Ciao, Louis, sono Harry. di Onlyna (/viewuser.php?uid=62969)
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#UDFFSfida
Harry/A
scelta (Louis)
Prompt:
"Non montarti la testa, popstar, l'avrei fatto per chiunque
altro."
Ciao,
Louis, sono Harry.
Harry
non è ancora abituato alla fama che ha guadagnato da quando
gli One
Direction sono stati formati, a X Factor, tre anni prima.
Specialmente quando è a casa, Holmes Chapel o Londra che
sia, l'idea
di essere travolto da orde di fan mentre è in giro da solo
è così
assurda che non la prende neanche in considerazione. Per questo, a
differenza dei suoi tre compagni di band, è quello che si
ritrova
sempre a correre a perdifiato per le strade con dozzine di ragazzine
urlanti alle calcagna.
Come
in questo momento.
Gli
strilli del gruppo di fan che lo inseguono sono assordanti, e Harry
ringrazia il cielo che la strada sia pressoché vuota
perché di
urtare per sbaglio qualcuno nella sua fuga non ne vuole proprio
sapere; detesta questo aspetto della celebrità, e odia
ancora di più
la sua ingenuità che lo fa sempre finire in situazioni
simili.
C'è
un negozio di vestiti usati, poco più avanti, e Harry si
trova a
sperare vivamente che dentro non ci siano clienti quando fa irruzione
al suo interno e cerca con gli occhi sgranati un posto dove
nascondersi.
"Non
mi sarei mai aspettato di vedere il solo e unico Harry Styles nel mio
negozio."
Harry
sobbalza, voltandosi di scatto nella direzione da cui è
arrivata la
voce, e i suoi occhi incontrano la figura di un ragazzo dai capelli
castani, seduto dietro alla cassa, con degli occhiali dalla montatura
nera posati sul naso.
"Ho
bisogno di nascondermi," ansima, mentre le urla delle fan ancora
in strada si fanno più vicine, "c'è un posto in
cui posso
nascondermi?"
Il
ragazzo dietro la cassa alza gli occhi al cielo, ma annuisce e gli fa
cenno di avvicinarsi.
"Credo
che sarai costretto ad accucciarti," commenta, spostando la
sedia e mostrandogli la parte posteriore, vuota, del bancone, "spero
non ti dispiaccia, popstar."
Harry
fa appena in tempo a gettarsi dove il ragazzo gli ha indicato, quando
le prime tre fan fanno il loro rumoroso ingresso nel negozio.
"L'ho
visto entrare qui!" "Harry, oddio, ti amo tantissimo!"
"Dov'è finito?" "Oddio, Hazza!"
Il
ragazzo seduto dietro la cassa grugnisce, e per qualche strano motivo
a Harry viene voglia di ridere: la sua espressione, anche dal posto
dov'è rannicchiato, è senza prezzo.
"Scusate?"
domanda, dopo essersi schiarito la voce e sfilato gli occhiali con
aria seccata; Harry quasi percepisce su di sé gli sguardi
delle fan
che l'hanno inseguito, e per un attimo si chiede come faccia quel
ragazzo a non esserne almeno un po' intimorito. "Avete bisogno
di qualcosa?" continua l'altro, impassibile, pulendo le lenti
degli occhiali col bordo della maglietta bianca che indossa. Harry
fissa per qualche secondo il lembo di pelle abbronzata che il ragazzo
ha scoperto, prima di arrossire come un bambino colpevole di aver
rubato delle caramelle e distogliere lo sguardo. È da un po'
che
l'unica compagnia che si può permettere è quella
della sua mano
destra, non è colpa sua se vedere dal vivo e così
da vicino pelle
altrui nuda lo lascia con la gola secca; il ragazzo è pure
piuttosto
attraente, quindi davvero, cosa può farci?
"Recentemente
siete solo entrate voi," lo sente dire, probabilmente in
risposta alle ragazze, "mi dispiace deludervi. Quindi, se non
siete interessate agli abiti che vendiamo, devo chiedervi di uscire;
non vorrei che eventuali clienti si spaventassero per le vostre
urla."
Di
nuovo, a Harry viene voglia di ridere: in genere parole maleducate
come quelle che il ragazzo ha appena pronunciato gli danno fastidio,
ma il suo tono e la sua espressione sono esilaranti.
Sente
le ragazze borbottare arrabbiate, mentre tornano in strada, ma rimane
nel suo nascondiglio finché il ragazzo non gli dà
un calcetto
delicato sulla gamba.
"Sono
andate via, puoi uscire da là sotto," dice, tirandosi su gli
occhiali con la punta dell'indice; Harry gli sorride grato,
sollevandosi dal pavimento, e quando è in piedi davanti a
lui gli
porge una mano.
"Grazie,
davvero," sorride, "non sarei mai riuscito a liberarmene."
"Non
montarti la testa, popstar, l'avrei fatto per chiunque," ribatte
l'altro, ma sta sorridendo anche lui quando gli stringe la mano,
"sono Louis, comunque."
"Harry,"
si presenta quasi automaticamente, prima di mordersi la lingua nel
timore di aver fatto una figuraccia: Louis l'ha chiamato per nome
appena l'ha visto, è ovvio che sappia chi sia.
"Credo
che ti conosca tutto il mondo, Curly," lo prende in giro
l'altro, in modo quasi affettuoso, e Harry si sente arrossire per il
nomignolo. Anche Louis si alza, in quel momento, e si sposta una
ciocca di capelli dalla fronte. "Vuoi che ti mostri il retro,
così non rischi di trovare quelle arrapate appostate qui
davanti?"
offre poi, piegando appena la testa da una parte: Harry lo trova
adorabile, davvero, ma non crede che sia il caso di dirglielo.
"Sì,
per favore," risponde invece, spostandosi dall'altra parte del
bancone e attendendo che l'altro gli faccia strada.
"Posso
chiederti un autografo, prima?" chiede Louis, mordicchiandosi un
labbro. "Per le mie sorelle, vi adorano; hanno cercato di
mettere vostri poster anche nella mia camera, a casa," continua
poi, in fretta, come imbarazzato della sua stessa richiesta. Il suo
comportamento è così diverso da pochi minuti
prima che Harry si
chiede se non si sia immaginato tutto quanto. Louis è ancora
più
adorabile, così.
"Certo,
è il minimo," risponde dopo qualche attimo, "come si
chiamano?"
"Lottie,
Fizzy, Phoebe e Daisy," dice subito Louis, sollevato dalla
risposta positiva, "e Georgia, ma lei vive con mio padre,
potresti fargliene uno a parte?"
"Nessun
problema, hai una penna e un foglio?"
Cinque
dediche con autografo più tardi, Louis lo accompagna nel
retro del
negozio e gli mostra l'uscita secondaria.
"Grazie
ancora per l'aiuto," sorride Harry, sulla soglia; Louis scrolla
le spalle, accennando un piccolo sorriso, e Harry non ha più
molta
voglia di tornare a casa e magari non vederlo più. Certo, sa
dove
lavora, ma non vuole correre il rischio di essere di nuovo assaltato
dalle fan e magari mettere a rischio il posto dell'altro. "Cosa
diresti se ti chiedessi il tuo numero?" domanda, arrossendo
appena e maledicendo il suo incarnato decisamente troppo chiaro.
Louis grugnisce una piccola risata, tirando fuori da una tasca la
stessa penna con cui Harry ha scritto le dediche per le sue sorelle.
"Mi
sentirei sicuramente meno stupido per essermi portato questa dietro,"
risponde, prendendo un polso dell'altro e scrivendogli in fretta il
suo numero sul braccio.
Harry
ride davanti alle facce preoccupate dei suoi compagni di band, quando
torna a casa, e si rinchiude nella sua stanza ignorando le loro
domande.
Ciao,
Louis, sono Harry.
Ed
ecco una nuova,
piccola Larry AU! ♥
Spero
vi sia
piaciuta e che non abbiate trovato errori; l'ho scritta ieri notte al
cellulare e rileggendo potrebbe essermi scappato qualcosa. :/
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