Graduale, il risveglio, che inizia con la vaga coscienza di
esistere, come se stessi tornando da un confortevole e caldo limbo, e poi
arriva, malvagia, la sensibilità in tutto il corpo.
Poi la pesantezza, terribile, come se fosse una pietra
tombale quella che giace su di me.
I polmoni bruciano, come se una creatura infernale avesse
già cominciato a riempirli del suo acido respiro, perché se muori vai
all’inferno, Nikki, e questa è l’unica certezza che hai nella vita.
Ladra, attricetta, truffatrice, prostituta: tu che da sempre
hai cercato di raggiungere la bella vita, tu che non ti sei mai fermata di
fronte a niente… sempre attenta a non morire, sempre attenta a sfuggire a
quell’inferno che sentivi incombere su di te.
Cerchi di trarre un altro respiro, e ancora il soffio
demoniaco ti riempie i polmoni –Cristo, fa male!- ansimi, tossicchi, ma non
puoi farci niente se i polmoni ti si riempiono di sabbia, e con gli ultimi
guizzi di vita capisci che qualcuno ti ha fregata, che qualcuno c’è riuscito ad
ucciderti alla fine.
Una vita, cos’è una vita senza dignità? Cos’è una vita senza
divertirti, senza avere la gioia di vivere?
Ma ancora di più, cos’è mai la dignità?
L’ho cercata in una vita agiata, e poco importava se
disonesta: ho occhi per guardarmi attorno, e l’ho visto come finiscono quelle
che non scendono a compromessi, quelle che rimangono integre. Io ho sempre
cercato di essere la migliore, di usare le mie possibilità, ma l’unico modo che
ho trovato è stata la disonestà.
Sono gli ultimi spasmi della morte quelli che adesso mi
fanno muovere la mano? Riesco a spostarla, segno che ancora sono viva,
nonostante l’asfissia che atroce minaccia di farmi perdere i sensi, e infine
tocco qualcosa di caldo, di umano… la tua mano, Paulo… io ti amavo, ti amai dal
primo giorno, e sempre, ma non lo sapevo.
La tua mano si muove convulsa, e io provo ad aprire gli
occhi perché la mia anima vuole uscire dal petto, vuole andarsene da questo
corpo meschino, vuole abbracciare la tua e annegare per sempre nelle lacrime
che hai versato per me, quelle lacrime che alla fine hanno avuto la meglio su
questo cuore di pietra! Non mi lasciare, non mi lasciare adesso che sento la
mia vita travolta e ingoiata dalla terra rovente, non smettere di muovere
convulsamente le dita, non cessare di emettere un respiro roco e sofferente: ne
ho bisogno, ho un bisogno disperato di sentirti accanto a me, di sapere che non
mi hai lasciata, che non ti importava dei miei sbagli!
Mi ero creata il mio mondo ideale, dove io e te saremmo
stati come una grande coppia di truffatori da cinema, belli, amanti,
invincibili; avevo deciso senza rendermene conto di segregare il mio cuore alla
parte più infima, a non interpellarlo più. Se non pensi all’inferno, non ti può
raggiungere.
Ma mi sbagliavo. Mi sbagliavo, e l’inferno è venuto in
cielo, e le fiamme irose hanno risalito quelle vie a loro precluse da secoli
per prendermi, per afferrarmi alla vita e trascinarmi giù nel fango che non
volevo, nel fango che mi sono procurata da sola. La dignità, la dignità di una
persona! Cosa conta il denaro, quando ti accorgi che all’inferno non c’è nessun
Caronte da pagare? Quando ti accorgi che muori –dannazione, è l’inferno!- e ci
sono solo fiamme, e c’è solo dolore, e buio, e la tua mano ancora qui, unico
frammento di una vita, unico ricordo!
Con il terrore di aprire gli occhi, sento le lacrime
scivolare ai loro angoli, bagnare la sabbia impietosa di quest’isola divina.
Isola, sei l’angelo vendicatore? Sei tu, paradiso incontaminato, che conosci i
nostri cuori, che sai bene come farci pentire?
Ma io lo sapevo, Paulo. Io l’ho sempre saputo che tu mi
amavi, e l’ho dato per scontato. Io lo sapevo, lo sapevo e adesso il mio cuore
si spezza lentamente, con un’atroce tortura, e sanguina dolce e amara
conoscenza; lo sapevo ma sono stata cieca, o solo troppo abituata a non
ascoltare il cuore. I diamanti… i diamanti che ci hanno uniti nella loro
ricerca, i diamanti che mi hai nascosto per amore, loro –che siano maledetti in
eterno!- mi hanno accecata con le loro promesse di falsa dignità.
Cosa vale l’acqua in confronto ai diamanti? Cosa può mai
valere un’insignificante goccia d’acqua salata, di quelle che si trovano a
miliardi nell’oceano, rispetto a quella rarità prodotta dal ventre della terra?
Eppure ai miei occhi valsero di più, quelle tue lacrime,
quegli occhi meravigliosi e veri, così opposti alla mia fredda maschera,
l’ultima cosa che ricordo e che voglio ricordare. Delle lacrime, finalmente
vere, mi hanno convinta più di qualsiasi altra cosa, e il mio cuore ha battuto,
ed è stato meraviglioso.
Ma non ho avuto tempo di pensarci, troppo frenetiche quelle
ultime ore che mi riservava la vita. Avrei voluto amarti, amore mio, avrei
voluto stringerti tra le braccia e farti sentire il mio cuore, avrei voluto
piangere e farti vedere che sono vera e viva, avrei voluto ridere spensierata
con te, e ricominciare dal cuore.
Ti avrei amato, per la prima volta e davvero, ti avrei
amato, ti voglio amare, Paulo! Ma l’isola si vendica, e io che aspiravo ad
innalzarmi sopra tutti, a brillare come stella solitaria, finisco sepolta viva
con la morte che si vede solo nei film horror, e tu che volevi solo amarmi,
muori accanto a me e per mano mia.
Non li apro gli occhi, non voglio essere certa, non voglio
che esista altro oltre ai miei polmoni ormai riarsi e inutilizzabili, voglio
che si sciolgano quelle pietruzze dolorose e minuscole contro la mia pelle,
voglio che rimanga solo la tua mano e che il tuo ultimo movimento, il tuo
ultimo spasmo di vita, tu lo viva insieme a me.
-… no… la ma… no…-
Mi capisci fino alla fine, e fino alla fine mi sei accanto,
meravigliosa persona che non ti sei fermata all’apparenza, che hai sognato una
vita con me. Mi hai spiegato la dignità, con l’ultimo tocco della tua mano.
Si vive insieme, si muore da soli, mi hanno detto.
Ma la mia dignità, l’ho trovata morendo insieme a te, e non
è poi così terribile morire sepolta viva, non è poi così terribile sentire il
momento del trapasso, non lo è, se muoio con te.
Non importa, perché tutto l’acido e le fiamme che mi
avvolgono, le fiamme dell’inferno che alla fine mi stanno avvolgendo, non
contano niente, in confronto al dolce sguardo che si è impresso nella mia
mente, tutto l’odio e l’avidità che ho provato, non sono niente confrontate al
tuo amore genuino e disperato.
Tutta una vita di denaro e di sogni di vana grandezza, non
sono niente a confronto dell’ultimo soffio di vita che esali accanto a me,
niente, quando hai salvato il tuo ultimo istante per farmi sentire speciale.
Ho vissuto da sola, sono morta con te.
Ebbene, eccomi qua con il mio primo lavoro su Lost… c’è da
dire che la puntata che ho visto ieri (povera me che sono costretta ad
aspettare che lo passino in tivù!), dopo un momento di orrore, mi ha lasciato
una gran dolcezza, e quasi dispiacere per la sorte di Nikki e Paulo. Spero di
essere riuscita a esprimere qualcosa ^^ aspetto commenti.
Shaida