( Andrea Gibson)
Sei abituato a passeggiare da solo. A non avere amici, a pranzare nel tavolo più lontano dalla caffetteria, più lontano dai ragazzi popolari, più lontano dalle chiacchiere dei tuoi compagni di scuola che si incontrano per aria sotto gli ombrelloni, contro la pietra dei tavoli, la plastica delle sedie.
Vicino ai cassonetti, di solito, dove nessuno si siede mai perché fa caldo e c'è puzza di verdura marcia.
Se sei fortunato hai trovato una famiglia adottiva che ti prepara un panino o un'insalata, anche se i pomodori non ti piacciono, ma non lo diresti mai, perché non vuoi davvero che ci rimangano male. Se sei meno fortunato l'hai preparata tu, la sera prima, con gli ingredienti trovati a caso nel frigorifero.
Ma la maggior parte delle volte affondi le mani nelle tasche dei jeans vecchi di Callie per trovare un quarto di dollaro e comprare delle patatine al distributore.
Alcuni genitori non sono in grado, altri pensano semplicemente di farti un favore già abbastanza grande a volerti fra i piedi, e che questo li scagioni dal doverti anche preparare il pranzo, o aiutare nei compiti.
Poi capiti a casa di Stef e Lena, e cominci davvero a credere che qualcosa sia cambiato. Non è solo per il pranzo vero, i sandwich la mattina, o le cene in cui le persone parlano davvero, e non grugniscono solo davanti alla tv. È per lo smalto, per Lena che non ti ha chiesto di toglierlo, ma di difenderlo. Uno smalto blu acceso che Callie ha odiato al primo sguardo, perché non può dimenticare. I vestiti della compagna del vostro ex patrigno ammonticchiati vicino all'armadio, le scarpe col tacco di tre numeri più grandi, il suo sguardo imbestialito. E il pugno che ti ha mancato per mezzo centimetro.
Ti sei sentito bene per un attimo, con quella collana di bigiotteria e quegli orecchini con la clip.
Ma il mondo a volte è nero, come il tuo zigomo il mattino dopo.
Callie non può davvero scordarlo. E nemmeno tu.
Sai che quello smalto non è solo una decorazione, un vizio da ragazzina appariscente.
È un colore che colpisce e acceca, un blu acceso che è più di un colore, è una dichiarazione di guerra.
E vorresti che Lena fosse lì, adesso, mentre Connor si siede accanto a te con il suo panino al prosciutto. Vorresti che vedesse quanto sono belle le sue unghie smaltate di blu elettrico, e quanto sono belli i suoi occhi castani.
Quanto è bello quel sorriso, solo denti, labbra e gengive che sanno dire tutto. Che siete amici, che lui non ci sta, che non gli interessa, che se quello smalto blu ti fa sentire in quel modo, farà sentire così anche lui.
Vorresti che Lena fosse lì, e non avesse paura di abbracciare Stef e sussurrarle all'orecchio che possono arrivare alla macchina, uscire nel vialetto e abbracciarsi, e baciarsi, e lasciare che tutto quel blu le illumini tutte e due per un solo momento.
Un lungo, morbido momento. Blu elettrico.