Alice si
stava avviando verso la scuola, come
sempre immersa nei suoi pensieri.
I
lunghi capelli castani le cadevano sulle spalle
e, mentre giocherellava con una ciocca, ripensò a casa sua.
All’Italia, ai suoi
amici, a Luca…
Ogni
giorno si ritrovava a fare i conti con la
decisione dei suoi genitori di trasferirsi a Londra. Certo, la
città era
stupenda, però non le bastava.
A
Bologna aveva lasciato tutto ciò che le era più
caro e la sua vita era stata completamente stravolta.
L’
unica cosa positiva era il fatto che si era
trasferita insieme a loro anche la famiglia di Valentina, la sua
migliore
amica.
“Hey
Aly!!! Sei pronta per la verifica di storia?”
le gridò l’ amica, correndole incontro
“certo che no!” rispose lei quasi
stupita di quella domanda, dopo averle schioccato un sonoro bacio sulla
guancia. Rimasero per due secondi in silenzio a guardarsi, poi
scoppiarono a
ridere ed attraversarono i corridoi della scuola tenendosi sottobraccio.
Al
suono della campanella Alice si sistemò
comodamente sulla sua sedia e cominciò a studiare storia,
tentando
disperatamente di prepararsi per la verifica che si sarebbe trovata
davanti le
due ore seguenti.
Le
cinque ore di scuola trascorsero velocemente,
tra risate, bigliettini, suggerimenti e scopiazzate dai
libri… “e così un’altra
mattinata è andata… ed io sono sempre qui senza
di te!” pensò Aly mentre
camminava sola per le strade del centro, diretta alla fermata
dell’autobus. Si
infilò l’ipod nelle orecchie e fece partire la
prima traccia di “still not
getting any”, il secondo album del suo gruppo preferito: i
Simple Plan.
Canticchiando sottovoce “shut up” salì
sul bus e si sedette affianco a un
ragazzo, senza nemmeno guardarlo in viso… tanto non le
importava di nessuna
persona di sesso opposto al suo, aveva litigato con l’amore,
con la sua vita,
con l’adolescenza, ed era stanca di soffrire a causa dei
ragazzi.
“scusa…
stai cantando *shut up*, vero?” le chiese
il suo vicino.
“sì,
la conosci?” rispose, guardandolo finalmente
negli occhi.
Rimase
immobile a fissarlo. Era allibita. Si
sgranò gli occhi più e più volte, poi
si mise in piedi, si sbottonò la giacca e
mostrò la maglietta dei Simple Plan al ragazzo, che
scoppiò in una fragorosa
risata. Alice era immobile di fianco a lui e sottovoce
cominciò a sillabare il
suo nome “Da-vid De-sro-sie-rs”.
Il
bus era ormai giunto al capolinea e Alice non
si era ancora ripresa… giaceva incredula di fianco a David,
che la osservava
divertito “senti… pensi di scendere o preferisci
rimanere sull’autobus ancora
per molto?” le chiese, ottenendo come risposta un frenetico
sì. Scesero insieme
e lei gli diede le spalle e cominciò a camminare sempre
più velocemente verso
casa sua… si sentì afferrare per il polso, si
voltò e se lo ritrovò nuovamente
davanti.
“Alice,
giusto? L’ho letto sullo zaino… sai per
caso come posso arrivare al negozio di dischi “Private
collection”? Mi hanno
detto che è qua in zona”. La ragazza
farfugliò qualcosa di incomprensibile, a
causa dell’emozione, e poi si offrì di
accompagnarlo.
Lungo
la strada chiacchierarono un po’: Aly ebbe
l’occasione di chiedere tutto quello che voleva al bassista
della sua band
preferita, e lui sembrava divertito e interessato al tempo stesso.
“Eccoci,
il negozio è questo”
“Grazie
per avermi accompagnato, mi sarei
sicuramente perso senza il tuo aiuto”
“Ma
figurati! È stato veramente… stupendo!
Sì, è
stato un piacere. Dovrei ringraziarti io, per il tempo che mi hai
concesso”
“Allora
guarda, dato che ti ho concesso un po’ del
mio tempo, tu potresti concedermene un po’ del tuo. Domani io
e i ragazzi
passeremo tutta la giornata in sala d’incisione, stiamo
provando dei nuovi
pezzi. Se sei libera potresti raggiungerci!”
“…
sul serio?”
“certo!
A me farebbe piacere e per gli altri non
sarà un problema. Puoi portare un’amica se
vuoi”.
Alice
non se lo fece ripetere due volte, così si
accordarono circa i dettagli, ed infine si salutarono.
Mentre
tornava a casa ripensava a tutto quello che
era successo negli ultimi quaranta minuti… non le sembrava
vero, non ci poteva
ancora credere.
Aveva
incontrato David Desrosiers su un autobus
(ma non girano solo su tour bus, limousine e taxi le persone di una
certa
popolarità?), lo aveva accompagnato fino ad un negozio di
dischi ed era stata
addirittura invitata in sala d’incisione.
Avrebbe
conosciuto Pierre, Jeff, Seb e Chuck.
Forse, in fondo, Alice
già sapeva che quell’
incontro avrebbe cambiato tutta la sua vita.
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