Una nuova giornata sorgeva impaziente ad Amestris, la
regione che nel corso dei secoli aveva sfornato le migliori menti di tutto il
mondo.
Un’alchimista di stato passeggiava tranquillamente per la
città di Central City, godendosi al meglio la fresca aria mattutina e
respirando a pieni polmoni quell’aria così salubre intrisa di cemento e
anidride carbonica, pensando che niente avrebbe mai potuto competere con la sua
grigia e fredda città. La dolce fanciulla, in virgulta
età, non passava di certo inosservata, e non solo perchè al suo passaggio i
fiori appassiti rinascevano e i germogli primaverili sbocciavano in tutto il
loro splendore, ma anche per la sua incredibile bellezza:
aveva infatti due profonde iridi
viola come ematomi appena spuntati sulla pelle, lucidi e profondi, nei quali si
poteva ovviamente scorgere una tormentata ombra; un viso perfetto e albino,
così tanto che molte persone si domandavano se essa fosse una creatura mortale
o un prodigio di Dio “venuto in terra a miracol mostrare”; una capigliatura lunga,
morbida, assolutamente perfetta, e di uno sgargiante e sensuale rosso papavero.
Il suo bellissimo nome, che faceva tremare l’aria era: Mary Sue.
La dolce bambina, che aveva sulle spalle un incarico così
importante come quello di arma umana già alla tenera età di 10 anni, era anche
nota come “Alchimista 3”.
Vi chiederete, perchè?
Il tre è il numero della perfezione, il numero che indica la
trinità, Dio sulla terra, e lei...bastava guardarla per convincere chiunque che
tale ragazza non poteva essere altro.
Così dotata, intelligente e angelica, era senz’altro un
rarissimo dono prezioso.
Ma d’altro canto si sapeva che questa povera fanciullina
condivideva con la sua candida anima la misteriosa ombra del suo passato:
I suoi genitori erano stati sterminati da un terribile
alchimista al servizio dell’esercito, ancora ignoto e potentissimo, che in
pochi minuti le aveva distrutto i pilastri fondamentali dell’animo: la famiglia
e la casa. Da quel momento ella, con grande ardore, si era giurata di farla
pagare al tale Ignotus,
a costo di diventare anche lei
“cagna dell’esercito”. E così era stato.
Il suo piccolo volto, così bimbesco ma già così segnato, si
aprì in un sorriso di stupore quando un piccolo passerotto dalle delicate
sfumature dell’arcobaleno le se poso sulla mano, guardandola come per dire
“sono vicino a te”.
E Mary, d’improvviso, a quel contatto d’affetto, sentì una
crudele morsa al cuore, tanto che dovette ricacciare le lacrime per non
piangere, non doveva. Lei era forte, lei era in grado di resistere a tutto.
Fece così un cenno d’assenso al volatile, che dopo un’ultima
occhiata preoccupata alla sua protetta, volò alto verso il sole.
Sue riprese così la sua passeggiata mattutina. Contava di
riuscire a fare almeno 30 Km
a piedi prima di colazione: era un ottimo allenamento quotidiano, in fondo.
Mentre canticchiava spensierata, incontrò per la strada uno
dei suoi più cari amici:
Edward Elric, alchimista di stato anche lui.
Egli, non appena la riconobbe, le venne festosamente
incontro sventolando la mano quasi come volesse far
staccare l’articolazione dal resto del braccio.
“Buongiorno Mary! Sono contento di vedere che stai bene!
Avevo saputo che nella tua ultima battaglia faccia a
faccia con il Padre, il creatore degli Homunculus in persona, avevi riportato
qualche leggera ferita superficiale, ma mi ero preoccupato!”
La ragazza sorrise, docile ma al contempo spavalda.
“Suvvia, Edward! Sai che io sono sempre in piena forma!
Piuttosto ora hai capito come usare al meglio le potenzialità della tua
alchimia? Prima usavi soltanto metà del tuo potere, ed era un peccato! Inoltre,
devi ricordare ad Alphonse di venire da me a farsi controllare! Anche se grazie
alla trasmutazione da me compiuta ora è tornato al suo corpo originale,
potrebbero esservi effetti collaterali, quali la comparsa di qualche capello
bianco almeno un paio di anni prima rispetto alla normale età!”
L’alchimista d’acciaio inorridì,con
un’espressione che non nascondeva terrore.
“Oh mio dio! Ma allora glielo devo ricordare al più presto!
Grazie ancora, Sue, se non ci fossi tu...”
Il nostro caro biondino arrossì violentemente e abbassò la
testa. Ovvio, erano anni ormai che girava la voce sul fatto che fosse
innamorato perso di quella ragazza...e ormai era quasi una certezza.
Ma non avrebbe mai avuto il coraggio di rivelarle i suoi
sentimenti, lei era semplicemente troppo per lui. Troppo bella, troppo gentile,
troppo umile...una ragazza al di fuori della sua portata.
Si sarebbe dovuto accontentare per sempre della sua amica
d’infanzia, Winry.
Sospirò affranto, dunque. Ma Mary gli regalò uno dei suoi
più bei sorrisi.
“Puoi ben dirlo! E ora...hai capito che cercare la pietra
filosofale era sbagliato vero? Visto, bastava il mio potere! Ma il fatto è che
avete sbagliato sin dall’inizio! Non avreste mai dovuto resuscitare la vostra
povera mamma! Chiaro Edward?”
“Hai ragione, meno male che ti ho incontrato. Stavo davvero
sbagliando tutto!”
I due si scambiarono uno sguardo complice.
“Bè, ora ti saluto Sue! Spero che tu riesca a vendicarti
presto di Ignotus!”
“Contaci! Ciao Piccoletto!”
Una pausa. Poi una risata di cuore da parte del Fullmetal.
Non sapeva nemmeno lui perchè, ma se gli insulti uscivano da quella candida
rosa che era la bocca di Mary, suonavano quasi come una dolce melodia.
Dunque la giovane Mrs. 3 riprese il suo cammino, guardando
fiera il volo di una colomba verso il sole, e sognando il momento in cui
avrebbe compiuto la sua tanto agognata vendetta.
...FINE?
Ora, giustamente, voi lettori potreste chiedere:
ma dov’è il prossimo capitolo?
Finisce davvero così?
Ed io rispondo a voi, povere anime in pena, che questa
storia non ha bisogno di altri capitoli, poichè è ovvio che Mary mozzerà la
testa a Ignotus! Ma insomma ancora dubitate?
Che razza di mondo...
Certo, è scontato! Questa è la FINE.