Nellanotteunachiamata
Nella
notte...una chiamata
La
luna oscillava in un cielo trafitto di stelle.
Per
le strade un silenzio umido e sinuoso regnava sovrano.
Le
luci dei lampioni colpivano diverse angolazioni, deformando linee e
contorni di quel parco ormai deserto.
Le
fronde degli alberi creavano sinistre presenze che osservavano curiose
ed indiscrete l'uomo di nero vestito, in piedi, immobile di fronte
alla panchina sotto al grande acero.
Quest'uomo
sollevò la mano sinistra portandosela sulla fronte e scostando
la chioma sudata.
La
mano destra, inerme ed abbandonata lungo il corpo, reggeva ancora
debolmente e tremante un pugnale.
La
lama lucida rifulgeva d'argenteo bagliore. La sua liscia perfezione
disturbata soltanto da opache chiazze d'onice.
Una
sagoma oscura giaceva di traverso sulla gelida panchina di ferro,
irrimediabilmente inanimata, tetramente rigida ed esangue.
Il
respiro accelerato, condensato in bagnate e grigie nubi, spezzava
l'immobilità di quell'angosciante dipinto.
La
luce del monitor illuminò di cobalto la stanza avvolta dalle
tenebre, anticipando la banale e comune suoneria, ambasciatrice di
un'inaspettata telefonata.
Cercando
di uscire contemporaneamente dalle maniglie del sonno e da quelle più
concrete delle coperte, riuscì ad acchiappare l'apparecchio
prima che la chiamata s'interrompesse.
Dall'altra
parte una voce conosciuta eppure sconvolta ed insolitamente esitante
ebbe il potere di risvegliarlo completamente.
“Adesso
dove sei? ”
L'uomo
era evidentemente agitato e sotto shock...un'immagine veramente
difficile da accostargli.
“Calmati...non
capisco cosa stai dicendo...sì, io sono a casa...ok, allora ti
aspetto...”
Rimasto
nuovamente da solo si sfregò il viso con le mani,
stropicciandosi la pelle, prima di abbandonare il calore del letto
per dirigersi in bagno.
I
lunghi capelli biondi aderivano al suo voto nascondendolo al
suo stesso riflesso nello specchio.
L'acqua
calda del rubinetto lo appannò in breve tempo.
Con
l'indice scrisse il nome del suo interlocutore, nonché più
fidato compagno nelle indagini.
Una
delle persone che più stimava.
Decise
che era inutile domandarsi su cosa avesse potuto spaventarlo in quel
modo, infondo presto lo avrebbe scoperto...già...lui, proprio
lui...lo aveva chiamato per primo e sospettava anche di essere
l'unico al quale si fosse rivolto.
Si
diede mentalmente dello sciocco per quell'insensato velo di
soddisfazione ed autocompiacimento che alimentava un inopportuno sorriso
sulle sue labbra e finì di rivestirsi in tempo per sentire
suonare il campanello del suo appartamento.
La
porta si aprì ferendone le pupille sensibili, abituate al
denso nero della notte.
Non appena fu entrato, sentì l'adrenalina che fino a quel
momento gli aveva dato la forza per proseguire, defluire dal suo
corpo.
Si
lasciò cadere, sconfitto dalla gravità della terra e
del suo cuore ferito.
Ad
evitargli l'impatto con il pavimento furono due esili e candide
braccia di ragazzo.
Socchiuse
le palpebre focalizzando il suo salvatore, senza però udirne
la voce, appoggiandoglisi completamente contro e lasciandosi guidare
verso il divano, dove sprofondò perdendo i sensi.
Quando aprì la porta, due cose lo colpirono.
Il
freddo pungente che proveniva dall'esterno e lo sguardo smarrito e
vicino al collasso del suo capo.
Reid
non fece in tempo a terminare le sue domande che se lo vide crollare fra
le braccia.
Dovette
dar fondo a tutte le sue energie per trascinarlo fino al divano, dove
poi svenne.
Ma
ciò che fece perdere un battito al proprio cuore fu vedere le
macchie di sangue che svettavano sui vestiti di entrambi.
Ispezionò
l'altro ma per fortuna o per sfortuna il sangue non era nemmeno suo.
Allora
perché ne imbrattava i palmi?
Frenò
l'impulso improvviso di chiamare Gideon; era venuto a casa sua perché
si fidava di lui e voleva dimostrargli quanto quel sentimento fosse
reciproco, quindi mettendo a tacere la propria coscienza inferocita,
si diresse nuovamente in bagno per cercare una spugna ed un
asciugamano.
Sollevando
lo sguardo verso lo specchio poté leggere il nome che vi aveva
scritto poco prima.
-Aaron-
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