Quando
Elisa e Valentina quel pomeriggio si recarono alla premiere di War
Horse, il massimo che speravano di raccattare erano un paio di
centimetri di stoffa della giacca di Tom Hiddleston o, che so, qualche
pelo del petto di Benedict Cumberbatch.
Ovviamente la
loro immensa fortuna fece sì che, a pochi chilometri dalla
destinazione, una gentile vecchina decidesse di attraversare la strada
e, giunta a metà del percorso che l'avrebbe condotta
dall'altro lato, un malore improvviso la colpisse, uccidendola
all'istante. Inutile furono le loro proteste, la vecchina proprio non
voleva capire che non era né il luogo né il
momento adatto per avere un infarto!
Con
più di mezz'ora di ritardo infine le nostre eroine
riuscirono ad arrivare al luogo in cui, con un pizzico della loro
famosa fortuna, sarebbero riuscite a incontrare gli attori che
popolavano tutti i loro sogni e le loro più rosse fanfiction.
Si
affrettarono ad entrare, il fiatone causato dalla corsa di due metri e
tre centimetri che avevano dovuto compiere per raggiungere l'entrata
del teatro, stremate dall'immenso sforzo. Quando perciò
dinnanzi a loro si presentarono ben cinque rampe di scale, decisero
unanimemente di prendere l'ascensore lì accanto. Lo
chiamarono con urgenza, gli ormoni in fermento che attendevano
impazientemente la loro dose giornaliera di Cumber e Hiddles-Butt.
«Ehi,
credi che a Benny-Benny questo piacerà?» chiese
esaltata Valentina, appiccicando un foglio alla faccia di Elisa.
Quest'ultima lo afferrò, guardandolo concentrata. Dopo un
paio di secondi, tuttavia, lo sguardo si fece sempre più
confuso, mentre ammirava quel piccolo capolavoro d'arte di cui la sua
amica sembrava andare così fiera. Provò a girarlo
di novanta gradi, poi lo sollevò alla luce, sperando in un
miglioramento. Finì per rinunciarci, restituendo il foglio a
Valentina.
«Ehm,
bello. Cos'è?»
«Ma
ovviamente siamo io e Benny che corriamo abbracciati verso il tramonto!
Vedi lo sguardo di puro amore che ci scambiamo? Credo sia stato il
profondo legame che vi è tra le nostre anime a permettermi
di disegnarlo così bene.» Le spiegò con
un sospiro, lo sguardo sognante. Elisa fissò perplessa il
disegno per qualche altro secondo, chiedendosi come quelli che le erano
sembrati dei palloncini flosci potessero effettivamente essere dei
volti.
L'ascensore
nel frattempo era arrivato e le due ragazze vi entrarono
frettolosamente, infastidite nel constatare che vi erano già
altri consumatori di ossigeno all'interno. Schiacciarono velocemente il
pulsante del terzo piano, quello che sapevano ospitare i camerini
grazie ad un accurato studio della piantina dell'edificio per nulla
ossessivo.
Avevano
pianificato con accuratezza di recarsi alla premier con quattro ore di
anticipo, così da poter sgattaiolare nei piani chiusi ai
fans senza troppi problemi; solitamente gli attori arrivavano dopo
l'orario di inizio, ma le ragazze avevano scoperto che vi sarebbe stato
un piccolo spettacolo inscenato proprio dai protagonisti del film, che
perciò sicuramente avrebbero dovuto prepararsi. L'intoppo in
strada aveva fatto perdere loro mezz'ora, ma in casi estremi avrebbero
sempre potuto aggredire i due "talentuosi" attori ( L'interpretazione
della parola talento è a pura scelta del lettore ) per
esprimere loro la ammirazione.
Improvvisamente,
le luci saltarono per un momento e l'ascensore si fermò con
un sinistro scricchiolio. Non appena le due si resero conto
dell'ulteriore intoppo, si guardarono e iniziarono a produrre un suono
gutturale che poteva passare per il richiamo d'amore disperato di una
balena morente, il che rifletteva molto bene lo stato mentale in cui si
trovavano al momento.«Merda, questo dannato coso non
funziona!» esclamò una voce profonda, la stessa
voce in cui le ragazze si erano fin troppo spesso crogiolate nel buio
delle loro stanze.
Subito, il
richiamo lagnoso si trasformò in un trasportato lamento in
stile monaco tibetano, mentre si giravano lentamente con aria affamata
(non di cibo).
Berritip
Crumpetsnatch se ne stava con la schiena appoggiata alla parete
dell'ascensore, la fronte corrucciata in un'espressione da gufo
incazzato e le lunghe dita che scorrevano frenetiche sullo schermo del
telefono, mentre Tom lo guardava con aria ebete, declamando la sua
frase più famosa: «Eheheh.»
Sentendo il celestiale richiamo, Elisa e Valentina si sentirono
obbligate ad osservare un minuto di ossequioso silenzio con la mano
destra sul cuore, come l'Hiddlescul(t)o imponeva.
Notando
l'improvviso silenzio, i due uomini sollevarono la testa e guardarono
le ragazze.
«Oh,
perdonatemi, ero distratto, buondì!» disse
cordialmente Bendifrack Currypot, porgendo la mano
«Scusatemi, mi presento, il mio nome è
B...»
Non
riuscì a terminare la frase, interrotto dal tonfo del sedere
di Elisa, che cadde a terra svenuta, contro il pavimento.
Immediatamente dopo, quello che pareva il suono di un gattino
strangolato riempì l'ambiente.
Tom
iniziò a guardarsi intorno con aria preoccupata
«Eheheh, qualcuno ha schiacciato un micetto?»
chiese, sollevando le sue chilometriche zampe da giraffa (rischiando di
cavare un occhio a qualcuno per giunta), controllandosi la suola delle
scarpe e invitando i presenti a fare lo stesso.
Nel frattempo
Bettermutt Cricklecrack era accorso in soccorso di Elisa (questo gioco
di parole sarebbe stato commentato da Tom con un suo altro profondo
aforisma: «Eheheh»), sollevandole le gambe.
«Tom,
vieni a darmi una mano!»
«Eheheh,
vuoi un bicchiere d'acqua?»
Brizzlerock
Csarripuff alzò gli occhi «Tom. Siamo bloccati in
un ascensore. Dove diamine la dovresti recuperare l'acqua?»
Tom si
limitò a regalare ai presenti un'altra perla:
«Eheheh»
Poi, si mise
ginocchioni dietro a Elisa e iniziò a massaggiarle le
spalle, mentre il suono del gattino strangolato si faceva sempre
più forte.
La ragazza
aprì gli occhi e Tom le occupò l'intera visuale
con il suo magnifico testone «Eheheh Benedict guarda,
è fantastico: si è svegliata!»
«Tutto
bene?» chiese Bestrignaf Cuperdott, provocando un secondo
collasso ad Elisa, che svenne nuovamente.
«Eheheh.»
I
due inglesi iniziarono nuovamente a fare del loro meglio per farla
risvegliare, quando il famigerato gattino (ossia Valentina)
strillò, afferrando le gambe di Elisa e lanciandole via
«Ma insomma, anche io necessito di attenzioni! Da quando in
qua ci si prende cura della gente che sviene dimenticandosi degli
altri, eh? Eh?» esclamò con insistenza.
Banana
Cetriolino assunse un'espressione sinceramente mortificata
«Per l'amor del cielo, mi dispiace, scusa davvero, non
intendevo essere scortese nei tuoi confronti, oh mio dio...»
continuò a scusarsi, per il profondo piacere di Valentina,
che decise di fermarlo solo quando vide che il suo interlocutore
sembrava essere sull'orlo di una crisi di nervi.
«Scuse
accettate.» disse, quasi facendo le fusa.
«Eheheh.» aggiunse Tom, facendo girare i due verso
di lui.
Elisa si era
svegliata di nuovo e si era messa a sedere accanto a lui, fissandolo
con sguardo stralunato mentre Tom le faceva ciao con la mano.
«Scusatemi,
non dovrebbe esserci un pulsante per chiamare aiuto?»
«Pulsante?»
chiese Valentina, cacciando un cucchiaino dalla borsa (ah, la roba che
ci teneva lì dentro... Probabilmente c'era anche qualche
topo morto.) e girandosi verso il tastierino. Cavò via il
pulsante con un sonoro "pop", per poi continuare «Quale
pulsante? Non ci sono pulsanti di emergenza.»
«Eheheh.»
«Oh
my Goooood!» esclamò ad un certo punto Bertomaso
Caspitan, per poi guardarsi confuso attorno, lo sguardo particolarmente
somigliante a quello di un piccione che colpisce una finestra
«Ero io quello?»
«Ooops,
scusate.» fece velocemente Elisa, tirando fuori il suo Ai-Fon
e controllando il messaggio che aveva evidentemente emesso il divino
suono ( per la felicità di Valentina che ora era indecisa se
inginocchiarsi e ripetere la preghiera già riservata alla
composta e decorosa risata di Tom oppure eseguire una danza della
fertilità ). «Ehehehehehe, la mia faccia e sul tuo
cellulare!» asserì Tom indicando gioioso il
fantomatico cellulare, che difatti aveva una cover raffigurante la
faccia del l'uomo dagli occhi grigi verdeggianti di blu.
«Che?
Questa? Non so da dove provenga! Non l'ho mica ordinata su internet
così da poterla sbaciucchiare ad ogni ora, no,
no.» li rassicurò Elisa annuendo nevroticamente e
lanciando il telefono in aria dietro di sé e facendolo
frantumare contro il muro.
Burrito
Cantante lo fissò sgomento, il cervello che sembrava
mettersi faticosamente in moto «Se ti è arrivato
un messaggio allora c'è linea!» comprese infine,
le orecchie che fumavano per colpa dell'estremo sforzo a cui si era
sottoposto. Prese il suo telefono dalla tasca ( la mancanza di graffi
suggeriva che non bevesse [cit.] ) e cominciò ad allungare i
suoi arti così da raggiungere ogni angolo del piccolo
abitacolo nella speranza di racimolare una tacchetta di campo.
Provò
in ogni punto possibile, ma l'unico risultato fu quello di ritrovare i
suoi arti attorcigliati attorno ai suoi compagni di prigionia
avventura, con Elisa e Valentina che ci si erano spalmate sopra
cercando di raggiungere il sacro pacco.
«Guarda
lì quanti gattini!» miagolò ( Eheheheh
) Valentina, cercando di allungarsi come aveva fatto Bortecchio
Cumpagnolo, ma rinunciandoci presto per colpa delle sue membra
rachitiche ( bambini, evitate di passare troppe ore davanti al pc
altrimenti diventate come queste due bradipe ).
«Saranno
almeno 4!» concordò Elisa, le lacrime agli occhi.
«Dove
sono i gattini?» chiese famelico Tom, guardandosi in giro con
occhio attento. Poi sembrò ricordarsi qualcosa di importante
«Oh, scusate.» disse, schiarendosi la voce per poi
prorompere in uno squillante «Ehehehehehe!»
«Nei
vostri pan...» cominciò Valentina, ma Elisa le si
gettò addosso «...nzerotti!»
urlò per sovrastare il gemito di dolore lanciato dall'amica.
«Eh?»
chiese Brontolasio Cocompersh.
«Ehehehehehe?»
gli fece eco l'altro inglese ( Sul serio? Dobbiamo specificare? ).
«E'
il nostro sistema di misura dei pen...» provò
nuovamente Valentina, la voce che proveniva da un angolino imprecisato
del pavimento. Anche questa volta, tuttavia, Elisa fu più
veloce di lei «PIEDI!» gridò, poi per
buona misura si alzò e si risedette su Valentina, che emise
un altro lamento che pareva il suono di una suora clandestina beccata a
mangiare le candele destinate ai fedeli.
«Vedete,
siamo molto interessate all'argomento.» spiegò
candidamente Elisa ai due soleggianti uomini «Siamo..
ehm...»
«Calzolaie?»
suggerì debolmente una voce da sotto la scarpa di Elisa, che
venne subito zittita da una pedata.
«Ah,
oh, questa è effettivamente buona. Sì, proprio
così. Siamo calzolaie!» annunciò
entusiasta, mentre Bongoduck Cuddlebus e Tom Hiddelston la fissavano
sorridendo, gli occhi accesi di interesse.
«Fantastico!
Incredibile! Geniale! Eheheheheh!» esclamò Tom,
battendo le mani. Elisa a quelle parole si sciolse, permettendo
così a Valentina di liberarsi dalla sua stretta e scrostarsi
dal pavimento di cui era ormai diventata parte.
In
quel momento l'ascensore riprese con un brusco scossone a muoversi,
arrivando in pochi secondi a destinazione. Non appena le porte si
aprirono, Tom e Bartolomeo Crappuccino uscirono elegantemente
dall'abitacolo, agitando le manine per salutare le due ragazze che
tentavano invano di afferrare loro le gambe per trattenerli.
«Signorine»
fece Bomboto Curtolomo inchinandosi «E' stato un vero piacere
conoscervi»
«Eheheheh.»
salutò Tom, facendo un cenno con la testa.
Poi le porte
dell'ascensore si richiusero.
«Be',
che dire, è stata un'avventura piacevole!» disse
Elisa telepaticamente a Valentina, in quanto nessuna delle due dopo
l'esperienza era più in grado di parlare.
«JDCIJGBVOHYLJN!»
fu il commento dell'amica.
Elisa
annuì, pienamente d'accordo, poi schiacciò il
pulsante per tornare al piano terra.
Quando questo
si fermò al secondo piano, entrambe le ragazze erano troppo
assorte nei loro film porno mentali per accorgersi del nuovo arrivato.
«Ehilà!»
le salutò questo, beccandosi un'occhiata inceneritrice per
averle interrotte. L'occhiata tuttavia si trasformò in uno
stucchevole sguardo innamorato, non appena le due si resero conto che
il fastidioso interruttore di sogni rossi come un semaforo altri non
era che Robert Downey Jr.
Poi,
l'ascensore si bloccò.
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