Alle porte del buio

di Damnatia
(/viewuser.php?uid=482670)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Roma, anno scolastico 2010/2011.
Mi chiamo Nimoe, ed allora frequentavo la terza media nella stessa deprimente Scuola di Suore Angeliche in cui stavo dall'asilo e in cui mia sorella aveva studiato dall'asilo alla maturità.
I miei compagni di classe erano per la maggioranza persone che conoscevo dalle elementari.. tra quelli arrivati due anni prima c'era Alex, un ragazzo alto, moro, con la pelle quasi perlacea. E' stata la mia prima cotta, in assoluto.
Quell'anno diventammo amici inseparabili, con lo stesso sentimento l'uno per l'altra e viceversa.. lo nascondevamo. Chissà poi perché, forse per paura di rovinare la nostra amicizia..!
Odiavo tutto di quella scuola: l'ambiente era ovattato, fuori dalla realtà, falsamente puro. Per sopravviverci dovevi diventare una pettegola secchiona. Non riuscii mai a diventarci ma cercavo sempre di fingere.. avevo paura di troppe cose, lì dentro. Tutti erano, ovviamente, rigorosamente cristiani e difatti nell'edificio c'era una Chiesetta in cui ci portavano ad assistere alle Messe ogni volta che c'era un'occasione per celebrarla.
Allora ero anch'io credente, addirittura omofoba. Infatti mi odiavo perché sentivo la mia coscienza mordermi e mangiarmi dall'interno quasi volesse dirmi: "Tu non sei questa".
Ed aveva ragione.
Il giorno del mio esame orale, lo ricordo ancora, avevo una camicetta a maniche corte, a quadretti neri e bianchi e dei jeans neri. Ho sempre avuto un viso angelico ma uno sguardo molto vivo, quasi aggressivo.. così cercai di addolcire il mio viso legandomi i capelli in una coda di cavallo molto ordinata, ma non è che l'effetto cambiasse molto.
Mentre camminavo verso i professori mi resi conto di avere ancora in bocca la gomma da masticare che mia madre mi aveva dato poco prima. La deglutii per evitare di fare brutta figura.. ma la professoressa di Spagnolo, la mia preferita, fraintese il mio gesto come un "atto" di paura e mi fece uno sguardo rassicurante.
Mi tennero interrogata per ben trenta minuti, cercavano sempre di mettermi in difficoltà ma sapevo le mie cinque tesine perfettamente.
Come ultima cosa feci vedere ai docenti il video che avevo fatto al PC, in cui trattavo l'energia nucleare e la radioattività.
Le immagini, gli effetti, le transizioni.. era tutto perfetto. Ma non ci fu cosa che mi diede più sicurezza della canzone di sottofondo: 'Space bound' del mio idolo Eminem.
Tutti i professori si congratularono con me, per ultima quella di Matematica, che mi disse: "Dunque hai scelto il Liceo Artistico.. allora il prossimo anno verrai a trovarci con i capelli blu!" e rise.
Io sorrisi educatamente e dopo un ultimo 'Grazie' mi girai assumendo un'espressione di estremo disgusto e stanchezza emotiva.
Uscii da quel posto e non vi ritornai mai.. mai più.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1977789