Hitlers Rache [la vendetta di Hitler]

di LaVendetta
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Milano, ore 23.12. Mario correva, correva più veloce che potesse. I suoi passi echeggiavano per la buia stradina che passava tra gli alti condomini della città. Un lieve vento fresco sollevava le foglie secche che giacevano inermi sull'asfalto umido. Un lampo illuminò la via, dapprima immersa nel buio. In quella frazione di secondo vide ciò che l'oscurità celava: la strada era chiusa. Game Over. Aveva giocato le sue carte, ora era finita. Eccolo. Eccolo svoltare l'angolo. Eccolo uscire dal buio col suo passo fiero e lento, sicuro e disinvolto. Ecco la figura. Sul suo fianco penzolavano le braccia. Una di esse terminava con un oggetto luccicante. Mario pensò che avrebbe dovuto lasciare qualcosa, un segno, uno spunto che avesse permesso a qualcuno di scoprire la verità. Lui sapeva tutto, ma era l'unico. Oltre che la figura. Pensò ai documenti che aveva in tasca. Dietro di lui c'era uno scatolone pieno di carta e gli venne l'idea. Senza farsi vedere, li appoggiò sul mucchio con un gesto delicato. Il nascondiglio perfetto: carta tra carta, sperando che qualcuno l'avesse trovata. La figura gli si avvicinò sempre più. L'oggetto luccicante emise un suono ben riconoscibile. Il suono del cane e del proiettile che entrava in canna. Il suono che precludeva la sua morte. Mario s'appiattì contro il muro. “Tanto ti vedo” disse la figura, con tono indifferente e quel maledetto accento tedesco. “É inutile che cerchi di sfuggire al tuo destino, das ist doof”. Das ist doof diceva lui, è sciocco. Ma lo sciocco è stato lui che non gli aveva sottratto i documenti quando ne aveva avuto la possibilità. Ora, se qualcuno avesse trovato i fogli, sarebbe stato rovinato, quel tedesco. “Desideri dirmi qualcosa, Mario?” disse la figura puntandogli una Magnum al petto. Mario abbassò lo sguardo, fece cenno di no. “Ebbene, tacerai per sempre, stanne certo, morirai con i nostri segreti”. Povero stolto, i documenti firmati da lui lo avrebbero sistemato una volta per tutte e tutti i segreti sarebbero stati svelati. E il loro folle piano, sventato. “Hai avuto la tua occasione” riprese il tedesco. “E ora ciao Mario”. L'uomo prese la mira e puntò l'arma verso il cuore di Mario. Poi, urlò: “Heil Hitler!”. Uno sparo. Iniziò a piovere. Continua...




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