320
Questo è qualcosa che mi andava di scrivere, l'ho scritta
di getto in un paio d'ore quindi non pretendo niente. Avevo solo voglia
di costruire uno scenario partendo da due frasi chiave, tutto qua.
Recensite se avete qualche critica e se ne avete voglia. Grazie
dell'attenzione e buona lettura :))
Attenzione: linguaggio forte, se non vi piace non leggete
320
Ospedale Saint Anne. Ala ovest. Stanza singola numero 320.
Ascensore fuori servizio. Quattro piani di scale. Cazzo.
Fiato corto. Scarpe troppo alte.
Terzo piano. Ancora uno.
300. 308. 317. 320.
Letto d'ospedale. Tubi ovunque. Puzza d'ospedale ovunque. Finestra chiusa.
Non avresti mai pensato di vederlo così, eh?!
Baffi folti neri. Fronte corrugata. Vivo.
Baffi spariti. Volto rilassato come non l'hai mai visto.Vecchio.
Non sei un'idiota, lo sapevi bene, tutti muoiono. Ma lui non era mai
sembrato il tipo, non ti aveva mai dato l'impressione che un giorno
l'avresti visto vecchio e debole su un letto di ospedale.
Quel vecchio bastardo.
L'ultima volta che l'avevi visto aveva la faccia paonazza, e cazzo se
gridava, ricordi di aver pensato “Grida finché non sputi i
polmoni, vecchio bastardo”. Il momento era arrivato a quanto
pare. Dopo 50 anni di Malboro, che cazzo si aspettava?
Non era cambiato niente negli ultimi 5 anni a quanto pare, le sigarette
non le aveva mollate e da quanto aveva capito dalle sporadiche
telefonate a sua madre anche il suo carattere restava lo stesso.
E anche il risentimento che aveva accumulato negli ultimi cinque anni verso di lei.
La cosa era reciproca e invariata anche dalla sua parte. Non dagli
ultimi cinque anni. Da probabilmente, eh, tutta una vita o quasi.
Ma se lo odiava che ci faceva qui? Il fatto era che aveva bisogno di
essere lì, vederlo per un'ultima volta, insomma l'ultimo addio.
Non aveva detto niente a nessuno del suo ritorno a casa, perché avrebbe dovuto, era solo una questione di poche ore.
Quattro ore di volo. Un'esame rimandato. Soldi buttati solo per una permanenza di poche ore.
Questo era quanto non ci teneva.
Lo stesso padre che l'aveva praticamente buttata a calci fuori di casa.
Correzione. Lei se ne era andata di casa.
“Che cazzo stai dicendo?lo sai quanto è importante”
“Che diavolo c'entra? Questo non vuol dire che avrai un lavoro”
“Perché non capisci mai un cazzo?è il lavoro che voglio fare e nessun college mi assicura un lavoro”
“Dannazione!! chi ti ha messo
queste idee in testa? Scommetto che è stato quel finocchio del
tuo professore, quelli devono sempre mettere le loro mani ovunque e
come mai non è ancora stato licenziato?”
“Devi sempre risolvere il discorso intorno al Signor White? Che diavolo c'entra il suo orientamento sessuale?! “
“Te lo dico io cosa c'entra! Se
quei succhiacazzi non fossero ovunque a inculcare strane idee nella
mente di ragazzini a quest'ora-”
“Dio!! ma ti senti mentre
parli?! Sei disgustoso e io non ho bisogno di nessuno che mi dica cosa
fare della mia vita, che sia un professore o tu! Io non ce la faccio
più, sono fuori di qui”
“Margareth! Dove stai andando?”
“Il mio nome è Maggie!”
La porta sbatte.
“Signorina Collins?”
Camice bianco. Occhi azzurri. Dottore.
“Si...sono io”
“Mi dispiace disturbarla, l'infermiera mi aveva detto che il
Signor Collins aveva visite e vostra madre mi aveva detto che non
sarebbe tornata prima di domani.”
“Oh, immagino che questo non sia l'orario-
“No, no, può restare quanto vuole, quello che volevo dire
è che, beh, speravo che fosse vostro fratello a essere qui,
vostra madre mi ha parlato di voi e anche lei sperava che suo figlio
venisse da vostro padre”
“Credevo che mio fratello venisse qua con mia madre”
“Ma vostra madre mi ha detto più volte che suo figlio non tornava a casa da ben più di due anni”
“Come...?”
“Allora è proprio vero...”
“Già ho deciso così”
“Sai papà ci è rimasto proprio male per-
“Oh, per favore! Non dire cazzate, lo sai anche tu che non vedeva l'ora di sbattermi fuori di casa”
“Non è vero!! Maggie...sei tu che te ne sei andata”
“Si, perché preferisco
andarmene da sola prima che sia lui a buttarmi fuori di peso, e non
dirmi che non ho fatto bene, non avrei mai potuto fare ciò che
amo se fosse rimasta in questa casa”
“Saresti dovuta rimanere e diventare un bravo avvocato co-
“Come papà avrebbe
voluto?! Io non sono un avvocato come tu e papà, perché
nessuno riesce a capirlo?!”
“Maggie! Non è questione di volerlo o no, lo studio-
“Non sai fare altro che seguire gli ordini di papà, vero? Lui dice salta e tu rispondi quanto in alto, eh?”
“Puoi dirlo bene, è
così che deve essere e non c'è altro modo di vederla, lo
studio è tutto ciò che c'è di importante e io
continuerò a portare avanti quello che papà ha lasciato.
E tu saresti dovuta essere al mio fianco, siamo una squadra,
Maggie”
“Siamo stati in mezzo a
avvocati, tribunali e tutto quel mondo fin da quando abbiamo imparato a
leggere e scrivere!! Non ho intenzione di proseguire il resto della mia
vita nello studio di papà”
“Sei completamente fuori, Maggie, mi dispiace che qualcuno ti abbia messo in mente idee assurde-'
“Ti prego, cosa sei?! La copia di papà?!”
“Meglio la sua copia che un'artista fallita e senza un briciolo-
“Vai al diavolo, Jeff!!!”
“Due anni? Io -io. Mi scusi non sono tornata a casa da molto
tempo e non- non sapevo che mio fratello si fosse trasferito”
“Già, vostra madre non sperava proprio che lei tornasse a
casa dopo cinque anni, e si lei mi ha parlato di voi, adesso
sarà meglio che l'avverta che è tornata”
“NO! La prego, è meglio di no, me ne andrò comunque
tra poche ore, e- e- apprezzerei veramente se lei non dicesse niente a
mia madre la prossima volta che viene qui”
“Oh. Capisco, se è quello che vuole”
“Si, per favore”
La conversazione era finita. Il Dottore del quale non sapeva il nome
era appena uscito dalla stanza. Finalmente rilassò la schiena
contro lo schienale della sedia accanto al letto dove riposava il
padre, un sospiro le scappò dalle labbra. Suo fratello si era
trasferito due anni fa, da quando papà si era ammalato, questo
si che era strano.
Jeff non avrebbe mai fatto qualcosa del genere, adorava poter discutere
di lavoro con papà anche a casa, nonostante mamma li
rimproverasse di non parlare d'altro.
Tuttavia ricordava benissimo che anni prima, quando sua madre ancora
non si era ritirata e lei e Jeff erano poco più che bambini,
erano loro che non sapevano parlare di altro se non di lavoro, anche a
tavola.
Un sorriso involontario. Bei ricordi. Quei pochi che le rimanevano dalla sua infanzia.
Un anno prima che la sua adolescenza iniziasse lei e papà
stavano già litigando. Aveva da sempre lottato per poter fare
ciò che voleva, aveva sempre lottato per qualunque cosa in
quella casa.
Era semplicemente il suo carattere, da sempre indipendente, da sempre
aveva sviluppato le proprie idee, da sempre era andata contro tutti,
anche quando aveva torto.
Come sua madre diceva sempre 'finché non ci sbatte la testa non
fa mai retromarcia' e diavolo se aveva ragione, la botta più
dolorosa l'aveva presa proprio cinque anni fa, ma si stava riprendendo
e dopo cinque anni le cose non erano tutta merda come erano all'inizio.
Ma ora restava da chiedersi come mai Jeff, il figlio perfetto, il
preferito di papà, il tradizionalista coglione, non era mai
venuto in ospedale.
Mentre lei, il più lontano possibile dalla figlia perfetta, la
figlia ribelle, la pecora nera, tutte quelle stronzate cliché
con cui chiamano i figli che non fanno ciò che gli impongono i
genitori, era lì nonostante quel vecchio bastardo fosse la
persona che odiasse più al mondo.
Io sono qui. Tu dove sei, figlio perfetto?
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