Avviso:
nell’angolo autrice a fine capitolo ci sono delle note che
chi mi ha spedito gli OC nel prequel di questa long, cioè
l’Avvento del Sole Nero, deve leggere.
Come ben sappiamo, la Holy Road era terminata con la vittoria della
Raimon e il Fifth Sector era solo un lontano ricordo.
Dall’inizio dell’estate, Gouenji aveva deciso di
attuare un programma di educazione all’attività
calcistica in tutto il Giappone con l’aiuto dei membri della
Raimon e molti altri ragazzi; anche gli ormai ex Emissari del Sole Nero
avevano potuto partecipare a quel progetto, e da un paio di mesi le
cose procedevano per il meglio. Nessuno degli ex Emissari sapeva che,
insieme ai calciatori della Raimon, sarebbero stati coinvolti
nuovamente in una lotta contro nuove organizzazioni e nuove squadre di
calcio, stavolta provenienti da un’epoca molto lontana dalla
loro, ma senza il loro aiuto sarebbe potuta cambiare per sempre.
Nell’Hokkaido…
200 anni nel futuro… Nei sotterranei di un edificio
abbandonato…
Il luogo dal quale sarebbe partita la richiesta d’aiuto per
gli ex Emissari era un faro situato su un promontorio a nord
dell’isola di Hokkaido, e come per la Villa del Sole Nero
parecchi anni prima, era protetta da una barriera, sebbene questa non
fosse fatta dell’energia che creava i keshin, ma non era il
caso di soffermarsi su questi particolari; quella costruzione era
rimasta inutilizzata da anni, eppure qualcuno continuava a vivere nei
sotterranei. Del resto, quell’edificio era l’unico
luogo in cui si poteva trovare un po’ di
tranquillità: il Giappone era stato
“sottomesso” ad un’altra organizzazione,
e come il Fifth Sector utilizzava il calcio per imporsi, ma metteva a
rischio la vita di tutti coloro che capitavano a tiro. Qualcuno si era
attivato per fermare quella catastrofe, ma i molti tentativi servivano
a poco e chi abitava in quel faro lo aveva capito molto tempo prima.
Quel qualcuno si trovava in una delle molteplici stanze che facevano
parte dei livelli sotterranei di quel faro: le pareti di metallo erano
completamente bianche, e non era presente nessun elemento che desse un
po’ di colore a quella sala. Certo, erano presenti diversi
macchinari tecnologici, tra i quali un’enorme lastra
metallica sul lato nord della stanza, un tavolo rettangolare e undici
sedie, ma il grigiore del metallo regnava sovrano lì; la
costruzione si trovava su un promontorio, e quindi era possibile vedere
il paesaggio esterno, sebbene consistesse semplicemente
nell’enorme distesa blu del mare.
In quel momento, un uomo sulla trentina vestito con uno smoking bianco,
una camicia nera e scarpe dello stesso colore era seduto al tavolo e
stava lavorando al portatile, ma fu interrotto dal rumore della porta
automatica, unico ingresso per la stanza, che si apriva e faceva
entrare un ragazzo sui tredici anni: aveva i capelli folti, e tenuti
spettinati, di un colore biondo castano, di cui alcuni ciuffi gli
ricadevano sull’occhio destro. Gli occhi erano azzurri, il
viso possedeva tratti leggeri e delicati, la carnagione leggermente
pallida e la corporatura abbastanza esile. Indossava una camicia a
maniche lunghe con alcuni strisce bianche e blu, jeans scuri e scarpe
sportive dello stesso colore delle strisce della camicia. Il ragazzo
non si diresse subito dall’uomo, ma avanzò verso
la finestra, aprendola, e mettendosi ad osservare quella vasta
superficie blu increspata ogni tanto dalle onde.
- Nostalgia della tua vecchia vita? - la voce dell’altro
individuo presente nella stanza lo distolse dai suoi pensieri.
- Un po’ sì. E lei ne ha? - gli chiese a sua volta
il castano, decidendosi a guardare il volto di quello che era il
proprio capo.
Il biondo non rispose e riabbassò lo sguardo sul portatile,
ricominciando il suo lavoro; i due passarono diversi minuti in
silenzio, quando il rumore di un allarme li distrasse entrambi:
- Sarà un intruso? - pensò a voce alta il
trentenne.
- Non è detto. - replicò il ragazzo, per poi
dirigersi verso il lato ovest delle stanza dove si trovava un
televisore con schermo al plasma e un pannello metallico su cui si
trovavano diversi pulsanti. Il castano premette alcuni tasti e sullo
schermo comparvero quattro immagini, visibili grazie alle telecamere
poste all’esterno dell’edificio: su una di esse,
quella dove si vedeva l’entrata del faro, c’era
anche l’immagine di una ragazza dai capelli rossi e gli occhi
color cioccolato che stava guardando verso la telecamera.
- è tutto a posto signor Phoenix. È Isako; deve
aver compiuto la missione che le ha affidato. - lo informò
il castano.
- Sho, quante volte ti ho detto che non è necessario che mi
dai del “lei” o del “signore”?
Comunque, fai entrare Isako. - Sho annuì a quella richiesta
e premette un pulsante verde sul pannello che avrebbe disattivato
temporaneamente il campo di forza che proteggeva il faro e permesso
alla collega di entrare.
Dopo pochi minuti, la porta automatica si aprì nuovamente e
sulla soglia era comparsa una ragazza sorridente: come si poteva vedere
dall’immagine delle telecamere, aveva la carnagione pallida,
i capelli color fuoco e gli occhi marroni, e nonostante avesse soltanto
un anno in meno del ragazzo dai capelli castani, sembrava ancora una
bambina perché era abbastanza bassa e aveva delle lentiggini
ben evidenti sul viso. Indossava un maglione piuttosto largo color
verde cinabro, dei pantaloncini bianchi, degli stivali di camoscio e un
cappuccio color panna sulla testa che lasciava intravedere diversi
ciuffi dei capelli rossi.
- Grazie per avermi fatto entrare Sho. Sai dov’è
il capo? - gli chiese lei con il sorriso che non lasciava il suo volto,
ma lui si sbatté una mano sul volto, stupito
dall’ennesima dimostrazione di sbadataggine della collega.
- Ufff… Per l’ennesima volta, è al
solito posto. - le rispose il castano, per poi indicarle con lo sguardo
l’uomo seduto al tavolo: va bene che indossava degli abiti
che si confondevano abbastanza facilmente con le pareti della stanza,
ma dopo alcuni mesi si chiedeva se l’amica lo avesse mai
capito o semplicemente se lo scordava ogni volta che glielo diceva.
All’inizio capitava che anche lui si confondesse, ma il loro
capo aveva pur sempre i capelli biondi, la carnagione leggermente
abbronzata e gli occhi marroni, seppure il destro fosse tagliato
diagonalmente da una cicatrice e grazie a queste caratteristiche aveva
smesso di confondersi dopo alcuni giorni.
Nel frattempo, la ragazza si era avvicinata a Phoenix e lui la
raggiunse poco dopo:
- Ho piazzato i dispositivi come mi ha chiesto. - riferì la
rossa all’uomo, sempre conservando il sorriso sul volto.
- Isako, l’ho detto a Sho e lo ripeto anche a te: non
è necessario che mi chiamate dandomi del
“lei”, anche se la scelta sta a voi.
In ogni caso, grazie per aver svolto l’incarico; mi auguro
che non ci siano stati intoppi. - la ragazza abbassò lo
sguardo dopo quella frase, segno che probabilmente c’era
stato un inconveniente.
- Per la verità, c’è stato un minuscolo
problema: “lei sa chi” hanno cominciato a darsi da
fare. - lo informò lei.
L’uomo sgranò gli occhi e riprese il suo lavoro:
- Non credevo che si sarebbero attivati così
presto… Solo che non hanno calcolato la nostra presenza dal
momento che entrambe le organizzazioni che stanno distruggendo il
Giappone ci credono morti. - dopo quella frase, spense il computer con
un sorriso soddisfatto.
- Ehm… Signor Phoenix, è sicuro che questa sia la
soluzione migliore? Nel senso, potevamo trovare qualcuno che ci
aiutasse anche qui, non era necessario contattare qualcuno appartenente
ad un’altra epoca. - disse perplesso il castano.
- Se ben ricordi, il passato degli ex Emissari del Sole Nero
è una delle prime cose che hanno cercato di modificare, ma
hanno fallito grazie al vostro intervento. So quali sono i veri motivi
che stanno spingendo “voi sapete chi” a cambiare la
storia, ma non approvo questi metodi e tutta questa storia potrebbe
sfuggire loro di mano; gli ex membri della Confraternita del Sole Nero
sono le persone più adatte a cui chiedere. - gli
spiegò il biondo, ma spostando lo sguardo sui due giovani
colleghi, notò una certa stanchezza nel volto di Isako:
- Hai dovuto fare parecchi viaggi in questi giorni. È meglio
se riposi un pò. - le consigliò Phoenix, e mentre
la ragazza se ne andava per dirigersi alla sua camera da letto, Sho
sembrò ricordarsi di un particolare e chiese al proprio capo:
- Mi scusi, vorrei andare a controllare se Nakagawa e Shadow sono
pronti per quando arriveranno gli ospiti, sempre se è
possibile. -
L’uomo annuì, e dopo aver fatto un piccolo
inchino, anche il castano se ne andò; quando fu uscito,
Phoenix volse lo sguardo verso una delle finestre:
- Sarà che si sono uniti a questa causa, ma mi pare ovvio
che non si fidano molto di me. - pensò lui, portando una
mano al medaglione che portava al collo:
- Ci sono già andate di mezzo fin troppe persone. Non posso
permettere che si continui così. -
Intanto…
Nel corridoio fuori dalla stanza…
Nonostante l’amica fosse uscita prima di lui, Sho la
raggiunse senza troppi problemi a causa dell’evidente
stanchezza di Isako: va bene che la ragazza era abituata a tutti quei
viaggi nello spazio-tempo tra un’epoca e l’altra,
ma farne troppi in pochi giorni poteva essere piuttosto stancante.
- Isako, hai trovato… Beh, lo sai no? - le
domandò lui, pensando che l’altra ci arrivasse, ma
lo sguardo triste che le rivolse poco dopo era una risposta
più che sufficiente.
- Mi spiace. Non si trovava nemmeno là; magari potremo
chiedere ai futuri ospiti se… -
- No. Non ci pensare nemmeno. Non lo abbiamo mai fatto sapere al Signor
Phoenix, e ci comporteremo allo stesso modo anche con gli ex Emissari
del Sole Nero. - decise lui, interrompendola.
La rossa annuì, per poi dirigersi nuovamente verso la sua
stanza; il castano proseguì verso un altro corridoio. Per
l’arrivo degli ex Emissari, dovevano essere pronti.
200
anni prima… A Tokyo… A casa di Lorella Gold e
Rinako Suzuki…
Lory e Rin erano tornate a casa loro da un bel po’ dopo una
giornata passata ad allenare alcuni bambini che abitavano in una scuola
elementare della loro città, aiutate anche da altri dei loro
compagni ex Emissari.
Lorella stava utilizzando il suo portatile, senza essersi accorta che
su di esso era stato applicato un minuscolo dispositivo su cui era
presente il marchio di una sfera rossa con due ali nere con alcune
piume argentate, quando ricevette un e-mail da un mittente sconosciuto.
All’inizio non la lesse, ma dopo pochi secondi, sullo schermo
del pc comparve l’immagine presente sul dispositivo, anche se
era più grande, e l’e-mail si aprì,
rivelando il contenuto.
- Rin! Vieni presto! - la chiamò la bionda, e dopo poco
tempo, la ragazza dai capelli a caschetto comparve sulla soglia.
- Perché mi hai chiamato? - le domandò subito la
Suzuki.
- Guarda. Quest’e-mail è diretta agli ex Emissari
del Sole Nero. - le rispose l’altra, così la
corvina si avvicinò per leggere il contenuto del messaggio:
“Ex Emissari
del Sole Nero, spero che voi stiate bene, anche se non mi avrebbe
stupito il contrario. Potrà sembrarvi strano, ma vi sto
scrivendo da 200 anni di quello che voi definireste il futuro, e grazie
ad un dispositivo molto potente sono riuscito a far arrivare
quest’e-mail ad ognuno di voi.
Comunque, in
quest’epoca due organizzazioni stanno utilizzando il calcio
per una lotta che prosegue da molti anni, ma qualcuno tra loro ha
deciso di cancellare lo sport che vi piace, e che siete riusciti a
salvare dal Fifth Sector, ricorrendo a tecnologie avanzate che
permettono di viaggiare nel continuo spazio temporale e ha cercato di
cancellare il calcio e le vostre vite, dal momento che avete
contribuito a salvare questo sport. Alcuni miei colleghi hanno agito
per fermarli, ma non potremo continuare da soli ancora per molto: ci
serve il vostro aiuto.
Non mi aspetto che mi
crediate, del resto può sembrare strano sentirsi raccontare
certe cose da un giorno all’altro, ma ci farebbe piacere se
decideste di collaborare.
Incontriamoci allo
Spiraglio di Luce delle Ali Nere tra un quarto d’ora.
Cordiali saluti,
Marcus
Phoenix”.
Il messaggio terminava lì, ma le due non fecero in tempo a
dire o fare alcunché che una luce si sprigionò
dal portatile della Gold, avvolgendole completamente. Dopo qualche
minuto, in quella stanza non rimase altro che il portatile ormai spento.
Angolo
di Emy
Il tanto atteso sequel de “L’Avvento del Sole
Nero” è finalmente arrivato.
Avrei alcune cose da dire che la riguardano: innanzitutto, ringrazio le
oltre 1000 visite del primo capitolo e chiunque ha inserito la storia
tra le preferite/ricordate/seguite.
Comunque, ho notato che molti degli autori che mi hanno spedito
l’OC nella scorsa long, non si sono più fatti
sentire se non per i capitoli iniziali. Capisco che non tutti abbiano
tempo, ma farsi sentire ogni due o tre capitoli per dimostrare che il
mio lavoro gli importa almeno un po’.
Di conseguenza, ho preso una decisione: ho dovuto eliminare alcuni
degli OC che mi sono stati spediti, più precisamente quelli
degli autori che hanno smesso di seguire la fic dopo il primo capitolo,
poi ho deciso di applicare alcune eccezioni.
Oltre ai miei OC apparsi nella long del Sole Nero, come Lorella Gold
apparsa in questo prologo, gli OC che mi sono stati mandati da altri
autori e che rimarranno sicuramente sono i seguenti:
- Kaori Kira è l’OC
di Wind_ e a lei sola appartiene
- Rika Ryuu è l’OC
di Summer 38 e a lei sola appartiene
- Aster Kazetsuki è
l’OC di _Nyarlathotep_ e a lui solo appartiene
- Haily Shan è l’OC
di Lullopola e a lei sola appartiene
- Aoiri Ryudekazi è
l’OC di Lullola e a lei sola appartiene
- Rinako Suzuki è
l’OC di Light Blue e a lei sola appartiene
- Hiroae Kamekage è
l’OC di princess the ripper e a lei sola appartiene
- Kuromi Tsukikage è
l’OC di Purple_Rose e a lei sola appartiene
- Erika Dance è l’OC
di _Cupcake_ e a lei sola appartiene
Le due eccezioni che ho voluto applicare, ma non sono sicura se tenere
questi OC o no, sono riferite a:
- Hayley Brown è
l’OC di Miele_ e a lei sola appartiene
- Emily Black è l’OC
di Inception_ e a lei sola appartiene
Gli altri OC presenti nella fic del Sole Nero sono tutti a rischio, a
meno che gli autori/autrici non dimostrino di seguire almeno per
stavolta.
I nuovi OC apparsi in questo capitolo sono:
- Marcus Phoenix e Sho Shibuya sono gli
OC di FaGammaVoloso e a lui solo appartengono
- Isako Okada è l’OC
di Slash_ e a lei sola appartiene
Grazie a chi deciderà di recensire e seguire.
Baci
Emy
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