la guerra degli elfi primo capitolo
Aveva
cessato di piovere da poche ore, il cielo, che fino a poco prima era
nero e scuro, ora si era fatto limpido e il sole illuminava la strada
di terra battuta facendo brillare l'erba e le foglie ancora bagnate.
Una farfalla appena uscita dal bozzolo stava scaldando e asciugando le
ali al sole prima di spiccare il volo incessante della sua breve vita,
ignara di cosa sarebbe avvenuto di lì a poco.
Qualche
minuto dopo, un urlo squarciò il silenzio che avvolgeva la
silenziosa pianura facendo alzare i corvi e gli altri uccelli
appollaiati sui rami del bosco al limitare della piana mentre in
lontananza si iniziò a udire un rumore di zoccoli.
-Presto! Presto! Dobbiamo raggiungerli prima che varchino il bosco!- urlò un comandante a cavallo
-Sissignore!- gli fecero eco due soldati, anch'essi a cavallo.
Poco
più avanti, due figure spronavano i loro cinghiali tentando di
mettere più distanza possibile dagli inseguitori.
-Muoviti, Lyanna, dobbiamo cercare di raggiungere il bosco prima di essere alla portata del loro gelo-
-Non
ce la possiamo fare, Mark, gli animal...- non fece in tempo a finire la
frase, che una vampata di vento gelido gli arrivò a pochi
centimetri facendo imbizzarrire le loro cavalcature, che li
disarcionarono per poi fuggire verso il bosco.
-Lyanna, tutto bene?-
-Si, fratello-
-Bene,
prendi nostra sorella e continua a correre, io cerco di trattenerli
finché posso, al di la del bosco c'è un castello, cerca
di raggiungerlo-.
-Mark, non avrai intenzione di usare il fuoco degli antenati?-
- Non c'è alternativa Lya, non possiamo permettere che uccidano la bimba-
- Fratello... addio-
Le
ultime parole volarono dietro all'esile figura dell'elfa che correva
via verso il bosco, lasciando solo il fratello che si girò dalla
parte opposta, dove stavano arrivando i soldati, e si preparò
alla battaglia.
I
soldati, dopo aver sparato un altro gelido flusso d'avvertimento in
direzione della giovane, raggiunsero il giovane dall'alto profilo,
scuro di carnagione, i capelli argentei e gli occhi rossi come il fuoco
lo identificavano come Drow o elfo scuro. Esso si mise in posizione di
battaglia facendo ondeggiare un poco la tunica nera di cui era vestito.
"L'unico modo di evitare che i tre imperiali uccidano anche le mie
sorelle è quello di usare il fuoco degli antenati", si disse.
Essa è un abilità che tutti i Dunmer conoscevano ma che
nessuno osava usare in quanto portava alla morte e alla chiusura delle
porte del Landural, sapeva anche di non non essere abbastanza forte per
riuscire a farcela da solo contro tre avversari, era ancora un
apprendista nel fiore della gioventù
“Almeno le mie sorelle riusciranno a salvarsi”, pensò.
-Fermo,
in nome dell'imperatore, schifoso abitante del sottosuolo. Per ordine
diretto dell'imperatore Torbal il Grande, primo del suo nome,
imperatore degli orchi e degli umani, nemico degli elfi e degli
abitanti del sottosuolo, sei dichiarato vita non desiderata e quindi da
annientare subito.
-Se devo morire, preferisco portarti con me, feccia umana!- Disse sputando a terra in direzione del soldato che aveva parlato.
Detto
ciò, delle grandi fiamme divamparono dalle sue mani mentre il
fumo usciva dagli occhi che, da rossi, erano diventati neri e, senza
neanche lasciar loro il tempo di urlare e scagliarglisi addosso
sfoderando i loro poteri del ghiaccio, donò il suo corpo allo
spirito del fuoco bruciando i tre armati.
Dal
limitare del bosco, due occhi rossi guardarono il fratello
autodistruggersi per permetterle di salvarsi, riducendosi a un mucchio
informe nero e condannandosi all'eternità nel Tanwall. Portando
con se gli inseguitori aveva permesso a lei di salvarsi ed ora le due
dovevano affrontare le insidie del bosco della pace apparente.
“Anf,
anf, ecco il castello, attraversare il bosco è stata dura, forse
non riuscirò a farcela ma almeno mia sorella ce la farà,
è salva”, pensando ciò, la giovane elfa scura, si
accascio vicino al castello sognando le verdi vallate del Landural,
dove si sarebbe diretta, una volta cessato di respirare, per riunirsi
al grande spirito.
-Signora
matrona, scusi il disturbo, abbiamo rinvenuto il corpo di una giovane
elfa dunmer, vicino all'entrata sud del castello, portava con se una
piccola elfa, anch'essa dunmer. La bimba è in buone condizioni,
probabilmente la madre ha usato la magia della cura del fuoco per
tenere al sicuro la piccola, può essere che sia stato lo sforzo
di attraversare il bosco della quiete apparente ad ucciderla-.
La
matrona, un'elfa dalla pelle dorata e dai lineamenti alti e regali,
smise di leggere l'antica pergamena che stava decifrando con un
movimento della mano, che fece muovere la tunica bianca con ricami in
oro e argento, che raffiguravano una grande quercia, la quale
richiamava il suo ruolo di matrona e sapiente.
-Portate
dentro la bambina, il cadavere dell'elfa invece bruciatelo, che possa
cosi raggiungere il Landural e per oggi non disturbatemi più-.
-Come
vuole lei signora- detto ciò il giovane servitore si
ritirò, lasciando sola Catalist, matrona del clan Altdun e
grande saggia esperta nelle magie curative.
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