sul dolore degli scettici
Sul dolore degli Scettici
-Hai tolto le foto. Hai tolto tutte le vostre foto-.
Paolo è bloccato sulla porta della mia stanza, incapace di
staccare gli occhi dal muro, chiazzato di un bianco meno sporco nei
punti in cui per mesi erano state appese le cornici delle fotografie di
me con il mio ragazzo.
-Ho fatto male?- chiedo, sulla difensiva. Non che non mi faccia piacere
che il migliore amico di Guido venga a trovarmi, adesso, anzi, ne
sentirei la mancanza. Ma non sopporto i suoi continui commenti e le sue
frequenti critiche all'operato di chiunque. E' pallido, sembra non aver
dormito per più di una notte, ma non per questo sarà meno
agguerrito.
-Dipende, dovresti spiegarmi il perché-.
Mi irrigidisco:-Santo cielo, Paolo, sarai anche il miglior studente
dell'intera facoltà di filosofia, ma non ti hanno mai insegnato
ad avere un minimo di... delicatezza?-.
-E' il tuo silenzio che mi indurrà ad azzardare un'ipotesi che,
per quanto probabilmente veritiera, rischia di essere indelicata e di
irritarti alquanto-
-Sentiamo- replico già quasi sorridendo, come sempre ascoltando
il suo modo di parlare. Ma lui risponde in tono di accusa, laconico,
con una punta di violenza che in lui non avevo mai trovato.
-Stai cercando di dimenticarlo-
-Sto...?- cerchi di parlare in tono più pacato -Non sto
cercando... E' solo che non ce la facevo a svegliarmi ogni giorno con
il suo viso davanti. Ti hanno mai parlato di empatia? Non lo capisci quello che provo? Non puoi lasciarmi in pace?-
-Se è così, tolgo il disturbo-
-Aspetta. Scusami-.
Cala il silenzio, che solo lui, minuti dopo, si decide a rompere.
-Pensavo... Pensavo, quindi questa è la soluzione. Togliere di
mezzo la sua faccia è stata la mossa azzeccata che ti ha
permesso di trovare l'equilibrio interiore, comunemente noto sotto il
nome di felicità. E' molto d'aiuto, tanto che stasera vieni con me alla festa d'istituto-
-Tu non vuoi andarci. Non hai nessuna voglia di stare in mezzo alla gente-
-No. Perché?-
-Perché sei infinitamente triste-
-Tu vuoi andarci?-
-No-
-Ecco-. Pausa. -Quindi il pensiero che ti rattrista, pardon, che ci rattrista entrambi forse in maniera diversa, ma ti garantisco, nella stessa misura non è indotto dalle fotografie. Correggimi-
-Esercita la tua retorica con qualcun altro-
-Maieutica, ti prego. Maieutica.
La nobile arte socratica consistente nell'estrapolare la verità
dall'interlocutore, per giovare alla propria ricerca... e a quella del
prossimo. Dicevo, come la levatrice aiuta le donne a partorire, il
filosofo...-.
Normalemente rideresti, ma lo interrompi con rabbia malcelata:-Il prossimo non si interessa attualmente della ricerca, o Socrate-
-Il prossimo preferisce dunque macerare nel dolore, come i sofisti si consumavano nel dubbio-
-Me ne frego di conoscere la verità! Vivo in una casa dove tutto, tutto
mi ricorda Guido, te compreso, lo capisci, questo? Non so nemmeno se il
dolore è dato dal suo ricordo o dalla sua mancanza!- replico
quasi urlando. Ho gli occhi lucidi, ma sono preparata al fatto che la
discussione non finirà per questo.
-L'anima del defunto Guido Sensi si aggira fra le mura di questa stanza...!-.
-Non credo nell'anima, Paolo. Non credo in niente. Non ho ancora deciso nemmeno se sia giusto farlo. Non ho nessun conforto-
-Ma Guido è stato qui tante volte, vero? Si è steso su
quel letto, ha suonato il tuo pianoforte, ha frugato nella tua
libreria, si è guardato allo specchio...-.
Annuisci, interrompendo quel fllusso di ricordi, i pugni serrati, come a dover sopportare un dolore fisico.
-Ed ogni volta che è stato qui ha lasciato indietro una parte di
sè; non negherai che siano rimasti il suo odore o... o
l'anidride carbonica che ha repirato. Eppure... eppure non è
bastato aprire la finestra per far uscire tutto. Qualcosa di incompleto
è rimasto dentro, e noi lo sentiamo-.
Taci e lo vedi avvicinarsi, pronto ad abbracciarti.
-E allora non abbiamo scampo, Giulia, mia piccola scettica... Non abbiamo scampo, nessuno scampo al dolore-.
Considero questo come il mio primo scritto di tema spiccatamente
filosofico, pur nella sua modestia e forma frettolosa. Le conclusioni a
cui giunge non sono le mie -sono una scettica, appunto, per il momento-
ma tocca un tema -quello della fede- a me molto caro, un nodo molto
importante che ritengo di non essere in grado di sciogliere. Vi
ringrazio per la eventuale lettura e vi invito, se volete, a lasciare
un commento.
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