Introduzione
Una piccola goccia di sangue esce lenta dal taglio sul mio
polso, la mano destra trema. Non ho neanche il tempo di realizzare quello che
ho fatto che la lametta cade sul pavimento.
Il taglio brucia, il dolore nel petto sembra meno forte. Mi alzo piano e mi
dirigo in bagno, chiudo la porta a chiave, non voglio nessuno.
Il getto d’acqua fredda sul taglio mi fa sobbalzare, brucia. Prendo un pezzo di
carta e tampono la ferita fino a che non smette di sanguinare. Alzo lo sguardo
e lo specchio mostra il mio viso. Il trucco scolato, gli occhi rossi. Il dolore
nello sguardo.
Proprio lì, proprio quello è stato il momento in cui mi sono chiesta come sono
arrivata a quel gesto.
Se mi avessero detto che un giorno avrei desiderato di morire, probabilmente
gli avrei riso in faccia.
Spostai la mia attenzione sul mio polso, incapace di continuare a sostenere lo
sguardo della ragazza nello specchio.
Il segno rosso stona con il mio colore di pelle.
Lo guardo, gli altri avrebbero detto che era sbagliato, io dico che era
perfetto. Era una di quelle cose che si potrebbe definire “il fine giustifica i
mezzi”.
Il mio fine era stare bene, adesso avevo trovato il mezzo.
Io non ero così, io ero felice prima di te, prima di loro.
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