Cenere

di FiNNiE
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Cenere



Parte 1

Sogno
Se potessero rimanere così


 

Capitolo 1
Incontro
Un passo verso il destino




Maeve corse verso il corridoio ansimando e si appoggiò alla parete per riprendere fiato. I capelli neri le ricadevano scompostamente sulle spalle e attorno al viso. Le dita affusolate della mano bianca seguirono i contorni delle asperità del muro. Gli occhi scuri guardarono distrattamente verso la stanza che si affacciava sul corridoio. La ragazza sospirò con le labbra semiaperte per l’affanno. Il suo sguardo incrociò la figura di un uomo fra i molti che si trovavano nella sala illuminata da centinaia di candele.
Era alto, quasi imponente, ma i lineamenti del suo viso erano delicati e gentili. I capelli color oro gli incorniciavano la fronte con mille morbide onde, gli occhi erano di un blu chiarissimo come il riflesso del cielo sopra l’acqua, limpidi.
Appena le iridi si stringevano l’azzurro si scuriva, e le pupille erano più simili a una lama che si insinuava nella pelle prima di colpire dritto nel cuore.
Era un uomo gentile e malvagio, un’apparizione dolce e terribile allo stesso tempo.
Maeve ebbe un sussulto. Voltò la testa e abbassò lo sguardo, mentre il suo cuore batteva sempre più forte. Lo aveva visto. Lui era il re.
“E’ lui, quell’uomo spregevole e sanguinario…”
Le guance della ragazza erano velate di rosso e scottavano, i battiti accelerati del cuore erano sempre più intensi.
“Ma perché il cuore mi batte così forte?…”
Maeve fece di tutto per non badarci e tornò a fissare la porta della sala.
Lei si trovava a palazzo molto spesso, quindi non vedeva il sovrano per la prima volta, anzi. Era da lunghi e interminabili mesi che lo detestava e lo disprezzava con tutta l’anima senza poterlo mai dimostrare…
O meglio, era da lunghi e interminabili mesi che aveva cominciato a provare un forte sentimento nei suoi confronti ed era certa che fosse odio.
Lo era?
Maeve odiava tutti coloro che giudicava simili a lui, anche solo lontanamente.
Era ancora assorta in mille pensieri quando udì un rumore di passi alle sue spalle e una voce.
Maeve si girò e lo vide.
Il re era davanti a lei.
La ragazza si voltò dalla parte opposta e cercò di andarsene, ma lui le prese il polso e la tirò a sé.
Maeve cedette: ormai era chiaro che voleva lei e non poteva scappare.
L’uomo le si avvicinò piano.
“Sei bellissima…” mormorò mentre le accarezzava il viso.
Maeve si sentì pervadere da un’emozione inaspettata, socchiuse gli occhi neri e velati, che scintillavano.
Di colpo, lui le sollevò dolcemente il mento e la guardò a lungo. Poi avvicinò il viso a quello di lei e le baciò le labbra.
Un fremito percorse la ragazza, che si divincolò disperatamente per liberarsi e si staccò cercando di allontanare il viso.
“No…!”
Il re la strinse ancora più forte e la baciò con più ardore.
Maeve, nel sentire il tocco delle sue labbra calde e morbide sopra le sue contratte dalla paura, per un istante rimase pietrificata, non sapendo cosa fare.
Poi si abbandonò completamente al bacio e alla stretta delle braccia forti che la cingevano e la sostenevano.
Alla ragazza sembrò quasi di scivolare fra le braccia di lui, di avere desiderato da tempo la carezza delle sue labbra.
Maeve arrossì impercettibilmente.
Lo amava.
Sì, lo amava.




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