Waste of Time

di Walechu
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NOTE:The End. Direi che come finale non è ne troppo smielato ne troppo scontato. L'ho lasciato molto aperto, magari in futuro potrei scrivere un continuo -chissà-. Grazie mille a testuya_da96 per le recensioni e per aver letto la mia prima ff. E grazie a chi la leggerà *^* . Alla prossima!


Per lei valeva la pena sacrificare il suo orgoglio.

 

Quella mattina era uscito presto. Prima di andare a scuola aveva deciso di passare per una playground li vicino e fare un po' di tiri, per schiarirsi le idee.

Ci aveva riflettuto su tutta la notte e aveva capito che la prima mossa doveva farla lui.

Si tolse la giacca e la camicia dell'uniforme scolastica rimanendo a petto nudo. Prese la palla che si era portato con se e la fece roteare sulle dita. Era tutto così semplice nel basket. Prendi la palla, corri, vai a canestro e vinci.

Rimase a lungo a fissare le linee della palla sparire per la velocità con cui girava.

Se non fosse stato per il suono della sveglia del suo cellulare non avrebbe mai notato di essere osservato.

Momoi se ne stava in piedi poco distante da lui, la cartella abbracciata al petto e lo sguardo sorpreso .Rimasero in silenzio, distogliendo lo sguardo entrambi e cercando qualcosa di meglio da fissare.

Sentivano le gambe pronte per scappare, ma nessuno dei due si mosse.

Fu proprio lei a rompere quel silenzio imbarazzante.

«Mi dispiace di aver interrotto il tuo allenamento.»

«No, stavo solo... riflettendo.»

Il silenzio calò di nuovo. Lei giocherellava con una ciocca di capelli, attorcigliandola alle dita, sciogliendola e ricominciando da capo. Lui stringeva la palla, nervosamente.

Era già capitato che litigassero e, ogni volta, lui le chiedeva scusa e lei gli correva in contro sorridente. Ma allora erano bambini, non c'erano di mezzo cose complicate come i sentimenti.

«Riguardo a quello che è successo, al fatto che ti abbia risposto male, scusa...» Momoi lo interruppe.

«Non scusarti. A quello ci sono abituata.»

«E allora qual'è il problema? Spiegamelo perchè io non ci arrivo...»

«Lo immaginavo. Uno come te non può lontanamente capire come sia dura essere innamorati..»

Non continuò la frase, anche perchè lo sguardo di Aomine la fece arrossire.

Strinse la cartella ancora di più al petto, rendendole faticoso respirare normalmente. I suoi occhi lucidi e le sue labbra increspate in una smorfia.

«Sarà meglio che vada.» La voce tremante la tradì, facendola sentire vulnerabile e umiliata. Gli diede le spalle velocemente per andarsene.

Aomine rimase immobile a centro campo, il pallone fermo sulla mano destra. Per lei valeva la pena sacrificare il suo orgoglio.

«Non so cosa voglia dire innamorarsi, non so cosa stai provando. So solo che mi da fastidio vederti con Tetsu. E mi da ancora più fastidio tornare a casa da solo, senza essere assillato dalle tue continue ramanzine.»

Le sue parole arrivarono a Momoi come un ondata di calore. Schiuse appena le labbra tanto da pronunciare un lieve gemito mentre le lacrime le sfuggivano al controllo. Una perdita di tempo, ecco come definiva il suo amore a senso unico. Ma quelle parole le avevano fatto capire che non era solo lei ad amare.

Lasciò cadere la cartella e si portò le mani al volto, tentando in qualche modo di fermare tutta quella gioia e disperazione che le rigavano il viso.

«D-Dai-chan.... idiota...!» singhiozzò mentre un sorriso dolce si formava sul volto del ragazzo.

Rassegnato si avvicinò e l'avvolse in un abbraccio.

 

Ormai erano le otto passate e nessuno dei due era intenzionato ad andare a scuola.

 





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