Te ne stai sulla soglia della passerella, attaccata alla transenna, da almeno tre ore.
Sai che prima o poi arriverà, te lo hanno confermato. All’inizio temevi che potesse essere un abbaglio, ma quando vedi che la folla aumenta, la speranza si fa concretezza.
Arriverà, prima o poi, arriverà! Ti ripeti come un mantra.

Stai già sbuffando e fremendo per l’impazienza quando, in fondo al marciapiede, noti del movimento sospetto. Energumeni con l’auricolare si avvicinano, sono almeno cinque, o sei, e sono tutti schiacciati gli uni agli altri. Il tuo cuore inizia a palpitare più forte del normale, le mani sudano e i tuoi occhi scattano, frugano come matti tra quella catasta di corpi, nel tentativo di scorgerlo, di vedere che è davvero lui, che è davvero lì.
Ti protendi involontariamente dalla transenna. Non vuoi fartelo sfuggire. Fosse anche solo un rapido sguardo, devi accertarti che esista, che sia un essere in carne e ossa.
E poi è la questione di un attimo.
I vostri sguardi, per un millesimo di secondo, si incrociano.
Non sai bene perché, o quando lui abbia deciso che tu, proprio tu, fossi meritevole di una scheggia del suo tempo, ma si fa spazio tra gli uomini che lo circondano.
È noncurante, ripete a tutti che si scusa, che è in ritardo e non ha modo di fermarsi in quel momento, ma si sta avvicinando a te; e prima che tu possa rendertene conto, ti prende il viso tra le mani e ti accarezza una guancia con un bacio furtivo.
È così veloce che potrebbe essere paragonato ad un battito di ciglia, ma succede.

Per quel fuggente attimo, l’aria si è compressa tra i vostri corpi.  
La tua vita, per il brevissimo tempo di un lampo, ha fatto parte della sua.
Per una volta, Ian, in mezzo a tante persone, ha scelto te.