moment inventato di sana pianta.ambientato dopo che Loki è
stato imprigionato e prima della visita di Natasha.
Disclaimer: Thor, Loki e company sono
proprietà MARVEL
“Hai fatto presto!”
La voce di Loki era tranquilla, con velate sfumature di
ilarità che Thor fece finta di non cogliere.
“Volevi essere il primo a rimirare la preda dietro le
sbarre?” chiese allargando le braccia con fare teatrale.
“Non scorgo sbarre che possano fermarti fratello”
“NON SONO TUO FRATELLO!!!” tuonò il Dio
degli inganni facendo per un attimo cadere la sua maschera di
imperturbabilità.
Thor non si mosse, continuò a reggere il suo sguardo torvo e
malevolo. Non indietreggiò nemmeno quando Loki
avanzò con passò aggraziato e veloce, colpendo
con un pugno li dove, al di là del vetro, il principe di Asgard
rimaneva imperterrito.
“Non v’è nulla che ci lega! Esiste solo
ciò che ci divide” continuò, il pugno
ancora appoggiato alla superficie trasparente.
Thor alzò una mano appoggiandola nel punto in cui il pugno
di Loki si era fermato. “Ciò che ci divide
può essere abbattuto e può farci incontrare
nuovamente se lo volessimo…se tu lo volessi”
“Tsk! Sei molto più stolto di quanto credessi se
pensi davvero una cosa simile.” Rispose il principe perduto
ritrovando la calma e allontanandosi dal vetro dando le spalle al
fratello.
“Vuoi davvero farmi credere che non riusciresti a distruggere
questa gabbia?”
Loki si voltò appena guardando il semidio al di là del
vetro. Un sorriso ironico si dipinse sul suo volto.
“Allora forse non sei poi così stolto come dai a
vedere, dio del tuono” concluse con una mezza risata.
Thor sospirò abbassando il braccio portandolo nuovamente a
riposare lungo il corpo.
“Ti conosco frat…Loki – si corresse
– mi sono note fin troppo bene le tue capacità e
la tua magia. Quanto poco ti basterebbe per trasformare queste lastre
di trasparente vetro in ancor più trasparente ghiaccio e
scioglierlo come neve al fulgido sole di Asgard.”
Loki rimase fermo, voltato quel poco che bastava a permettergli di
continuare a guardare l’altro, il sorriso ancora fisso sulle
labbra.
“Ciò che mi domando è per quale motivo
invece solleciti nel rimanere rinchiuso qui, tu, che più di
qualsiasi altri hai detto di desiderare la
libertà.”
Loki sogghignò voltandosi completamente questa volta e
iniziando a camminare piano in cerchio all’interno della
gabbia.
“Definisci la parola libertà.. Essa forse indica
la concessione di potersi muovere ovunque si voglia oppure sarebbe
più accurato definire libertà il fatto stesso di
poter vivere come la natura ci ha creati?”
“Non è forse entrambe le cose?” chiese
Thor senza staccare gli occhi dalla figura del fratello. Loki si
fermò guardandolo, alzò il braccio e lo puntò con
l’indice.
“Precisamente” affermò. “E
quanto sono mai stato libero io?”
“Tutta Asgard era raggiungibile ai tuoi piedi. Non vi erano
luoghi preclusi al tuo passaggio…” lo interruppe
Thor allargando le braccia di fronte a lui.
“…ma non ero libero di essere chi realmente sono.
Per gli Dei non ero nemmeno liberò di conoscere chi ero in
realtà. Mi chiamate Dio degli inganni, ma tuo padre non
è forse ben più meritevole di tale fregio. Lui
che ha tenuto nascosto a te, figlio prediletto, al popolo e perfino al
diretto interessato la mia vera natura, illudendomi di essere al pari
del grande figlio di Odino. Mentre altro non ero che un mostro, una
reliquia di una battaglia, un mero strumento nella mani manipolatrici
di un Dio.”
“Non è vero! Se l’ha tenuto nascosto
è stato per proteggerti. Nostro padre
non…”
“TUO padre!!” tuonò il principe perduto.
“TUO padre voleva nascondere questo! Il mostro che da piccoli
ci ha insegnato a temere” urlò mentre i suoi occhi
si colmavano di rosso, la sua pelle si tingeva di un blu oscuro e
disegni arcaici si disegnavano sul suo corpo.
Alzò una mano bluastra che svanì in una leggera
nebbia verde. Thor si accorse che questa si ricompose alle sue spalle e
con grazia aprì lo sportello che copriva il tasto di
sbloccaggio della gabbia. Un dito bastò a Loki per cliccare
quell’interruttore e le porte trasparenti della sua prigione
si aprirono con un suono sordo. Thor richiamò velocemente
Mjölnir nella mano destra mentre Loki gli rimase davanti senza
più il vetro a dividerli, mentre la sua mano si ricomponeva
dove poco prima era sparita, ancora blu, ancora mano di Jotuneihm.
“Forza – lo spronò il gigante di
ghiaccio – usa il tuo martello e così come gli
eroi delle nostre avventure di bambini, sconfiggi il mostro di Jotuneihm.
Ti darò le spalle se questo può renderti ancor
più libero di agire Oh grande e potente figlio di
Odino.”
E così come aveva detto, Loki si volse, lasciando scoperta
la schiena, le braccia semi aperte lungo i fianchi e la testa
leggermente levata verso il soffitto.
Thor si guardò attorno e strinse la presa sul martello.
Passò un lungo istante prima che le sue gambe si muovessero
e con lunghe e veloci falcate raggiunse la figura del fratello. Mjölnir cadde a terra, Loki ne udì il tonfo, ma non
riuscì a girarsi in tempo per vederlo abbandonato sul pavimento che si
sentì avvolto da due forti e calde braccia. Era una
sensazione che quasi aveva dimenticato e gli ci volle qualche secondo
per realizzare che era ancora nelle sue fattezze di Jotun e la sua
pelle era caustica per il corpo solare di Asgardiano quale era Thor.
“Lasciami, folle! – lo ammonì con
più timore nella voce di quanto avrebbe voluto –
sai bene che il toccare un mio pari è pericoloso per voi di
Asgard. Lasciami se non vuoi ustionarti e passare le prossime vite
nelle stanze di guarigione.”
“Non ti lascerò - rispose Thor stringendo ancor
più l’abbraccio noncurante del dolore e del fumo
che emanava la sua pelle li dove era in contatto con quella di Loki
– non mi importa quale forma tu assuma. Ai miei occhi sarai
sempre un Asgardiano e mio fratello e in quanto tale degno di abbracci
e non di vili attacchi alle spalle.”
“Sei solo un folle – ripeté Loki
cercando di svincolarsi dalla presa ferrea del fratello. –
Lasciami ti dico! Non ho remore a dissolverti in questo modo ”
“No, ripeto. Non avrò rimpianti se dovessi svanire
eclissato dal tuo vero essere”
Loki strinse i pugni, sentendo il corpo di Thor farsi più
freddo, ben sapendo che presto le vesti che indossavano non avrebbero
più offerto protezione al corpo del guerriero che tanto
diceva di odiare. Strinse i pugni con ancora più forza,
sentì le unghie che gli laceravano la pelle dei palmi, chiuse
gli occhi, irrigidendosi tra quelle braccia di fuoco che andavano
raffreddandosi.
Con un sospiro cedette.
La pelle abbandonò il blu gelido e tornò ad
essere quella pallida e liscia che Thor ricordava nei giorni
dell’adolescenza. Gli occhi che si voltarono a guardarlo
erano nuovamente verdi come smeraldi appena levigati.
“Lasciami” sibilò nuovamente il pallido
principe e Thor questa volta acconsentì alla richiesta,
liberandolo dalla morsa, facendo un piccolo passo indietro.
Loki lo fissò per un breve istante e con un gesto di stizza
e disgusto gli pose una mano davanti avvolgendolo in una foschia verde
e azzurra. Il dio del tuono notò come quella strana luce lo
stesse guarendo delle ustioni ghiacciate che velocemente sparirono
completamente da ogni parte del corpo.
Avrebbe voluto chiedere perché, ma il suo sguardo parve
essere domanda molto più chiara di qualsiasi parola.
“Non ti illudere – spiegò Loki
riassorbendo la luce guaritrice – semplicemente non voglio
che la tua fine avvenga in un modo tanto stupido. Quando
verrà la tua fine sarà ai miei piedi, in
ginocchio a chiedermi pietà o ancor meglio con occhi pieni
di odio per ciò che distruggerò e di cui di
deruberò … solo allora ti permetterò
di morire.”
“Dunque vuoi che io ti odi per poter trovare la forza di
uccidermi?”
Loki lo fissò con astio, colto sul vivo da una frase che non
si sarebbe aspettato. Gonfiò il petto e quasi senza
rendersene contò scatenò una forte onda
d’urto che scaraventò Thor fuori dalla gabbia.
Nuovamente dissolse la sua mano e la ricompose nelle vicinanze del
tasto di chiusura della sua prigione. Lo premette e il vetro
tornò a richiudersi, dividendo nuovamente i due
non-fratelli.
Il dio del tuono si alzò da terra continuando a guardare la
schiena dell’amato nemico.
“Tu non sei malvagio Loki. Sei soltanto caduto
nell’ombra ma riuscirò ad essere sole abbastanza
lucente da riuscire a illuminarti la via. Fino ad allora non
sprofondare troppo nel buio e aspettami fratello.”
“Non sono tuo fratello, ormai sono stufo di
puntualizzarlo” commentò con voce asciutta Loki,
senza voltarsi.
Thor sorrise e dopo un’ultima carezza al vetro si
allontanò uscendo dalla stanza. Loki era rimasto al centro
della prigione di vetro, i pugni stretti nelle mani, con tanta forza da
imbiancarne le nocche mentre sul gelido volto una lacrima solitaria
scendeva, calda e traditrice, portandosi dietro un millesimo del verde
scintillio dello smeraldo dei suoi occhi.
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