L'ultimo bacio, mia dolce bambina.
Dedicata a Zhalia94.
Adesso puoi rileggerla. ^^
L'ultimo
bacio, mia dolce bambina?
Cerchi riparo, fraterno conforto
tendi le braccia allo
specchio
ti muovi a stento e con
sguardo severo.
Dante non poteva crederci.
Era successo tutto
così
all'improvviso che non aveva saputo reagire. Ricordava chiaramente che
pioveva, quella sera. Sì, pioveva. Venezia era in tempesta
quella notte.
Non era passato molto
da quando
Zhalia si era infiltrata nella Spirale di Sangue. Un mese, due? Dante
non avrebbe saputo dare una risposta in quel momento.
Che gli mancasse era
ovvio, ma
avevano promesso di impedire che il mondo cadesse in mille pezzi
- un'altra volta. Rinunciare ai propri sentimenti per fare in modo che
gli altri vivessero. Era crudele, lo ammetteva.
Quanto avrebbero sacrificato per gli altri? Che cosa?
All'improvviso tuonò, forte. Un'ombra alla finestra
proiettata
sul pavimento del soggiorno. Riconobbe la sagoma di King Basilisk, il
Titano che apparteneva a Zhalia. Sul suo capo c'era Gareon, vestito
della sua forma Power Bounded.
In quell'istante Dante tremò. Perché erano
lì?
C'era anche Zhalia con loro. C'era anche lei.
Brucia sul viso come gocce di
limone
l'eroico coraggio di un
feroce addio.
La verità l'aveva colpito molto più violentemente
di quanto si aspettasse.
I due Titani custodivano la loro proprietaria con la massima cura.
Entrarono cautamente, depositando la Cercatrice sul pavimento.
Dante avrebbe voluto credere che Zhalia dormisse. Ma era troppo pallida
per esserlo. Troppo.
La ferita sul fianco era ben visibile, il sangue ancora liquido per via
della pioggia. Dante voleva essere razionale.
Zhalia stava solo male, e quella ferita non era mortale. Non doveva
esserlo. L'aveva presa in braccio, l'aveva adagiata sul divano.
Lok e Dan l'avevano presto raggiunto, attirati dal rumore dei due
Titani. Sophie giunse poco dopo.
Dante non riuscì a curarsi della reazione dei suoi compagni.
Voleva sapere se Zhalia poteva ancora respirare. Se poteva ancora
vivere.
Afferrandole il polso lo scoprì.
Magica quiete, velata indulgenza
dopo l'ingrata tempesta
riprendi fiato.
La funzione sarebbe stata semplice.
Nessun parroco a celebrarla, solo Metz che avrebbe recitato le
condoglianze in maniera apatica.
Sophie avrebbe pianto tanto per quell'amica che aveva perso per sempre,
Lok avrebbe cercato di essere di conforto. Dan sarebbe rimasto in
silenzio, ma il dolore di quei giorni sarebbe sempre rimasto sul suo
volto. Lui aveva sempre considerato quella donna un'ancora alla quale
si era aggrappato.
L'intera Fondazione era incredula per quella situazione.
Come poteva essere che Zhalia, una delle migliori spie, potesse essere
stata scoperta?
Era ciò che bruciava di più a Dante, rimasto
impassibile
durante quei giorni. A nessuno, ad eccezione della sua squadra,
importava la morte di Zhalia come persona. Il loro principale problema
era trovare
una sostituta altrettanto brava.
L'uomo aveva smesso di rispondere, e si chiedeva come mai non riuscisse
ad esplodere dal dolore. Qualcosa non glielo permetteva.
Mille violini suonati dal vento
l'ultimo abbraccio mia
amata bambina
nel tenue ricordo di una
pioggia d'argento
il senso
spietato di un non ritorno.
Decise di vederla, proprio quella notte.
Non ci volle molto prima di raggiungere la stanza mortuaria.
Zhalia era lì, vestita di bianco. La sua carnagione era
più pallida del solito, le membra erano irrigidite dalla
morte.
Al collo l'amuleto di Gareon, che dopo aver riportato la Cercatrice a
casa si rifiutava di essere richiamato. Sarebbe morto con lei,
sprofondato in un eterno sonno. A quella vista Dante sorrise, spesso la
donna gli diceva di non meritare quel colore candido, ma di sentirsi
addirittura più sporca con quello addosso.
- Forse sono arrivato tardi. - cominciò, unico protagonista
in quel discorso.
- Sai, l'avevamo promesso. Questa sarebbe stata l'ultima volta che
avremmo calpestato i nostri sentimenti, per il mondo. - fece una pausa.
Era folle, o semplicemente era il dolore ad avergli ottenebrato la
mente.
- Io volevo chiederti di sposarmi, una volta finito tutto. - la sua
voce s'incrinò. - Ma non ho fatto in tempo.
Un altra pausa, si accorgeva solo adesso di piangere. - Volevo
sposarti, avere una famiglia. Invecchiare, insieme a te. Ma non era
destino, a quanto pare.
La sua interlocutrice rimase in silenzio. Dante sapeva che ormai non
poteva più rispondergli.
Come avrebbe reagito se fosse stata ancora viva? Sarebbe arrossita, una
delle poche volte? O avrebbe mantenuto la sua espressione
imperturbabile e avrebbe accettato? E come avrebbero chiamato i loro
figli? Zhalia l'avrebbe minacciato di andare a cullare i bambini che
piangevano durante la notte? Che madre sarebbe stata?
Con amarezza, Dante capì definitivamente che non avrebbe
più potuto scoprirlo.
Mise una mano dentro la tasca dell'impermeabile, estraendo un
cofanetto. Lo guardò con dolore. - Volevo dartelo.
Prese tra le dita l'anello che aveva fatto confezionare da un bravo
orefice veneziano. Prese la mano sinistra di Zhalia, infilandolo
all'anulare. Poi si chinò a baciare le labbra fredde
dell'amata.
- Io non credo nella reincarnazione, o negli spiriti. Ma, se me ne
sarà data la possibilità, voglio vivere di nuovo
insieme
a te.
Di quei violini suonati dal
vento
l'ultimo
bacio mia dolce bambina.
~
Anno 3201
Venezia
- Accidenti! - per
quanto il mondo
si fosse evoluto, niente era riuscito mai a contrastare l'acqua alta di
Venezia. Dante quella mattina si era armato dei suoi anfibi, per poi
uscire di casa. I capelli rossi non sembravano dargli tregua,
appiccicandosi alla fronte per il sudore.
Quel giorno lo
aspettavano tante missioni.
Sospirò,
quando vide la base
della Fondazione completamente allagata. Sofia Casterwill borbottava
sommessamente improperi contro l'acqua che aveva invaso gli archivi, ma
non appena lo vide sorrise apertamente.
- Dante. Reitz ti
stava cercando.
Il ragazzo
annuì,
continuando a camminare lungo il corridoio. Ad un certo punto prese
seriamente in considerazione l'idea di usare uno dei mobili come
traghetto, ma poi l'idea di un rimprovero lo fece desistere.
Arrivato all'ufficio
non si prese
nemmeno la briga di bussare. Entrato con baldanzosa allegria si
ritrovò un paio di occhi scuri a fissarlo.
Era una ragazza,
presumibilmente
della sua età. I lunghi capelli blu erano un particolare che
attirò subito l'attenzione del giovane. Si
ritrovò ben
presto a fissarla, non sapendo bene cosa dire.
- Oh, Dante. - il suo
mentore aveva
rinunciato ad insegnargli la buona educazione. - Lascia che faccia le
dovute presentazioni. Lei è Zhalia Jansen. E' una Cercatrice
olandese che si unirà alla squadra italiana.
Il ragazzo le sorrise
affabile. -
Piacere. Io sono Dante Favaro. - iniziò, tendendole la mano.
La
ragazza lo ignorò, mentre l'amuleto che teneva al collo fece
uscire un Titano.
Gareon
squadrò il ragazzo.
- Gareon? - Zhalia era
la
più sorpresa. Il Titano solitamente era obbediente, non
usciva
mai senza essere chiamato. Lui sembrò reagire, visto che
tornò nell'amuleto.
- Comunque io sono
Zhalia, ragazzino.
Il
Giardino dei lacrimoni:
Nè!
Oh, chi la ricorda alzi la manina! ^^
Diciamo che Vale ha chiesto che fine ha fatto, io ho detto che era
cancellata, e senza dirle niente l'ho riscritta.
L'avevo scritta un anno e mezzo fa, durante la dipartita di Dante il
fandom era pieno delle storie sulla sua morte. Così ho
pensato:
e se morisse Zhalia? Questa storia ne era il risultato.
Visto che l'ho riscritta con lo stile attuale, ho modificato un paio di
cose che ricordavo -e probabilmente tante cose che non ricordo affatto.
Non spiego la dinamica del come&perché Zhalia
è
morta, vi lascio le briglie sciolte alla fantasia.
E il finale.... Beh, sono un'amante dello Happy Ending. Ho cambiato i
cognomi perché mi sembra inverosimile che li mantengano dopo
un
millennio, ma la sostanza è la stessa. E sì,
Sofia
è una delle discendenti di Lok e Sophie. "Reitz" volevo
farlo
assonare con "Metz". Grazie, nomi tedeschi!
E basta, a quest'ora -e dopo la lotta con la connessione- non so
più che dire.
Ah, solo non prendete sul serio le tempistiche di "reincarnazione" e/o
morte.
Detto questo, see ya soon.
Milady Ophelia
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