Come avevo promesso ecco qui il seguito di We call it love, spero che
vi piaccia!
Io ci ho messo anche qualcosa della mia infanzia, non so se
ve ne accorgerete o no!
Disclaimer: i personaggi di fma non mi appartengono….o per
caso avete mai visto Ed e Roy rotolarsi appassionatamente per terra? O_O
Roy alzò lo sguardo dalle carte che stava firmando e
svogliatamente accese l’interfono alla sua destra.
-Cosa c’è Hawkeye?-
Era stanco, Roy.
Aveva passato la mattinata ad ispezionare gli alloggi dei militari, a
dare il benvenuto alle nuove reclute e ad altre mille noiosissime cose,
che nonostante tutto, nel suo lavoro, erano importanti.
E adesso era tornato al suo vecchio amato lavoro:
firmare scartoffie.
Le pratiche già sbrigate venivano riposte in un apposito
contenitore, in attesa che Hawkeye le ritirasse, mentre quella da
sbrigare si ergevano alte per una ventina di centimetri, con suo sommo
disappunto.
-C’è una visita per lei, signore.-
Roy sospirò stancamente.
-Sono molto occupato, lo sai, e poi sulla mia agenda non sono previsti
incontri fino alle 14.30 .- esclamò aprendo la suddetta e
constatando che il Generale Chamberlain - noioso Generale Chamberlain
– si sarebbe presentato nel suo ufficio esattamente a
quell’ora.
Chi mai poteva essere l’idiota che si presentava dal Comandante Supremo
senza neanche un appuntamento?
Stava per ordinare alla sua segretaria di mandarlo via, chiunque egli
fosse, quando il visitatore si fece sentire attraverso
l’interfono.
-Neanche per me hai tempo, bastardo?-
Una voce che avrebbe
riconosciuto tra mille altre.
Roy si pietrificò all’istante e per qualche
secondo non rispose.
-Beh? il gatto ti ha mangiato la lingua, forse?-
Il Comandante Supremo scosse la testa e, divertito, disse:
-Per te sono sempre
libero…-
Volutamente utilizzò un tono basso e seducente, ben sapendo
che la persona all’altro capo avrebbe capitolato subito, una
volta recepite le sue attuali intenzioni.
-Roy…-
E infatti…
L’uomo sorrise, pregustandosi un po’ di sano sesso
bollente sulla sua scrivania.
Esattamente come l’ultima volta che aveva ricevuto una sua visita.
Sì, gli ci voleva proprio per rilassarsi.
Fortuna che l’ufficio era insonorizzato!
-Non ci sono solo io, grandissimo idiota!-
Come una doccia fredda, l’uomo si vide scivolare via tutte le
sue peccaminose fantasie e sbuffò.
Oh, ma questa volta gliela pagava e con tutti gli interessi, una volta
arrivato a casa!
Ghignando internamente, attese che la porta si aprisse non appena la
sbloccò, tramite l’apposito tasto.
Ah, la tecnologia!
Senza quel geniale apparecchio, quante volte sarebbe stato beccato
dalla sua più che solerte segretaria a poltrire sul divano?
Perso com’era nei suoi pensieri, non si era accorto che la
porta si era aperta ed un tornado moro era corso fino alla sua
scrivania, saltandogli in grembo con tutto il suo peso.
-Ohi…-
Abbassò lo sguardo e, sorridendo, posò una mano
sui capelli del piccolo terremoto, scompigliandoli dolcemente.
-Hai fatto il bravo, Cloude?- chiese al bambino fra le sue braccia.
-Certo! Ne dubitavi?- gonfiò le gote e Roy
avvertì il bisogno di abbracciarlo forte.
Cosa che fece.
-Lo stai soffocando…- lo ammonì una voce.
Roy alzò lo sguardo per incontrare quello ambrato
dell’altro suo prezioso tesoro.
-Giuro che assomigli sempre di più a Hughes!-
continuò.
Il moro sorrise e lasciò andare il bambino dalla sua
“morsa letale” , ma non prima di avergli schioccato
un sonoro bacione sulla guancia, immediatamente pulita dal piccolo che
aveva assunto un’espressione del tipo “Odio le
smancerie!”.
-A quei tempi non capivo cosa ci fosse di così incredibile
nella paternità. Adesso lo so…-
esclamò con orgoglio.
Edward sorrise mentre guardava quel piccolo Roy in miniatura chiedere
il permesso di prendere un foglio per disegnare.
L’uomo si alzò dalla poltrona e, dopo aver preso
un paio di cuscini e averceli poggiati sopra per far arrivare il
bambino alla scrivania, lo fece sedere.
-Era un’allusione alla mia scarsa altezza?-
chiese il biondo inarcando elegantemente un sopracciglio.
Roy sospirò sconsolato.
Anche se adesso Edward era un giovane uomo di quasi ventisei anni, con
un’altezza di tutto rispetto, sopportava ancora male battute
e allusioni sull’argomento tabù della sua
adolescenza.
-No… sei perfettamente proporzionato
Ed, sta tranquillo. In
ogni tua parte..- buttò lì.
Ed arrossì furiosamente e il moro sorrise trionfante.
-Ma Cloude non arriva alla scrivania, è ancora…-
-NON SONO PICCOLO!- strillò il bambino senza degnare di uno
sguardo i due adulti.
Roy si lasciò cadere sul divano.
-Se mai ci fossero stati dubbi sul fatto che è tuo figlio,
con questa sua frase sono stati spazzati via completamente. Ha
sicuramente puro sangue Elric nelle vene!- esclamò
teatralmente.
Ed sorrise compiaciuto e si accomodò al fianco del moro che
non si lasciò scappare l’occasione e si distese,
poggiando la testa in grembo al giovane.
-Sei stanco?- chiese leggermente preoccupato.
-Molto… non vedo l’ora che questa giornata
finisca.-
-Posso fare qualcosa?-
-Sì… un po’ di coccole dal mio
fagiolino sarebbero gradite!- scherzò.
Una vene pulsò pericolosamente sulla vena del suddetto fagiolino.
-Ahi!- esclamò massaggiandosi un fianco appena pizzicato dal
biondo.
-Così impari e stasera dormi sul divano, in salotto!-
Roy lo guardò con espressione da cucciolo bastonato - anche
se sapeva che certi trucchetti con Edward non funzionavano –
per poi mutare espressione in una piena di malizia.
-Non lo faresti mai… ti mancherebbero troppo le mie carezze.-
Ed diventò rosso in meno di un secondo, quando
avvertì una mano del moro farsi spazio al di sotto del suo
maglione.
-Roy!-
protestò.
Diamine.
C’era il loro bambino nella stessa stanza!
-Ci sono dei minori, qui!- esclamò improvvisamente Cloude,
sentendosi grande mentre ripeteva la frase che zio Al era solito
rivolgere ai suoi genitori.
Arrossivano sempre, chissà come mai.
-Scusa, tesoro…- esclamarono insieme.
Il bambino annuì soddisfatto e si rimise a lavoro.
-Pervertito…- sussurrò Edward ancora
deliziosamente imbarazzato, mentre Roy ritraeva la mano
-Ha parlato il verginello…- ghignò.
Edward lo fulminò con lo sguardo.
Intimandogli di piantarla.
Roy trattenne, senza troppo riuscirci, un gemito di disappunto quando
avvertì una fitta alla testa.
Segno che una bella emicrania stava arrivando.
Il più giovane se ne accorse e, senza dire una parola,
cominciò a massaggiare le tempie del suo uomo.
-Come mai siete venuti in ufficio? Di solito, se devi parlarmi mi
chiami al telefono…- chiese.
-Cloude voleva vedere suo padre…- mormorò.
-Mh…- gemette.
-Ed eravamo da queste parti, quindi…-
-Mhhh…-
-Ho forse bisogno di un motivo per venire a trovare il mio adorabile marito?-
-Mh… eh?-
Roy aprì gli occhi e si mise a sedere di scatto.
Molto preoccupato.
Non era un buon segno.
Sapeva bene che il ragazzo non amava nomignoli o smancerie –
che invece lui adorava – e tutte le volte che lo aveva
chiamato “adorabile
marito” era quando quest’ultimo,
puntualmente, dimenticava qualcosa di importante.
Ed lo guardò confuso.
-Cos’ho dimenticato?-
La confusione sul volto del giovane aumentò.
-Quando mi chiami così è perché ho
dimenticato qualcosa…-
-Davvero?- assunse un’espressione strana.
Cinque minuti passarono senza che Ed aprisse bocca e Roy si
sentì messo sotto processo.
-Non hai scordato niente, idiota!-
-Sicuro?- chiese scettico.
Il biondo annuì.
Ciò non trattenne il moro a dare un’occhiata
veloce al calendario appeso alla parete.
No.
Niente compleanni, anniversari o ricorrenze particolari…
-Volevo solo sapere se stasera tornerai a casa per cena…-
Roy scosse la testa.
-Capisco.-
-Mi dispiace, sono molto impegnato e anche stasera farò
tardi.-
Non gli era sfuggito l’attimo in cui gli occhi del compagno
si erano riempiti di triste rassegnazione.
-Non preoccuparti. Ci
sono abituato.-
E neanche quel sussurro gli sfuggì.
Diventare il capo dell’esercito era sempre stato il suo
sogno, ma adesso, a causa sua, si stava allontanando sempre di
più dalla sua famiglia.
Non riusciva a ricordare l’ultima volta che avevano cenato
insieme o che aveva giocato con suo figlio.
Cloude lo vedeva solo quando era ormai addormentato nel suo lettino.
Edward gli diceva sempre di non preoccuparsi, che capiva che essere
Comandante Supremo aveva le sue grane, ma Roy si preoccupava.
E molto.
Era quel “ci
sono abituato” che Ed appena sussurrava,
convinto di non essere sentito che lo spaventava.
Non era assolutamente disposto a mandare a puttane il loro matrimonio,
neanche per tutto lo Stato d’Amestris.
Già solo convincere Edward della sincerità dei
suoi sentimenti era stata un’impresa titanica.
Ricordava molto bene quella corsa pazzesca per tutto
l’Headquarter, alla ricerca di quello stupido che non voleva
saperne di farsi trovare.
Veloci i pensieri corrono a nove
anni prima.
Ignorando le minacce di
Hawkeye – ed evitando anche un paio di pallottole –
aveva ordinato ad Havoc di consegnargli le chiavi della macchina.
Il Sergente Maggiore
Fuery aveva visto Edward uscire dall’Headquarter di tutta
fretta e con un’espressione strana in viso.
Non si sarebbe bruciato
l’unica possibilità che aveva di farlo suo.
Era stato uno sciocco a
reagire in quel modo, lo sapeva bene, ma non poteva nascondere che
quella frase lo aveva ferito.
-Mio fratello, qualche
giorno fa, mi ha detto che secondo lui io la amo..-
-E tu cosa gli hai
risposto?-
-Che era fuori di testa
è ovvio!-
Ovvio.
Come se nella vita ci
fosse qualcosa di ovvio!
Quando lo aveva infine
trovato, aveva dovuto avere a che fare con un Alphonse preoccupato da
morire per il suo Nii-san, e in seguito con un Edward completamente
indifferente ai suoi discorsi.
Gli ci erano voluti tre
dannatissimi mesi per convincere il ragazzo che non era solo un
desiderio fisico, il suo.
Che c’erano
altri e ben più importanti sentimenti in gioco.
Che era stato un idiota
a prendersela così tanto.
Rendersi disponibili ad
una relazione, per poi chiudere la porta immediatamente dopo.
Cazzo, aveva detto che
avrebbe combattuto e invece si era arreso subito.
Per la prima volta si
era ritrovato a corteggiare seriamente una persona e Edward in tutta la
sua innocente crudeltà lo aveva fatto penare parecchio prima
di cedere.
-Non sono una di quelle
sgualdrine che frequenti!- gli aveva detto quando Roy aveva provato ad
andare più in là di un bacio.
Tra alti e bassi erano
arrivati alla fine al matrimonio.
Ostacolato, oltraggiato
da mezza Amestris, esercito compreso.
C’erano volute
tutte le conoscenze di Roy e tutta la sua forza per impedire ai vecchi
capoccioni di passarlo sotto Corte Marziale e, se non avesse avuto Ed
al suo fianco, probabilmente l’unica soluzione rimastagli
sarebbe stata la canna di una calibro nove puntata alla tempia.
E Cloude.
Lui era stato il loro
miracolo.
Ed aveva sempre saputo
– semplice intuizione, Roy non avrebbe mai detto una parola
– che al compagno piacevano i bambini.
Lo vedeva dal modo con
cui giocava con Elycia e da come guardava le coppie con figli che
passeggiavano al parco, non molto lontano da casa loro.
Roy desiderava la
paternità.
Ed non poteva renderlo
padre.
L’unica
possibilità che il giovane aveva vagliato era stata quella
di lasciarlo.
Per un paio di settimane
se ne era andato da casa, sperando che Roy lo dimenticasse e si
rifacesse una vita con una donna, in grado di dargli un figlio.
Invece Roy aveva smosso
mari e monti per ritrovarlo e quando lo aveva fatto, lo aveva
schiaffeggiato così forte che la mano destra gli aveva fatto
prurito per dieci minuti buoni.
Gli aveva urlato contro
la sua stupidaggine.
-Se ho sposato te
è perché ti amo! Hai proprio il cervello delle
dimensioni di un fagiolo!-
Accantonando
l’idea di lasciarlo, Ed si era concentrato sugli studi di
alchimia, dopo che Roy aveva rifiutato la sua proposta di fare un
figlio con un’altra donna.
E di adozione neanche a
parlarne!
Chi mai avrebbe affidato
un bambino ad una coppia omosessuale?
L’ultima
alternativa rimasta era quella dell’alchimia.
In altre parole:
trasmutazione umana.
Alla fine del suo ciclo
di studi, aveva trovato un modo, o per meglio dire, aveva elaborato un
sistema per permettergli di dare la vita.
Pericoloso.
Quante volte Ed aveva
sfidato la morte e ritornato sempre vincitore?
Tante, forse troppe.
Abbastanza da fargli
credere che anche quella volta ce l’avrebbe fatta.
Quanto si sbagliava.
Rendere il suo corpo
più ospitale per mantenere in vita un feto non era stato
troppo difficile.
Erano i mesi successivi
quelli da temere.
Con il costante rischio
di aborto, Ed aveva dovuto rivedere completamente il suo intero stile
di vita.
Se avesse perso il
bambino, sarebbe morto anche lui, in una reazione impossibile da
arrestare.
Per questo, quando aveva
comunicato a Roy che aveva il loro bambino in grembo, lo aveva fatto a
sei settimane dall’inizio della gravidanza.
Al moro stava per venire
un attacco di cuore, seduta stante.
Dio, se
l’aveva odiato in quel preciso istante.
Prendere una decisione
del genere completamente da solo, senza prendersi neanche la fatica di
consultarlo.
Roy non era mai stato
ottimista e quei nove mesi furono il suo inferno.
Vivere con il costante
terrore di sentire il telefono squillare, per avere la notizia che
Edward e il bambino erano morti, fu ciò che quasi lo
mandò sull’orlo della pazzia.
Ma evidentemente
qualcuno aveva avuto pietà della loro storia e
fortunatamente non c’erano state complicazioni.
Così era nato
Cloude.
Li aveva completati.
-Hai finito di disegnare, Cloude?- chiese Edward alzandosi dal divano
-Si!- esclamò soddisfatto.
-Bene, abbraccia Otou-san che deve lavorare, adesso. Andiamo a casa.-
Cloude diede un ultimo ritocco al suo disegno, prima di mostrarlo al
suo Chichi-ue.
-Bravissimo.- mormorò colmo di orgoglio paterno.
-Lo posso regalare a Otou-san?-
Edward sorrise teneramente.
-Ma certo…-
Il bambino scese dall’alto trono del potere del padre moro
per corrergli incontro.
-E’ per te, torna presto a casa!- disse, porgendogli il
foglio per poi prendere la mano di Edward.
-Ti tengo la cena da parte. Buon lavoro. –
Ed diede un leggero bacio sulle labbra del moro e si
incamminò verso la porta.
-Grazie… Cloude, fa il bravo bambino!-
-Lo sono sempre!- esclamò, voltandosi e facendogli una
linguaccia prima di uscire dall’ufficio.
Roy sospirò.
Sapeva che Edward ci era rimasto male.
Anche a lui, d’altronde, non faceva piacere passare ore
interminabili nel suo ufficio.
Sentiva che stavano diventando, a poco a poco, sempre più
distanti.
Per adesso Edward era occupato nell’educazione di Cloude, che
l’anno successivo avrebbe cominciato la scuola, quindi le sue
giornate non erano vuote.
Ma una volta che il bambino avesse cominciato a passare meno tempo in
compagnia del suo Chichi-ue, quanto ci sarebbe voluto prima che la
solitudine spingesse Edward a cercare consolazione da qualche altra
parte?
Tra le braccia di qualcun altro?
Roy rabbrividì al pensiero.
Cominciò a rigirarsi la fede al dito – gesto che
faceva sempre quando la sua preoccupazione raggiungeva il punto
più alto – come per sincerarsi che fosse ancora al
suo posto.
Lo sguardo gli cadde sul disegno che Cloude gli aveva
regalato.
C’erano lui e Edward che tenevano per mano il loro
angioletto, con un gran sorriso sul volto.
Aggrottando la fronte, divertito, pensò che avrebbe dovuto
dire al bambino che il suo Chichi-ue non era poi così alto.
Venti minuti dopo si ritrovò nuovamente seduto alla
scrivania a firmare quelle dannate scartoffie.
Aveva ordinato ad Hawkeye di cancellare tutti gli impegni non
importanti, nella speranza di tornare a casa ad un orario decente.
Riza aveva sorriso quando aveva sentito il suo superiore dire che
“la sua famiglia aveva bisogno di lui” e non aveva
protestato.
Roy quella sera tornò a casa prima del solito, con somma
gioia di Cloude.
Edward sorrise e, avvicinandosi al marito, si alzò sulle
punte dei piedi per potergli sussurrare all’orecchio:
-Effettivamente oggi hai dimenticato qualcosa…-
Roy cominciò a sudare freddo.
-Hai dimenticato di darmi un bacio stamattina…- sorrise.
-Oh…- ricambiò il sorriso con uno leggermente
più smaliziato – Rimedio subito…-
Oh! adesso è conclusa! Spero che vi piaccia, nonostante
l’elemento Mpreg, che io amo! *____* quei due sono perfetti
per fare i papà, e io sono un’avida lettrice di
Mpreg!peccato che su fma non se ne trovino molte, complete poi
è quasi impossibile! O_O
Ringraziamenti:
Roy Mustung sei uno
gnocco: Wow, addirittura sublime! XD e io che pensavo che non
fosse chissà cosa! Stà sicura che ne
scriverò sicuramente
delle
altre non
appena mi verrà l’ispirazione, intanto, come
promesso, ecco il seguito di We call it love, sperando
che ti piaccia anche questo…un bacione
anche a te!
elyxyz: Grazie per il tuo
aiuto Sempai e anche per l’incoraggiamento! Hai ragione, sai?
Mi ci è voluto un altro po’ ma alla fine
sembrerebbe che
sia passato! Questo seguito l’ho
scritto in una giornata intera, escludendo pausa cinema dove mi hanno
portata a vedere un film del
cavolo, Cloverfield, novanta minuti di grida assordanti, con
il terrore di sognare quei mostriciattoli schifosi! O_O
vabbè… sono
sinceramente contenta che ti sia piaciuta. Trovo
anche io che la vicinanza sia la vera medicina per quei due. Un bacione.
aduah: Teneroso
il Taisa che si preoccupa, eh? >o< lo sho! Lo adoro
quando fa così! Spero che con questa ff che ho scritto
adesso, un po’ del
tuo risentimento per il Taisa sia
passato! Dai, non ci pensare! Era solo una ff, e Roy non farebbe mai
una cosa del genere al suo adorato
fagiolino!preparati stasera su msn, perché ho ritrvato
quella di cui ti ho accennato ieri, che non trovavo! XD ahahah! Ed
è abbastanza
angst! Come piace a te! Un bacione.
Yuki Eiri Sensei: o_O il
tuo nick…solo adesso che sto guardando Gravitation lo
capisco!aaaaaaah!!!!!!!!!!! adoro Yuki, è il classico
esempio di
seme in una relazione yaoi! XD e soprattutto
adoro il suo doppiatore *sbav* ehm riprendiamoci! Sono contenta che ti
sia
piaciuta!
Bad Girl: Sorellina!
Visto che zietto Roy non lascia mai da solo il suo fagiolino (la
pianti? Nd Ed) quando ha bisogno di coccole? XD se poi non ci
Pensava lui, sono sicura che molte altre ragazze si sarebbero offerte
di consolarlo! XD beh, scommetto che zietto Roy non sarebbe
D’accordo non noi, sulla nostra idea della SUA astinenza!
Anche io ti adoro sorellina!!un bacione!
nemesi06: Evviva! Ti
piace anche questa! La mia spacciatrice di spoiler su naruto preferita!
XD tranquilla, terrò chi tu sai lontano da te, per un
po' perlomeno fino a quando esce il
capitolo nuovo, oddio non sto nella pelle neanche io!chissà
che
succederàààààà!
Un Bacione!
MiLiKa: Felice che questo
Roy ti piaccia!^___^ nell’anime quando lo vedo preoccuparsi
per i nostri fratelli preferiti mi viene sempre da s
sghignazzare,
è troppo cucciolo quando pretende che non gli importi e poi
invece, si danna l’anima per tenerli al sicuro! XD Un bacione!
Be Mine: Davvero ti
blocchi? o_O beh, si, penso anche io che sia
così…infatti questa che ho scritto ora me la sono
scritta su un bel quadernone
e,
tazza di
camomilla a parte, ho seguito il tuo consiglio XD grazie per la
recensione. UN bacione!
Hokori: Ma cara!!^___^
come sempre quando leggo le tue interpretazioni, mi diverto tantissimo!
Esplori sempre strade a cui non penso mai!
XD anche a me piace
l’idea che Edo si affidi completamente al suo Roy! *____* lo
vojo anche iooooo!! (tu hai me Nd Itachi)(oh…è
vero
ammmmmore!!XD) aspetto di sentirti su msn, cara!
Un bacione!
Setsuka: ^____^ meno male
che è tutto IC! È vero, quei nomignoli non sono
tipici di Roy, ma personalmente li trovo adorabili! Fanno troppo vita
di coppia, non trovi? XD e quei due sono
troppo carini insieme!cvisto che ho messo il nome Cloude? XD spero che
anche questa ti
piaccia! Un bacione!
NightAlchemist93: si
è vero! Il passato di molti personaggi è sempre
triste da morire! Ho il sospetto che molte/i mangaka siano dei sadici!
O_o
Roy ha imparato a risollevare il morale
da ME!! Tu stai parlando con colei che ha sempre offerto una spalla su
cui piangere
alle
proprie amiche,
quindi so fare il mio “lavoro” piuttosto bene! XD
Un bacione!
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