*Prologo*
Questa fanfiction da me inventata,
scritta e pubblicata non
è una semplice storia di qualche appassionato, scritta
giusto per passare il
tempo, ma è un racconto che parla di come i desideri, anche
se impossibili, si
possono realizzare. E
quando accade... Bhe, lo
scoprirete voi. Ma
iniziamo con questa di storia.
Anno 2007. Tokyo, Giappone.
"è stata davvero una
fanzine fantastica!!!"
dice Kaori ad Hitomi, tutta allegra e pimpante.
Entrambe vestite a cosplay di tutto punto. Kaori, vestita da Sakura
Haruno di Naruto
e Hitomi da Misa Amane di Death Note "Forse era meglio se mi fossi
messa
la parrucca bionda per il mio cosplay" commenta brontolando, mentre
escono
dalla fiera "Si, si, intanto ti hanno fatto un sacco di foto e anche
tante
spese" mostra i pacchetti pieni di gadgets, sorridendo soddisfatta
della
giornata. Hitomi la guarda sbuffando. A differenza dell'amica, la sua
era stata
una spesa povera. Lei è
una tipa più attenta ai cosplay, di
gadgets ne compra pochi. Giungono all'incrocio che da
Shibuya porta a
Shinjuku. Qui le strade delle due ragazze si dividono "Ciao Kaori, a
domani" saluta Hitomi, mentre prosegue verso la strada di casa "Ahi,
che mal di piedi... Ma perchè Misa indossa questi tacchi a
spillo da Lolita..." si poggia ad un muro, mentre
si massaggia i piedi doloranti. Si toglie anche le catenelle che porta
al collo
"Mai più cosplay tanto complicati per le mie fanzine... Quando
torno a casa subito un pediluvio, una doccia e... si, anche una
cioccolata
calda" dice tra sè e sè in mezzo alla strada.
Alcuni passanti la
riguardano incuriositi, sia per l'inconsueto vestito, ma anche per il
vizio di
parlare da sola. Hitomi alza lo sguardo e nota davanti a sè
un vicolo buio,
dall'altra parte della strada. In quel poco di luce che entra e
illumina malamente il
vicolo, nota qualcosa luccicare. Rimane
immobile ad osservare quel luccichio nel vicolo. Non sa se avvicinarsi
oppure
proseguire per la sua strada. Un
brivido improvviso le sale
sulla schiena, alimentato da una curiosità immensa di
osservare e capire cosa
ci sia. Raccoglie le buste da terra e si
avvcina al vicolo. La strada silenziosa e un tramonto lontano ad ovest
della
strada danno un'atmosfera curiosa e scenica al luogo. Raggiunge
l'entrata del
vicolo e si delinea
sempre più i tratti di una
bancarella di quartiere. Il commerciante, un vecchio di circa
sessantanni,
barba incolta e una sottile puzza di alcool
e fumo
Praticamente un barbone che raccatta qualche cosa in giro e poi la
rivende a
poco prezzo per comprarsi un tozzo di pane. Il commerciante alza
lentamente lo
sguardo, mostrando i suoi occhi rossi, quasi iniettati di sangue,
probabilmente
drogato di qualche sostanza "Ciao ragazzina, posso aiutarti ?"
insolito accento di Osaka,
accompagnato da un'alito
non particolarmente fresco "Ehm... No, mi scusi.. Devo aver
sbagliato...
Avevo..." risponde
timidamente, mordendosi
leggermente le unghie "Avevi... cosa ?" chiede curioso, con un tono
tra il curioso di sapere cosa sia e il curioso di sapere se ha
indovinato
"Bhe... avevo notato... qualcosa che luccicava... e mi sono
avvicinata..." Il commerciante emette una smorfia quasi compiaciuta e
la
fissa per qualche minuto, mentre il viso della ragazza diventa
sempre più imbarazzato, rosso come un pomodoro
maturo. Abbassa
leggermente lo sguardo, mostrando un sorriso alquanto enigmatico. Si
alza con
fatica dalla panca in cui era accasciato "Bene... Bene... é
da un pò che
non mi arriva un cliente, mi ero abituato a stare seduto..."
commenta tra se e se,
emettendo qualche smorfia. La
ragazza abbassa lo sguardo, evitando quello dell'uomo, che ogni tanto
la fissa
curioso, provocando la sua timidezza. Un
gesto poco gentile
da parte del barbone verso la sua "prima cliente normale".
Si
avvicina ad una zona della bancarella, piena di
oggetti
di varie epoche. Piccoli vasi,
qualche gioiello (rubato) e
infine un lungo oggetto sottile coperto da un panno nero.
Si avvicina al
panno e lo srotola lentamente, mostrando così la bellissima
katana che esso
proteggeva. Hitomi rimane paralizzata alla vista della spada. Un katana
di samurai
giapponesi di ottima
fattura, con il manico e la
guaina completamente neri e intagli dorati. La lama di ottimo
acciaio, una spada sicuramente appartenuta a qualche generale o
comandante
durante l'epoca d'oro dei samurai. Alcuni intagli dorati rappresentano
un
dragone che sputa fuoco coprono in gran parte la guaina "E...
è
fantastica..." commenta
strabiliata Hitomi, osservandola. L'uomo annuisce compiaciuto al
commento,
porgendo alla ragazza la katana. La prende timidamente, tastando
delicatamente
con i polpastrelli la
spada "Ti piace ? Si chiama
Shinsengumi. Era appartenuta a Takeshi Yoroki, incredibile samurai. Si
diceva
che quando era appena ventenne, Takeshi era praticamente
inutile e incapace come samurai e spadaccino. Un giorno però
trovò questa katana
da poteri divini. Da allora divenne
uno spadaccino
formidabile nonchè acquisì
un'abilità assurda nelle arti marziali.
Qualità che fino a poco tempo prima non possedeva
minimamente..." spiegò tranquillamente
l'uomo. La ragazza rimase
lì ad ascoltare sbigottita
"Intende dire che questa katana... che questa katana è
magica ?"
chiede la ragazza. La sua era
un'insolita
storia, ma comunque una leggende e le leggende hanno sempre avuto un
fondo di
verità. L'uomo commenta la domanda con una risata divertita,
insieme ad una tosse
roca e qualche leggero dolorino da tutte le
parti. I soliti problemi dell'età direbbe lui "Magica ?
Magica dici ?
Può anche darsi... Ma il potere degli
dei è fatto per il bene, e Takeshi non seppe
utilizzare con giudizio questo potere..." risponde
l'uomo, mentre si sedevae di nuovo sulla panca, sospirando. Prende
dalla tasca
interna del pesante giacconte verdone che aveva indosso un pacchetto di
sigarette e, dopo averle analizzate una ad una,
come
solo un medico accurato sa fare con un paziente, ne prende una e
l'accende da
un'accendino nero. Aspira la sigaretta e rigetta il fumo in un lungo
sospiro
"Ehm... in che senso non seppe utilizzarlo a dovere ?" chiede
curiosa, mentre osserva attentamente le sue mosse lente e stanche.
"Bhe,
si dice che nei primi mesi con questa katana il suo potere
andò gradualmente ad
aumentare, diventando in soli 4 mesi
potentissimo.
Ormai era molto temuto ma allo stesso tempo si era fatto molti nemici
che lo
spiavano e cercavano di capire la fonte di un così
improvviso potere.
Scoprirono quindi che lui, anzi, che la sua spada aveva un potere
incredibile:
realizzare i desideri degli uomini" "I desideri degli uomini ? Cioè...
come un genio della
lampada?" "No, no... per carità !! I desideri degli uomini
si possono
definire anche come scopi nella vita, realizzazioni,
aspirazioni per il futuro, una semplice voglia momentanea. Tutto può essere definito un desiderio,
purchè venga dal cuore. Infatti
quello di diventare un forte samurai era un
desiderio nascosto nel cuore, ma il potere significa anche
responsabilità,
qualcosa a cui Takeshi non era abituato e quindi i suoi desideri
divennero
sempre più impuri e lui divenne sempre più
ambizioso e desideroso di potere che
perse tutto nella disperazione e nella solitudine" termina il racconto,
aspirando la sigaretta e sospirando profondamente. "Che
storia triste..." commenta
alla fine Hitomi,
abbassando lo sguardo ad osservare una spada "tanto magica" per
l'uomo. L'uomo sorride un poco poi
riprese "Abbastanza,
solo che Takeshi non conosceva gli effetti collaterali
della spada. Gli
dei fecero scendere dai cieli questa spada perchè aiutasse
gli uomini a migliorare il mondo, e un suo uso sproporzionato
mandò loro in
collera, punendolo severamente. Così che il potere positivo
della spada cambiò, divenendo parzialmente neutro. Ma
anche più potente. Infatti
si diceva che, chiunque
dormisse nella stessa stanza con questa katana, potesse prevedere il
futuro o
peggio... gli effetti e le conseguenze di un desiderio futuro" La
ragazza
rimane poco ad ascoltare le parole dell'uomo, assorta dalla katana che
ormai
l'aveva rapita completamente "Quanto costa ?" chiede nettamente e
senza indugi. Ormai la voleva solo per sè. L'uomo getta la
sigaretta e la
spegne con lo scarpone. Ridacchia allegramente come aveva
sempre fatto negli ultimi venti minuti "Il suo valore
è di 5000
yen, ma a te faccio 3000 yen. Ci stai
?" Hitomi rimane
un poco a pensarci. Era una ragazza molto impulsiva e questa sarebbe
stata la prima volta che avrebbe pensato a quello che
faceva, invece di
buttarsi immediatamente. "Accetto !!" risponde convinta e con un
volto serio, prendendo i soldi dal portamonete. Paga l'uomo e si
allontana
felicemente, soddisfatta anche del suo ultimo acquisto "Buona
fortuna... Hitomi
Arakawa" ride di nuovo, accendendo una nuova
sigaretta.