Un taglio netto
Fuori è già buio da un pezzo. Peeta apre la porta
di ingresso e se la chiude alle spalle, entrando in casa.
Si guarda
attorno, perplesso. La casa è tutta buia, immersa nel
silenzio più assoluto, e sembra che dentro non ci sia anima
viva. Eppure Katniss non può essere nel bosco, ad un'ora
simile.
Va avanti
lungo il corridoio, accendendo la luce. L'unico segno della precedente
presenza di qualcuno sono le braci nel caminetto, con la loro fioca
luce tremolante. Di Katniss nemmeno l'ombra.
Sale in fretta
le scale, dirigendosi subito in camera. Anche senza toccare
l'interruttore si accorge che tutto è fermo, in ordine, e
che non c'è nessuno che riposa sul letto. Esce rapidamente,
con il respiro accelerato. Prima che cominci a chiamare Katniss a gran
voce, qualcosa attira la sua attenzione. Da destra arriva un sottile
spiraglio di luce, e sembra provenire dal bagno.
Si avvicina
alla porta socchiusa, tendendo l'orecchio. Non si sente nulla.
Prova a
bussare sullo stipite, per concederle un minimo di privacy e annunciare
la propria presenza, ma nessuna voce lo invita ad entrare.
«Katniss?».
A rispondergli
c'è solo il silenzio.
La sua mano si
muove istantaneamente e con una spinta apre la porta. I suoi occhi
trovano subito una figura longilinea, in piedi davanti al lavandino,
che gli dà le spalle. Si regge alla ceramica bianca con
entrambe le mani, e in una delle due stringe un paio di forbici
affilate.
Per terra,
sulle sue spalle, ovunque intorno a lei sono sparse ciocche
più o meno lunghe di capelli scuri.
«Kat...».
La nuca di
Katniss, ornata da un drastico, disordinato taglio, ha un sussulto, ma
lei resta in silenzio.
Peeta si
avvicina, fermandosi alle sue spalle. Ora sono entrambi riflessi nello
specchio che lei sta fissando con sguardo vuoto. Non sta piangendo, ma
sulle guance e negli occhi rossi ha ancora il segno delle lacrime.
Peeta resta
spiazzato, senza riconoscere la pallida ragazza che gli sta davanti.
Forse è la stessa che si è affacciata alla porta
in quel giorno lontano, quando lui ha piantato le primule davanti casa
sua. Improvvisamente sembra l'ombra di se stessa, immobile e sottile.
Il suo sguardo
segue la desolazione di capelli tutto intorno, le ciocche di quella
treccia tanto amata. Non ne resta che il ricordo, e un elastico
appoggiato sul lavandino.
Peeta resta
lì a fissarla, con la lingua ed i pensieri impastati. Poi si
costringe a reagire, fare qualcosa, e comincia a scuotere via con
delicatezza i resti dei capelli di Katniss dalle sue spalle, dalla
maglietta che indossa.
Dopo aver
finito, alza lo sguardo sul volto cereo, immobile di lei. Gli manca la
voce.
«Perché?».
Lo sguardo
fisso di Katniss si agita un po', ma le sue labbra restano immobili.
Poi, un
impercettibile spasmo. Due grosse lacrime rotolano giù lungo
le sue guance, mentre le sue labbra cominciano a tremare.
Le ginocchia
la abbandonano tutto d'un colpo, e le braccia di Peeta la sostengono
quando si accartoccia su se stessa come un burattino a cui hanno
tagliato i fili. La tiene stretta a sé, sul pavimento
ricoperto di ciocche, e lascia che pianga tutte le lacrime che le sono
rimaste.
Le fa
appoggiare la testa contro la sua spalla e lei va a nascondere subito
il viso nell'incavo del suo collo, dando sfogo ai singhiozzi
più laceranti.
«Io
resto qui».
Non
è che un sussurro nella notte, ma Peeta continua a ripeterlo.
«Resto
qui con te».
Quando i
singhiozzi di Katniss diventano i lamenti di un animale ferito, la
prende per le spalle, respira insieme a lei, e continua a sussurrare.
«Sempre,
Kat».
Sono solo
parole, ma sono le uniche da dire.
Peeta avvolge
il suo corpo tra le braccia, sul pavimento freddo. Le accarezza la
testa bruna, costellata di ciocche martoriate, e sospira.
«È
una promessa».
_______________
Sono tornata a disturbare la quiete estiva con un'altra one shot,
ovviamente.
Stavolta una Katniss/Peeta, una bella Everlark. Perchè
comunque sì, è difficile scrivere cose coerenti e
IC quando si tratta di due personaggi così incasinati, ma ne
vale sempre la pena. Mi deprimono e mi tirano su di morale
contemporaneamente. Ecco, nel caso di questa flash più che
altro tirano fuori la fangirl emotiva che c'è in me.
Ho voluto analizzare un punto secondo me fondamentale della lenta - e
forse mai completa - ripresa di Katniss. O comunque, è
fondamentale nel mio Ever-verse.
La treccia di Katniss è forse ciò che meglio la
rappresenta, fisicamente parlando, ed è qualcosa che le
è sempre appartenuto. Ma, ora come ora, Katniss non
può permettersi di pensare al passato. Ogni collegamento con
il suo passato è morto, e lei lo ha seppellito nella forma
della sorella e di coloro che amava.
Il taglio netto
di Katniss si colloca probabilmente durante quella che Peeta credeva
fosse una ripresa, ma potete inserirlo dove preferite nel vostro
universo Everlark.
È senza dubbio una ricaduta, ma è parte del
cammino di entrambi.
Sono molto felice di aver condiviso questa cosa con voi. Il vostro
parere sincero è probabilmente il miglior regalo che possiate
farmi, se questa storia vi ha lasciato qualcosa.
Grazie per aver letto la mia one shot, e spero che vi sia piaciuta!
wip
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