Rosso

di Bluette
(/viewuser.php?uid=135704)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Introduzione

Una piccola goccia di sangue esce lenta dal taglio sul mio polso, la mano destra trema. Non ho neanche il tempo di realizzare quello che ho fatto che la lametta cade sul pavimento.

Il taglio brucia, il dolore nel petto sembra meno forte. Mi alzo piano e mi dirigo in bagno, chiudo la porta a chiave, non voglio nessuno.

Il getto d’acqua fredda sul taglio mi fa sobbalzare, brucia. Prendo un pezzo di carta e tampono la ferita fino a che non smette di sanguinare. Alzo lo sguardo e lo specchio mostra il mio viso. Il trucco scolato, gli occhi rossi. Il dolore nello sguardo.

Proprio lì, proprio quello è stato il momento in cui mi sono chiesta come sono arrivata a quel gesto.

Se mi avessero detto che un giorno avrei desiderato di morire, probabilmente gli avrei riso in faccia.

Spostai la mia attenzione sul mio polso, incapace di continuare a sostenere lo sguardo della ragazza nello specchio.

Il segno rosso stona con il mio colore di pelle.

Lo guardo, gli altri avrebbero detto che era sbagliato, io dico che era perfetto. Era una di quelle cose che si potrebbe definire “il fine giustifica i mezzi”.

Il mio fine era stare bene, adesso avevo trovato il mezzo.

Io non ero così, io ero felice prima di te, prima di loro.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1956461