Vorresti sapere quanto grande è l’amore in
cuore grande come il mio pugno?
Vorresti sapere quanto è radicato profondo
nell’anima quell’incredibile sentimento?
Anche se tu lo volessi sapere, io
non ti saprei rispondere. E’ troppo.
Da dire, da scrivere, anche solo da pensare. Eppure c’è.
Non puoi nemmeno immaginare quanto sia
inverosimilmente potente da darmi la forza per andare avanti persino
così. Non è una cosa normale per me. Decisamente
no.
Senza volerlo mi sono messa a pensare a quello che è
successo oggi…e come in un lungo flash back ho
rivisto ogni secondo, ogni singola mossa. Sarebbe un bel film, sai?
Scenografie, personaggi, è
tutto perfetto…e sarebbe bello girarne uno nuovo, ancora meglio.
E crederesti alle mie parole se ti dicessi
che oggi mi sono rinnamorata di te?
Proprio così…come una seconda prima volta ti ho
rivisto sotto quella luce…mi sono rinnamorata del modo in cui mi parli, specialmente
se mi mostri qualcosa e con una voce dolce ti metti a
spiegare quello che rappresenta o perché me lo hai mostrato, o del modo
in cui ti muovi, quando mi guardi con quegli occhi verdi, o ancora, quando mi sfiori.
Sono stati brividi. Uno per uno.
E non mi sono mai sentita bene come quando stavo a fianco a te, anche senza dire niente, senza fare niente.
Così…insieme e basta.
Scusa poi, se sull’autostrada mi sono appropriata della tua mano: improvvisamente…ero triste.
Dannatamente triste. Proprio come quando hai la
consapevolezza di star sognando e che presto ti dovrai risvegliare tornando
alla realtà. E non è forse
simile? Per me stare con te è vivere un sogno, mentre tornare a casa
sarebbe stare senza di te…….ossia, la mia sofferenza.
Quindi, avevo bisogno di sentirti proprio nel senso della
parola, di sapere che stavi ancora con me.
Che c’eri. Ma,
è possibile un comportamento del genere?
Sembrerebbe assurdo, tuttavia, mi rende
consapevole di una cosa…
…del fatto che ti amo, e che sia per davvero.
Beh, è stata una bella giornata. Finita forse un
po’…”così”.
Non mi piace salutare le persone da un treno. Hai sempre
poco tempo, e non sai mai come sfruttarlo al meglio: vorresti fare tremila cose,
eppure alla fine non ne fai nemmeno una. E’ tipico.
E poi, con la pressione della paura
di perdere un treno, che avrei perso volentieri, non è stato di certo
meglio. E il ferroviere, che proprio in quel preciso
momento doveva fischiare.
Un bacio sbiascicato in due minuti non era quello che avevo
sperato. Ma mi sono accontentata.
Anche se a malincuore sono salita su un
vagone deserto. E tu…in piedi là
fuori.
Non è triste? Non è una merda?
Si, divento volgare…scusa. Ma
sono arrabbiata. Volevo solo altro tempo, niente di più.