Proliferazioni di cenere.

di Dulcamara_KR
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Proliferazioni di cenere.




Riesumo, annego;
mi prolasso nei baluardi
delle proliferazioni di cenere.

Collasso, deturpo:
è l’ambiente malsano
dei giocatori di Venere,
dei soliloqui abdicati
dalle sintesi organiche
degli omicidi d’antitesi.
Prospera l’abiosfera
nelle atmosfere coagulate,
nei silenzi ingoiati,
nei silenzi masticati,
brancolanti, sincopati,
in silenzio.
Naufrago in un pleonasmo
di dita cartacee, modulatori
di defecazioni incolori,
testicoli in ologramma
sulle locandine siglate
delle ferrovie senza treni.
Viaggio:
è un atterraggio di crani,
un ancoraggio smarrito
in un impervio passaggio,
e assaggio palpitazioni
abbozzate sulle rotaie;
un corpo in affanno
in un glaucoma configurato
di ululati in ipotermia.
Caligine è profusa
negli organismi amorfi,
nelle sillabe in estensione
delle comunicazioni in arresto
e busso al mio ingresso
che ingoia i passanti;
lo strepitio delle suole
non è concesso,
la dilatazione labiale
è indigesta.
Una smorfia sulla soglia;
il mio accesso si è deflesso,
addosso,
dimesso.




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