Seduta sulla sua scrivania, davanti al computer, stava
una ragazza che a prima vista potrebbe sembrare una normalissima adolescente, ma
che in realtà aveva qualcosa di speciale: la passione nello scrivere e nel
diseganre. Finalmente aveva trovato un sito dove c'era gente come lei, gente che
trasferiva i sogni sulla carta (o meglio, sullo schermo del computer), e ci
passava ore intere durante le quali perdeva la cognizione del tempo. "Giuly!
Vuoi scendere o no da lassù?". Appunto. Per Giulia il tempo passava in secondo
piano: cos'era, in fondo, il lento scorrere di poche ore? Una cosa inutile. Il
tempo è un'illusione. Ma sua madre no. "Allora?!? Vuoi scendere tu o devo
venirti a prendere io?" "Uff...si mamma, arrivo!!!!!". A malincuore, la ragazza
spense il suo computer e se ne andò in camera da letto. Prima di potersi
addormentare, pensò solo una cosa: 'Mi piacerebbe moltissimo, un giorno, poter
diventare una scrittrice famosa.....'
Il giorno dopo Giulia, tornando a casa da scuola, si
ricordò che doveva passare in gelateria a prendere del gelato (ma và?) perchè a
pranzo quel giorno ci sarebbe stata un'amica di famiglia. Uscendo dal locale,
sbattè contro qualcuno: la vaschetta di gelato volò via, ma fu prontamente
fermata dal ragazzo contro il quale aveva sbattuto. Era un tipetto tutto per
bene, vestito con giacca, cravatta e scarpe firmate, nonostante avesse al
massimo vent'anni. "Accidenti!" Urlò Giulia, perchè, nell'urto, le si era aperta
la borsa e tutti i suoi schizzi e i suoi bozzetti per il fumetto al quale
lavorava da un pò erano finiti nel fango. Il ragazzo la aiutò, e nel prendere in
mano i fogli, si mise a osservarne i disegni. La ragazza era imbarazzatissima:
detestava che qualcuno si mettesse a sbirciare tra le sue cose, specialmente tra
le sue "opere", come le definiva lei, per paura di un qualche giudizio, forse.
"Cosa fa, ha intenzione di ridarmi quei fogli, o magari se li vuole portare a
casa?!" Strillò in direzione del ragazzo. "Oh, mi scusi, ma questi li ha fatti
lei?" Rispose quello impassibile. "Li ho fatti io, se ci tiene tanto a saperlo,
ma ora devo andare!" Giulia si sentiva avvampare. Chissà cosa stava pensando!
Probabilmente che lei era una sciocca ragazzina infantile che scarabocchiava i
fogli per divertirsi.
Mentre stava togliendo il cavalletto al motorino, Giulia
sentì il ragazzo tossicchiare. "Questo è il mio biglietto da visita, sono
Daniele Rossi, figlio del propietario della Toriyama Studio, importantissima casa
editrice di manga. Se vuole, può chiamare e le fisseremo un
appuntamento."
Mentre tornava a casa, Giulia riflettè sull'accaduto.
Quel ragazzo la stava prendendo in giro o stava dicendo sul serio? Sfrecciando
come un bolide, incurante dei limiti di velocità, si lasciò scappare un sorriso,
genuino ed entusiasta come non ne faceva da tempo. Se quello che le era accaduto
non era uno scherzo, se i suoi disegni erano davvero piaciuti al figlio del
proprietario della Toriyama Studio, forse i suoi sogni potevano davvero
avverarsi, forse non si era illusa inutilmente per tutto quel
tempo...
Sapeva che non doveva lasciarsi andare troppo ai
festeggiamenti e all'allegria, perchè le possibilità di fare carriera in quel
campo erano davvero minime, e la delusione era dietro l'angolo. Nonostante ciò,
sentiva l'impellente bisogno di sfogarsi con qualcuno, di condividere la sua
felicità, per questo non vedeva l'ora di tornare a casa: per prima cosa
l'avrebbe raccontato ai suoi genitori, e si sarebbe divertita un mondo a vedere
l'espressione incredula del fratello più piccolo, poi, nel pomeriggio, avrebbe
chiamato la sua migliore amica, Elisabetta, la persona che la capiva di
più.
Giulia era così intenta a immaginare se stessa nei panni
di una autrice di fumetti, che non si accorse dell'aria truce con cui i suoi
genitori l'avevano fissata per tutto il tempo.
Il pranzo passò con lei che sorrideva come un'ebete a
destra e a manca, inconsapevolmente irritando ancora di più i suoi, il fratello
che ridacchiava immaginando la burrasca che si sarebbe scatenata di lì a poco, e
l'amica di famiglia che non capiva un bel niente del perchè c'era un'atmosfera
così tesa.
Quando la donna uscì, i genitori della ragazza
scatenarono su di lei tutta la loro ira repressa: "Si può sapere cosa ti è
passato in mente? Pensavi che non ti avremmo scoperto?". Giulia cascò
letteralmente dalle nuvole: cosa aveva fatto adesso? Doveva avere una faccia
palesemente sorpresa, perchè suo padre disse: "Cos'è quell'espressione da
innocentina? Non ci caschiamo, signorina...la preside della scuola ci ha
chiamato poco fa per dirci tutto!". La ragazza, sbalordita, si ricordò
dell'episodio accaduto la scorsa mattina: l'ora di inglese era appena finita, e
lei aveva approfittato del cambio d'ora per andare con due amiche alla
macchinetta delle merendine; la fila era più lunga del previsto,e così le tre
ritornarono in classe che la prof di artistica era in cattedra già da cinque
minuti. "Bene, signorine!" sbraitò quella vecchiaccia odiosa: "Dato il vostro
imperdonabile ritardo, vi invito a prendere posto fuori dalla porta, e a
consegnarmi i vostri diari, così che io possa comunicare alle vostre gentili
famiglie il vostro modo assolutamente errato di percepire la
scuola!!!"
"Prof, mi sembra un provvedimento eccessivo!!" commentò
Giulia prima di rendersi conto di quel che stava facendo. "Ops..." Sussurrò
tappandosi la bocca con le mani. Tutti la guardarono sbalorditi: ci voleva un
bel coraggio a sfidare la prof più stronza della scuola! Tutti l'avevano
soprannominata il Mastino, sia perchè era una donna bassa e tarchiatella, ma
soprattutto a causa del suo carattere aggressivo. "Ah, e così lei, signorina
Maldini, pensa che io sia eccessiva? Mi scusi tanto ma fino a prova contraria
qui la prof sono io....ora che ci penso: dovevo proprio interrogare qualcuno!
Perchè lei e le sue amichette non vi sedete qui e non mi parlate di come influì
l'arte nella mentalità del XVI° secolo?"
Giulia sentì una rabbia incontrollabile crescerle dentro;
La prof non aveva mai detto di studiare quell'argomento, che era uno dei più
difficili del programma! Non era giusto! Il fatto era che la Bercelli (così si
chiamava la prof di artistica) aveva sempre avuto una forte antipatia nei suoi
confronti, a causa forse dell'aria da saputella un pò strafottente che la
ragazza assumeva in certi casi...ad ogni modo, non si poteva tollerare un
comportamento del genere da parte di un docente, che dovrebbe essere esempio di
civiltà per i suoi studenti! "NO!" Urlò Giulia. "Cosa, Maldini?" La Bercelli non
credette alle sue orecchie. Come osava quella bambina presuntuosa? "Prof, mi
rifiuto di partecipare all'interrogazione! Lei non ha mai detto di studiare
quell'argomento!!". Il Mastino ghignò. Quell'insulso pidocchio voleva la guerra?
Bene, l'avrebbe avuta...oh, se l'avrebbe avuta..... "Maldini, al posto.
IMMEDIATAMENTE. Ah..... quasi dimenticavo: complimenti, ha appena abbassato la
sua media dell'8 con un bel 2." Alla ragazza cadde letteralmente la mascella.
Quel mostro della prof aveva appena rovinato il duro lavoro di tre anni alle
superiori, solo perchè lei le aveva fatto notare che aveva avuto un
comportamento eccessivo??? "M-ma prof...la supplico...." Balbettò implorante. La
Bercelli sorrise, assaporando il dolce gusto della superiorità. "Niente ma!
Sappia che non mi impietosisce con questi comportamenti! E ora...MARSH! Al
posto!!!". A quel punto, Giulia non ce la fece più: si era addirittura UMILIATA
davanti a quell'essere deprorevole, lei, famosa per il suo orgoglio intaccabile,
lei, tenace lottatrice, aveva perso la sua dignità per supplicare
quella...quella...quella sottospecie di cane bavoso, e quello che ne aveva
ricavato cos'era? Un irritante sorrisetto di vittoria. No. Questo non poteva
proprio tollerarlo.
"PROF! LEI è UNA VERA BASTARDA!!!" Strillò a pieni
polmoni. Una volta che si fu resa conto di ciò che aveva detto, era troppo tardi
per rimediare, così preferì continuare a sfogarsi. "LEI APPROFITTA DEL FATTO CHE
è SUPERIORE A NOI PER PESTARCI, TORTURARCI E RIGIRARCI COME MEGLIO VUOLE! E LO
SA COME LA CHIAMIAMO TUTTI QUI, EH, LO SA?!?". Un ciclone inarrestabile. Un'onda
travolgente. Una forza della natura. "MASTINO! ECCO COME LA CHIAMANO! E NON SOLO
PERCHè è 1 METRO E UN CAZZO PER 300.000 CHILI, MA ANCHE PERCHè HA DEI MODI DI
FARE DA VERA STRONZA! QUI LA ODIANO TUTTI, PROF, TUTTI LA DETESTANO!!! CI
RIFLETTA UN Pò SU!". Detto ciò, uscì dall'aula con un sospiro. Ah, che
liberazione, che fantastica sensazione! Avrebbe quasi potuto farci l'abitudine.
Sorrise...ora sì che era fottuta! Non aveva mai fatto una cosa del genere: si,
spesso avrebbe voluto farla, ma fino ad ora era riuscita a trattenersi
benissimo, però...quel giorno era accaduto qualcosa. Era come se fosse scattata
la molla che l'aveva trattenuta fino a quel giorno, e tutta la rabbia che aveva
mandato giù in quegli anni fosse saltata fuori come un leone chiuso in gabbia
per troppo tempo.
La ragazza appoggiò l'orecchio alla porta della classe,
curiosa di sentire la reazione che la prof e i suoi compagni avrebbero avuto
dopo l'episodio. Non un rumore; probabilmente erano rimasti tutti
pietrificati... qualsiasi cosa avesse rubato loro la parola, comunque, durò
poco: di punto in bianco, infatti, tutti i ragazzi si misero a fischiare,
applaudire e ad urlare: "Grande Giuly! Sei un mitoooooooo!!!!!". Il Mastino
prontamente li riprese: "Smettetela imediatamente prima che metta una nota di
classe!!" Poi si rivolse a lei: "Maldini! Dico a lei! Lo so che mi può sentire!
RIENTRI IMMEDIATAMENTE IN CLASSE, questo è un ordine!". Giulia scoppiò a ridere:
ormai, dopo tutto quello che aveva urlato alla prof, aveva l'adrenalina alle
stelle e non avrebbe temuto neanche un saiyan infuriato con una kahehameha in
mano. "Non ci penso nemmeno!" Ridacchiò, per poi correre via allegramente. Tanto
era l'ultima ora, e mancavano appena 30 minuti al suono della campanella, quindi
avrebbe tranquillamente atteso la fine delle lezioni per andare in
gelateria.
In quei momenti, non aveva minimamente pensato alle
conseguenze che le sue azioni avrebbero portato, ma ora, che le conseguenze le
aveva davanti agli occhi, non poteva ignorarle. "Oh, merda." Mormorò la ragazza,
sentendo sul capo gli sguardi infuocati dei genitori. Si sedette a terra, di
peso, con il volto tra le mani. "E' perfettamente inutile che fai tante scene!
Ormai hai rovinato tutto ciò che ti eri faticosamente costruita in tre
anni...no, ma dico, cosa hai nel cervello?!? E ora fila in camera tua, e
restaci, finchè io e tuo padre non avremo pensato a una punizione adeguata per
te!!" Sbraitò la madre. Giulia non se lo fece ripetere due volte, e corse in
camera sua, gettandosi sul letto. "Merda..." Ripetè "E
adesso?"