LARXEN
VS DEMYX
“Ciao,
ragazzina!” disse
Demyx a Larxen, quando quella sera la vide appoggiata alla balconata
del
Confine Con La Devastazione. La
ragazza se ne stava lì, sulle sue, col suo solito libro in
mano, Marquis De
Sade. Quando vide arrivare il Nono, sbuffò esageratamente,
sperando che se ne
andasse. Invece Demyx, che nutriva un certo interesse per la Dodicesima,
le si
affiancò, appoggiandosi alla ringhiera.
“Come
va? Stamattina ti ho visto in
allenamento…Uao, sei stata grande! Bum, bam, e hai steso
tutti i Nessuno! Si,
devo dire che sei proprio forte…”.
Non sentendo arrivare risposta, si girò
verso di lei. Larxen leggeva il suo libro, con fare indifferente, come
se lui
non fosse stato lì. Demyx, col suo animo sensibile, si
sentì profondamente offeso
dall’indifferenza della ragazza.
Ancor prima di chiedersi perché, la prese per
le spalle e le diede un piccolo bacio.
Appena
si staccarono, Larxen guardò
Demyx indignata, sfoderò i suoi coltellini, e ne
lanciò uno contro di lui. Dal
canto suo Notturno Melodico non si lasciò cogliere di
sorpresa. Evocò la Sitarra e, con qualche
accordo roccheggiante chiamò cinque sue copie
d’acqua. Il coltellino di lei ne
distrusse una.
“Scusa,
Larxen!! Non volevo, non so cosa mi è preso…ti
prego,
non voglio combattere con una donna!”
“Passi
che mi hai chiamato ragazzina, ma
io non mi faccio baciare solo perché uno stupido bamboccio
non riesce a
controllarsi…e poi, diamine, NOI NON DOVREMMO PROVARE
ASSOLUTAMENTE NULLA!!”.
Larxen
era veramente infuriata, lo dimostrava il fatto che intorno a lei si
era
creato un campo energetico attraversato da fulmini. Cominciò
a tirare dei
coltellini elettrici contro Demyx, che non molto agilmente
riuscì ad evitarli.
Si vedeva chiaramente che il giovane non avrebbe voluto combattere con
Larxen,
ma la ragazza lo travolse con la sua furia in una battaglia al limite
dell’incoscienza. Infatti, si rendeva conto Demyx, la Dodicesima
combatteva
in modo scorretto e scomposto, guidata solo dal desiderio di fargliela
pagare.
Demyx avrebbe potuto colpirla quando voleva, ma non voleva farle male.
No, non
le avrebbe torto un capello.
Aveva
già in mente una strategia. Le avrebbe
mandato contro molte copie d’acqua, che lei era sicuramente
in grado di
sconfiggere. Poi, quando lei si fosse stancata, lui se ne sarebbe
andato
tranquillamente per la sua strada, facendo finta di niente. Purtroppo
per il
Nono, però, Larxen non si sarebbe stancata troppo presto.
Infatti, dopo
quaranta minuti che Demyx creava copie e la donna le distruggeva,
quest’ultima
non dava il minimo segno di cedimento, anzi, sembrava più
fresca di prima.
Così,
ad un certo punto, Notturno Melodico lasciò perdere.
Lasciò cadere la Sitarra, che scomparve
in
mille bolle. Larxen non si fermò,e quasi senza vederlo, gli
tirò una coltellata
che lo scaraventò oltre la ringhiera. Quando se ne accorse,
la ragazza urlò
“NOOO!!! DEMYX!!” e si buttò oltre il
parapetto, giù verso la Città
Oscura. Sapeva benissimo
che da una caduta come quella Demyx non si sarebbe salvato....
Lo
raggiunse in
volo. Era ancora privo di sensi. Lo afferrò alla vita, lo
strinse a sé e con la
mano libera puntata verso l’alto gridò
“CORDA ELETTRICA!!!”. Dal coltellino che
stringeva in mano uscì un fascio di fulmini che
andò ad attorcigliarsi intorno
alla ringhiera della balconata. Quando la Corda
finì di srotolarsi, vi fu un potente
strattone, e Larxen per poco non lasciò andare Demyx. Per
fortuna lo trattenne,
e poi con un fischio si fece tirare su dalla corda che si accorciava da
sola.
Quando
furono di nuovo sopra, Larxen adagiò Demyx a terra. Lo
svegliò con un
calcio in faccia. Quando aprì gli occhi, la Ninfa
Selvaggia gli si
avvicinò. Ad un passo dal suo volto, gli disse
sorridendo
“Sei
stato uno
sciocco a baciarmi, ma…un vero cavaliere…nel non
voler combattere contro una
donna. Grazie, Demyx.”
Poi si alzò e si avviò alla porta per rientrare.
Demyx
balzò in piedi.
“Grazie?!
E di cosa?! Larxen?”ormai la ragazza era sull’uscio.
“Ricordati,
mi devi un favore, ti ho salvato la vita.”
“Ti
prego, rispondimi!”
“
Grazie di avermi fatto provare un sentimento, per la prima volta da
quando
esisto.”
Detto
questo, Larxen sparì nell’oscurità
dell’interno. Demyx la guardò
svanire, poi raccolse il libro della Ninfa Selvaggia, lo strinse al
petto, e
cominciò a saltare di gioia come un bambino.
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