The last song

di flood
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Lexie era semisdraiata sul sedile anteriore dell'auto, chiedendosi come mai Meredith la odiasse così tanto.
Era l'unica spiegazione plausibile del perchè si trovasse in viaggio per andare a far visita a suo padre, in quel buco di posto dimenticato da Dio, anzichè a spassarsela con gli amici a casa sua, a Seattle.
No, meglio precisare. Non si trattava di una semplice visita al padre. Una visita in genere durava un weekend o due, al massimo una settimana. Sarebbe riuscita a sopravvivere a una visita. Ma restare per tutto il mese di agosto, in pratica tutta l'estate, era un esilio:
Non poteva credere che sua sorella fosse veramente intenzionata a farle subire una cosa simile.
Pochi minuti più tardi, Meredith parcheggiò lungo un viale sterrato e scese dall'auto per dirigersi verso la sottospecie di baita in cui abitava Thatcher Grey.
Lex si decise ad aprire a sua volta la portiera, in tempo per veder apparire il padre in veranda.
Abbracciò la figlia maggiore, per poi rivolgersi a lei:
«Ciao tesoro, che bello rivederti!»
Di fronte al silenzio di Lexie l'uomo si limitò a una carezza sulla schiena per condurre le figlie verso la porta finestra, da cui si accedeva a una piccola e malandata cucina.
Lexie decise però di sfuggire alla presa, per cominciare un sopralluogo di quella spiaggia senza vita, ignorando la sorella che l'aveva fulminata con lo sguardo.
Le sembrò di aver camminato un bel pò quando arrivò a un piccolo, ma affollato, lunapark.
Mentre prendeva un bicchiere di aranciata a uno dei chioschi scorse un varco che portava al molo.
C'erano negozietti, bancarelle e un campo da beach volley.
Era in corso una partita e Lexie non potè fare a meno di notare i due giocatori alla sua destra.
Erano sicuramente più grandi di lei, avranno avuto l'età di Meredith, uno moro e l'altro con i capelli castani più chiari, entrambi slanciati e muscolosi, appartenenti alla categoria che la sua collega Cristina avrebbe definito "caramelle per gli occhi".
Non sapeva quale fosse il punteggio, ma erano chiaramente una coppia vincente.
Il gioco ben presto non le interessava più, così si voltò per andarsene proprio mentre una battuta superava la rete.
Udì confusamente un grido mentre la squadra avversaria si preparava a rispondere.
Si voltò appena in tempo per vedere uno dei ragazzi correre a tutta velocità nella sua direzione, la testa girata per seguire la traiettoia della palla.
Non ebbe il tempo di scansarsi che le fu addosso.
L'impatto fece schizzare in aria il bicchiere che teneva tra le mani e l'aranciata le inzuppò tanto il viso quanto la maglietta.
«Stai bene?» domandò preoccupato l'atleta con la chioma più chiara.
«Sto bene» rispose seccata e immediatamente fece un passo indietro desiderando di allontanarsi il più possibile da lì.
Alle sue spalle udì qualcuno gridare: «Dai Sloan, torna in campo!» e, mentre si faceva largo tra la folla, era consapevole di avere lo sguardo del ragazzo addosso.

L'angolo dell'autrice: Il mio oroscopo giornaliero inizia con questa frase: Oggi ti senti particolarmente ispirata.
Mi sono quindi affidata alle stelle e ho deciso di pubblicare il primo capitolo.
Qualcuno di voi ha letto il libro e/o visto il film? Cosa ne pensate?
xoxo,
- flood <3





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