Preghiera
Fingi che il cuore non sia sgonfio e secco del sangue che fluisce lento. Fingi che l'anima non sia spenta della sua luce fulgida. Fingi che il corpo non riporti quelle cicatrici, lasciate come dono dal mondo.
Dove questo essere possa ormai vagare, il mio cervello non riesce a immaginarlo. Forse può solcare ancora le eremitiche onde lontane nelle acque profonde e calme. Dimmi se può ancora colorare il mondo con i suoi colori e non rischiare di morire mestamente in un grido spezzato.
Tenue si farà il fiato nello strozzarsi lentamente, il cappio stringerà per rubare l'ultimo respiro restante, rantolo di ricerca reiterata e ritorno raziocinante nel rimorso rinato.
Guardo nello specchio rotto un riverbero di fuochi, oramai estinti. |