Capitolo
1
A
new life...
La luce del
sole filtrò dalla finestra semi-chiusa e un raggio
intraprendente si spinse fino alle coltri rosso e oro del letto a
baldacchino, fino ad illuminare il viso candido, dagli indomabili
capelli neri. Harry Potter, disturbato da quella luce, aprì
pian piano gli occhi e si stiracchiò. Sul comodino c'era un
vecchio orologio che segnava le sei e mezza. Si abbandonò di
nuovo fra le coperte, riacquistano con calma i suoi sensi, poi,
lentamente, si alzò. Sulla sedia, pulita e stirata, stava
una
divisa blu e argento, la divisa degli Auror. Harry la fissò
per qualche secondo, aveva soltanto diciotto anni ed era già
a
capo di una delle migliori squadre di Auror. Era merito di Kingsley
Shacklebolt ovviamente, il nuovo ministro della magia, ma era
comunque strano. Il ministro aveva deciso che il ministero aveva
bisogno di pulizia e aveva preso sotto la sua ala protettiva tutti
coloro che avevano partecipato alla battaglia contro Voldemort.
Queste persone erano state premiate con offerte di lavoro
prestigiose. Kingsley, uno dei migliori Auror che il mondo magico
avesse mai avuto, due giorni dopo la battaglia di Hogwarts e la sua
proclamazione di ministro della Magia, si era recato in Grimmauld
Place e gli aveva chiesto di intraprendere la carriera di Auror senza
frequentare l'ultimo anno ad Hogwarts, gli voleva offrire il posto di
capo del dipartimento per i servigi resi al mondo magico, ma Harry
aveva rifiutato. Aveva accettato di diventare subito un Auror a patto
che nel corso del suo lavoro gli facessero dare gli esami d'obbligo.
Kingsley aveva accettato, ma si era rifiutato di schierarlo come una
qualsiasi recluta lo aveva messo a capo di un delle migliori squadre
di Auror, incaricata di ripulire il Ministero e di trovare e
incarcerare i rimasti sostenitori di Voldemort. Aveva detto che
nessuno poteva occuparsi meglio di quel compito ed Harry dovette
ammettere che era vero. Nessuno meglio di Harry desiderava vedere
dietro le sbarre quei mostri. E comunque non sarebbe riuscito a
tornare a scuola, dove aveva visto morire tanti amici.
Si alzò
di scatto, non voleva farsi prendere dai ricordi dolorosi,
afferrò
la divisa e corse in bagno a vestirsi.
Quando fu
pronto scese le scale allegramente, la bacchetta con la piuma di
fenice in tasca. Aprì la porta della cucina sorridendo e un
elfo domestico gli corse incontro felice -Padron Harry...le preparo
la colazione?- il ragazzo annuì e rispose -Si grazie
Kreacher!- l'elfo lo guardò per un secondo mentre gli
preparava la colazione e, dopo un attimo di esitazione gli
domandò
-Padrone...mi sembra più allegro stamani...c'è
qualche
ragione particolare? Kreacher non sa se poteva osare chiedere...- ma
Harry gli fece un gran sorriso e rispose -Kreacher tu puoi osare
chiedermi qualsiasi cosa! Il contributo che avete dato nella
battaglia tu e i tuoi amici è stato fondamentale e sono
stato
molto orgoglioso di te...e sono sicuro che anche Regulus lo sarebbe
stato...comunque oggi sono allegro perchè finalmente
verrà
eseguito il processo a Dolores Umbridge! La sbatteremo ad
Azkaban...è
lei che aveva preso il medaglione di Regulus...te lo avevo detto?-
l'elfò gli rispose mentre gli serviva la colazione -No
signore...mi avevate detto soltanto che avevate recuperato il
medaglione e alla fine lo avevate distrutto con la spada di
Grifondoro...lo avevate aperto voi con la lingua dei serpenti...e
avete eseguito l'ultimo desiderio del mio padrone! Non sapevo che lo
avesse quella donna...ma comunque dopo quello che ha fatto alla
vostra mano deve pagare...si si si...deve pagare! Se poi si
è
presa il medaglione di padron Regulus deve pagare ancora di
più!!!-
Harry gli fece un sorriso mentre finiva velocemente di mangiare. Dopo
la battaglia l'elfo era corso da lui a sapere del medaglione e gli
aveva offerto eterna fedeltà per aver eseguito l'ultimo
desiderio del suo defunto padrone. Harry dovette ammettere che la
vita in Grimmauld Place con lui così allegro e disponibile
era
molto felice. Avevano risistemato tutta la casa, con l'aiuto anche di
Hermione, Ginny, Luna, Fleur e Molly. Adesso era più allegra
e
c'erano meno cose pericolose in giro.
Harry si
alzò per andarsene e l'elfo corse a prendergli il mantello,
felice di rendersi utile. Fece per indossarlo ma fu distratto dal
camino, dove comparve una faccia. Ginny Weasley, i cui lunghi capelli
rossi si confondevano con le fiamme del fuoco, gli sorrideva fra le
fiamme. Lui le corse incontro e le si inginocchiò davanti,
mentre Kreacher la salutava rispettosamente -Buongiorno signorina
Ginny!- e lei gli rispondeva con calore -Oh...buon giorno anche a te
Kreacher, spero proprio tu stia bene!!!
Harry...giorno...ecco...io...volevamo organizzare una festa...per
stasera magari...prima che si torni a scuola...e...ecco...vorrei ci
fossi anche tu...- il ragazzo la fissò, non aveva ancora
avuto
il coraggio di confidarle i suoi sentimenti e si sentì
tremendamente in colpa, poi le domandò sorridendo -Ma certo
Gin...e dove si fa la festa?- la ragazza arrossì e
borbottò
-Oh...in giardino...alla Tana...ce ne occuperemo noi
ragazze...è
stata un'idea mia e di Luna...ci saranno anche Ron ed Hermione, non
preoccuparti...- lui le sorrise e sussurrò, pianissimo, di
modo che solo lei lo potesse sentire -A me basta ci sia tu...- poi si
voltò verso il proprio elfo domestico e domandò
-Kreacher...ti va di andare ad aiutare queste dolci fanciulle a
preparare la festa?- l'elfo annuì contento e
esclamò
-Un compito signore? Essere utile alla signorina Ginny e al padrone
signore? Ma certo! Farò in un attimo a fare le faccende e
poi
correrò alla Tana signore...le aiuterò e
sarà un
festa bellissima!- gli altri due gli rivolsero un sorriso e poi Harry
concluse -Bene allora...io adesso devo andare a
lavoro...pranzerò
al Ministero credo...Ginny...ci vediamo stasera...Kreacher...non
stancarti troppo, mi raccomando! Ciao a tutti e due...vi lascio a
mettervi d'accordo...a stasera!- e uscì dalla stanza senza
voltarsi indietro.
Le parole
che aveva sussurrato alla ragazza lo fecero ancora arrossire e si
chiese perchè non era riuscito a trattenersi. Comunque ormai
il danno era fatto, tanto valeva andare fino in fondo quella sera.
Prima di tornare a casa era meglio passare a comprare un bel mazzo di
fiori. Si, aveva deciso, quella sera si sarebbe dichiarato.
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