Ren,che ne sarà di me? di NanaOsaki (/viewuser.php?uid=28638)
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Faceva freddo,quella sera,benché fosse aprile inoltrato.
Faceva freddo perché la finestra era rimasta aperta,e Nana
non aveva alcuna voglia di alzarsi e andarla a chiudere.
Benché fosse coperta dal lenzuolo,sentiva che le sue braccia
erano esposte al vento che,sbattendo contro le persiane,arrivava dritto
fino al letto in cui,quella sera,non riusciva proprio a dormire.
“Svegliati,Ren” pensava,mentre lo guardava dormire
beato,appoggiando la guancia destra sul cuscino e la mano sinistra sul
fianco. Gli sorrise,gli sfiorò il volto con la mano,poi si
decise ad alzarsi,trascinando con sé parte del lenzuolo,per
riuscire a coprirsi.
-è più bello quando sei nuda vicino a
me…-
Nana si girò di scatto:aveva sentito,flebilmente,la voce di
Ren; lo vide sorriderle,gli occhi semi chiusi,allungando un braccio
verso di lei,come per riportarla vicino a sé.
-Come,prego?-chiese lei,facendo finta di non aver capito.
-Torna tra le mie braccia…-rispose lui,per poi soffermarsi a
guardare la sagoma che aveva davanti agli occhi,così magra e
così perfetta; abbassò il braccio,facendolo
cadere sul materasso,che fece alzare leggermente il copriletto.
-Un attimo…se ti fossi svegliato prima,l’avresti
chiusa tu la finestra! Invece tocca alzare a
me…-rispose,facendo finta di essere arrabbiata.
Lasciò cadere il lenzuolo,la finestra era troppo lontana per
far sì che esso riuscisse a coprirla. –Non mi
guardare…-disse,girandosi di sfuggita,e accorgendosi che
l’uomo la stava guardando –Non ho mica
più vent’anni…il mio corpo sta andando
in rovina!-chiuse velocemente la finestra,mentre la sua pelle si
irrigidiva alla presenza del vento.
-Io onestamente non vedo alcuna
differenza…anzi…sei ancora più bella
di prima…-rispose Ren,sorridendole dolcemente
–dai,torna a letto…voglio coccolarti un
po’…-
-Un attimo,su…ricordati che domani è Il Giorno…dobbiamo
dormire almeno un po’!- disse lei,avvicinandosi al letto e
prendendo il pacchetto di sigarette dal comodino.
–Vuoi?-chiese,porgendogli una sigaretta.
-Sì,grazie…-rispose lui,prendendone una
–Sono quasi finite…ricorda di comprarle,anche io
sono a secco…-le prese la mano con il pacchetto,che cadde
sul materasso,e la baciò,leggermente,sentendo quanto fossero
sporgenti le sue nocche.
Nana sorrise,gli si avvicinò,appoggiò il suo
collo sul naso di Ren e gli chiese: -ti piace?-
-Che cos’è? Hai cambiato profumo?-
osservò lui,dispiaciuto.
-Circa…l’ho provato,e mi piace…ora sono
in conflitto! Non so se usare questo,o la nostra colonia…-
-Te lo permetto solo se c’è anche la versione
maschile,così me la compro anche io…-le sorrise e
la baciò,alzandosi su un gomito e portandola a sé
con la mano libera.
-Ti farò sapere…-rispose lei,per poi
stropicciarsi gli occhi per via del sonno. –Dormiamo,Ren?-
chiese,stanca.
Ren si girò e guardò la sveglia,che segnava le 3
del mattino. –Non so…sono le 3…-
-Le 3? Ma è tardissimo,cavolo!
Dai,dormiamo…-sprofondò sotto il lenzuolo
che,finalmente,la riscaldava.
Ren sorrise nel vedere Nana così rilassata;
l’abbracciò,girandola verso di sé per
poterle guardare il viso mentre dormiva,e le diede un ultimo bacio.
–A domani,amore…-
-A domani…-rispose lei,sorridendo leggermente,per poi
addormentarsi nuovamente.
-Satsuki…domani andiamo a trovare zia Reira,vero?- chiese
Mizuki che,senza un vero motivo,si era svegliata.
-Mizuki…perché sei sveglia anche tu?- chiese
Satsuki,guardando la sveglia che segnava le 4.
-Non lo so…-ci pensò su un attimo –e tu
perché sei sveglia?-
-Non lo so…-rispose lei,senza sorridere,tanto la sorella non
se ne sarebbe accorta,visto il buio –Comunque
sì…domani andiamo a trovare zia Reira…-
-Ci saranno tutti,vero?-
-Sì…purtroppo…-
-Perché purtroppo?-
-Perché ci sarà anche Hito! Cosa gli dico appena
lo vedo?-
Mizuki rise leggermente e rispose: -Beh,digli
“ciao” prima di tutto,no? Poi fate come mamma e
papà…salutatevi con un bacino!-
Satsuki scoppiò a ridere: -Ma quello lo possono fare mamma e
papà perché si vogliono bene! Hito non mi vuole
bene come il papà ne vuole alla mamma…-
-Va beh…- rispose la bambina,dispiaciuta
-…però forse un giorno vi vorrete bene come loro
due!-
Satsuki non rispose e si infilò nuovamente sotto le lenzuola
viola. –Dormiamo,ora…domani sarà una
giornata pesante…-
-Ok sorellona,a domani…ti voglio bene,buonanotte!-
disse,sorridendo,e si addormentò.
Satsuki non rispose,si limitò a sorridere,pur sapendo che
lei non l’avrebbe vista,poi chiuse gli occhi.
-Buongiorno bambine!-urlò Ren,piombando in camera delle
figlie con l’intenzione di svegliarle.
Satsuki aprì un occhio,mentre Mizuki si
svegliò,senza alcuna voglia di uscire dalle coperte.
-Sveglia!- continuò a strillare l’uomo,aprendo le
persiane per far entrare la luce di aprile nella stanza.
-Papà,facci dormire!-rispose Satsuki,coprendosi il volto con
il lenzuolo.
-Ma sono le dieci e mezza e siete in ritardo per oggi!-
strillò di tutta risposta Ren,dirigendosi verso Mizuki,per
poi tirarle via le coperte e prenderla in braccio di peso.
-Papà!!!-strillò la bambina che,ancora
addormentata,iniziò a picchiare fiaccamente i pugni contro
la pancia del padre.
-Muovetevi,dai…la mamma ha preparato la colazione!-
Satsuki si alzò di scatto e strillò: -Oddio,la
mamma ai fornelli? Papà,ma è una disgrazia! Io
non mangio!-
Ren si mise a ridere e,con la sorella in braccio,tese una mano a
Satsuki affinché si alzasse dal letto. –Se ti
alzi,facciamo colazione all’occidentale nel
bar…che ne dici?-
-Si!!!-strillò Mizuki.
-Non tu!-rispose,stizzita,Satsuki.
Ren si mise a ridere e finalmente si diresse al piano di sotto con le
due bambine.
Fecero colazione tranquillamente,poi Nana aiutò le bambine a
vestirsi,lei e Ren si cambiarono e insieme partirono.
-Indossi sempre quello…-le fece notare Ren,una volta seduti
nella Porsche nera.
-Eh?- chiese Nana,distratta,senza capire cosa stesse dicendo il ragazzo.
-Indossi sempre questo vestito,in questo giorno…-la
guardò.
-Piace tanto a Hachi…dice che su di lei starebbe malissimo,e
lo vuole vedere su di me…-rise,leggermente,le gambe
accavallate.
-Sei pronta?-
-Affatto…Preferirei fare di tutto,piuttosto che andare
lì…-
-Tranquilla,Nana…andrà tutto bene. Pensala come
un modo per stare davvero tutti insieme…-
-Scemo…-gli sorrise,appoggiando la sua mano destra su quella
sinistra del ragazzo,posizionata sulle marce.
-Mamma,ci sarà anche Hito?-chiese Mizuki,notando che il
colore della faccia della sorella,alla pronuncia di quel
nome,mutò in rosso,poi viola,blu,arancione e giallo.
-E a te cosa interessa? Comunque sì,ci sarà anche
lui…- rispose Nana,sorridendo.
-No,niente,così,mamma…e ci sarà anche
Miyu?-
-Miu,Mizuki,ricordati che non le piacciono i soprannomi...non chiamarla
Miyu! In ogni caso,credo proprio che ci sarà anche
lei…perché non dovrebbe venire?-
Mizuki non rispose,la domanda di Nana,forse retorica,cadde nel vuoto.
Arrivarono al luogo in cui,tutti gli anni,quel giorno si ritrovavano.
-Hachi!-urlò,sorridendo leggermente,mentre le andava
incontro.
-Nana!-rispose lei,camminando nella sua direzione,seguita da Satsuki.
Le loro figlie maggiori si salutarono abbracciandosi forte,poi Satsuki
Honjo guardò l’amica e
l’abbracciò ancora,per farle capire che lei
c’era,ed era lì per lei.
-Satsuki!- si sentì una voce da lontano.
-Oddio,aiuto!-Satsuki divenne tutta rossa,mentre sua sorella Mizuki
iniziò a ridacchiare alle sue spalle
–Oddio,Satsuki,cosa faccio? C’è Hito!-
L’amica sorrise: -Salutalo,su…-
-Ciao…Ciao,Hito…-rispose la
bambina,imbarazzata,guardando gli occhi color nocciola come quelli
della madre guardarla languidamente.
-Ci siete tutti,a quanto vedo…-si sentì
pronunciare la voce di un uomo che si stava avvicinando al gruppo di
bambini.
-Yasu!-lo salutò Nana che,senza volerlo,prese la mano di Ren
–C’è anche Miu?-
-Sì,sì…è là,con
Asami…-indicò due puntini neri,più
lontani.
Yasu e Ren si salutarono con un cenno che esprimeva tutto il loro
cordoglio,poi Ren si spostò verso Hito:
-Ehi,Hito! Come stai?- cercò di sorridere.
-Bene,zio!- rispose lui,cercando di ricambiare il sorriso
–Sai,mi sa che ho trovato la fidanzatina…-
-E chi è?- chiese curioso,mentre dentro di sé
pensò “Se dici che è mia figlia,ti
spezzo le gambe!”.
-Ren,dovresti saperlo,sono segreti questi!- rispose il
bambino,facendogli l’occhiolino.
-Dai,dai,una confessione tra uomini…-cercò di
convincerlo lui,piegandosi sulle ginocchia e abbracciandolo con un
braccio.
-No,no,zio…non posso!-gli sorrise Hito,per poi fuggire via e
tornare dalle sue due amiche.
Ren si alzò in piedi,guardò Nana che nel
frattempo era andata da Nobu e avevano iniziato a parlare,poi
guardò Hachi e le sorrise,per avvicinarsi a lei e
abbracciarla,stringendola forte,come faceva con le sue figlie.
-Ren…non ti preoccupare…passerà anche
questa giornata…-cercò di rassicurarlo la donna.
-Nana…passerà,passerà.- disse,senza
accorgersi di averla chiamata “Nana” e non
“Hachi”,come faceva abitualmente.
-Facciamoci forza insieme…-cercò di dire lei,con
un sorriso,ma le braccia così calde di Ren la fecero
piangere.
-Ehi,Ren…che succede?-chiese Yasu,accorgendosi che Hachi
stava piangendo.
-Nulla…solo la tristezza…e la
nostalgia…-rispose lei,staccandosi dall’amico e
guardando Yasu.
Yasu sorrise loro e,prendendo la mano di Hito,andò verso
tutti gli altri.
-Nobu…come stai?-chiese un ragazzo dai capelli castani
chiaro.
-Ciao Shin! Da quanto tempo è che non ci vediamo?-lo
guardò,era davvero cambiato; notò
l’assenza del piercing al labbro,della catena che lo
collegava al lobo,i capelli erano tornati del loro colore naturale ed
erano lasciati morbidamente appoggiati alla nuca.
-Davvero da tanto…scusa Nobu…ma quando si
avvicina questa data,non mi piace molto uscire…-rispose
lui,lo sguardo chino sul terreno.
-Lo so,lo so…dai,andiamo,ci stanno aspettando tutti
là…-indicò Nana,Hachi,Yasu,Ren e tutte
le altre persone che erano con loro.
Si avvicinarono,salutarono i figli dei loro amici,Satsuki Ichinose
salutò,tutta emozionata,Shin e gli prese la mano,per
condurlo verso il semicerchio che,come ogni anno,si era creato.
-Ciao,Reira…-sussurrò,flebilmente,Shin,guardando
in mezzo al semicerchio.
-Ciao,Takumi…-cercò di dire Hachi,mentre cercava
la mano della figlia disperatamente.
Al centro del semicerchio c’erano due lastre di marmo,con
incisi dei nomi,e tanti fiori. Nella prima lastra di
marmo,l’incisione diceva,a caratteri d’oro,
“Takumi Ichinose.”,con data di nascita e di morte.
La seconda lastra di marmo,a caratteri argento,diceva “Reira
Serizawa” e,parallelamente a quella di Takumi,la data di
nascita e di morte.
-Ciao,Reira...ciao Takumi…-dissero,sottovoce,tutti gli altri
presenti.
Naoki appoggiò un enorme mazzo di fiori bianchi sulle
tombe,coprendosi gli occhi con gli occhiali,mentre Yasu strinse la mano
a Hito,guardando in lontananza Miu.
-Ren…come stai?-chiese sottovoce Nana,guardandolo con la
coda dell’occhio.
Lui non rispose,si limitò ad abbracciarla,avvolgendo le sue
spalle con il braccio sinistro.
-Ti prego,non mi lasciare…-le disse
lui,piano,all’orecchio.
-Perché dovrei farlo?-chiese lei,stupita.
-Non lo so…ma non fare mai che uno di noi due veda la tomba
dell’altro…te ne prego.- le rispose lui,mentre
guardava la sua Satsuki stringere forte la mano alla figlia di Hachi.
-No,Ren…non lo farò mai accadere. Te lo
prometto.- rispose Nana,appoggiando la testa sulla spalla del marito.
Calò il silenzio nel cimitero K. La luce di aprile sbatteva
contro le gocce di rugiada che erano rimaste a riposare sulle foglie
degli alberi,i mormorii degli animali erano cessati e l’erba
corta,alternata dalla breccia bianca,spianava il passaggio a tutte le
persone che,quel giorno,erano venute a fare visita alle due lapidi.
-13 aprile…-iniziò una voce;era Shin
che,guardando verso il basso,ogni anno pronunciava alcune parole per
aprire il discorso -…la melodia scritta da Ren,arrangiata
poi da Takumi e cantata da Reira…è questo il
motivo per cui abbiamo deciso di celebrare il giorno della memoria
oggi.- prese fiato e continuò,calibrando le parole
–Forse,se tutti noi avessimo compiuto anche solo una scelta
diversa,la nostra esistenza sarebbe migliore,chissà;
purtroppo non abbiamo la capacità di vivere il giorno due
volte,e il nostro egoismo,più o meno battente che sia,ci
conduce attraverso l’azione che più soddisfa il
piacere momentaneo.-
-Credo di parlare a nome di tutti- continuò Ren
–dicendo che tutto ciò che è successo
in questi ultimi 10 anni sia frutto della più totale
assurdità. Ma trovo ancora più assurdo il fatto
che tutto sia cominciato con un sogno comune,un sogno chiamato
Trapnest.-
-Fermati,Ren! Cosa stai dicendo?-lo bloccò Naoki,senza
capire dove volesse andare a parare.
-Fammi continuare,Naoki.- lo zittì Ren –Sono
troppi anni che mi tengo dentro questo pensiero. Stavo dicendo che
trovo assurdo il fatto che tutto sia cominciato dallo sbarco dei
Trapnest come band di alta qualità.
Com’è possibile che i sogni possano portare alla
morte? Quando pensi di avere il mondo tra le tue mani,ti accorgi di non
avere altro che polvere. E la cosa è assurda. Non
saprò mai cosa Reira abbia davvero provato quando,mentre il
sangue le scorreva dalle vene,perdeva lentamente i sensi
e,accasciandosi a terra,abbia detto la sua ultima parola. Non so cosa
abbia provato Shin nel vedere la donna per cui aveva lasciato
tutti,morirgli davanti e lui,impotente,non ha potuto fare altro che
guardarla. Non…-
-Cos’avrei dovuto fare,scusa?- lo interruppe Shin.
-Fammi finire.- zittì anche lui –Non
saprò mai tutte queste cose. Ma,tra noi,nessuno,o pochi
eletti,lo saprà mai. Non vivremo mai le emozioni che hanno
provato gli altri. Possiamo immaginarle,ma non è la stessa
cosa. Ma se potessi,vorrei provare la stessa sensazione che ha subito
Reira mentre,lentamente,moriva accasciata per terra;
perché,allora,quest’assurdità che la
gente chiama vita mi sembrerebbe davvero priva di dolore.-
Nana spalancò gli occhi,fissando Ren impietrita. Hachi si
mise a piangere,Nobu l’abbracciò e con lui anche
Asami. Non riuscendo a dire nulla,Nana continuò a fissare il
marito che schivava il suo sguardo e posava il proprio sulle due lapidi
di fronte a loro.
-Cosa…-sussurrò a malapena Nana,facendo girare di
scatto Ren.
-Nana…-la guardò e
l’abbracciò,forte,scoppiando a piangere.
-Cosa significava il tuo discorso,Ren?-chiese,debolmente,la donna
–Cosa volevi dire?-
-Volevo dire che,forse,morire per amore è la scelta
più giusta da fare…specialmente,quando sai che la
persona che ami,in terra,non potrai mai averla.-
-Ren…Reira ha preferito la morte perché ha avuto
paura di vivere,capisci? Non ha senso! Perché lei aveva
Shin,lei ha deciso cosa fare del suo destino,sprecarlo così
è stato da stupidi!- rispose Nana,decisa,scrollando
leggermente le spalle dell’uomo davanti a
sé,mentre i suoi capelli corti dondolavano insieme al suo
capo.
-Nana…-Ren pronunciò solo il suo nome,poi si
lasciò andare al dondolio che Nana gli procurava
scuotendogli le spalle.
Continuarono a mormorare parole di cordoglio,tutti i presenti,mentre
Nana guardava quanto fossero tutti cambiati,dopo 8 anni,tranne lei.
Miu si era sposata con Yasu,avevano avuto un figlio,Hito,di un anno
più piccolo di Satsuki. Il bambino assomigliava
completamente alla madre,tanto che a Nana piaceva scherzare sul fatto
che in realtà il padre di Hito non era lui,altrimenti
sarebbe nato pelato. Miu aveva i capelli corti,ora,circa come quelli di
Nana,mentre Yasu era il solito skin head di una volta.
Spostò lo sguardo poi su Nobu,il quale,dopo tutti quegli
anni,stava ancora con Asami,che non gli aveva mai dato un
figlio,né glielo avrebbe mai potuto dare.
Si spostò su Hachi,l’unica vera amica donna che
avesse mai avuto e con la quale aveva trascorso gli ultimi 10,forse 11
anni della sua vita. Lei era la persona che più
l’aveva aiutata,più di Ren,più di Yasu;
nonostante tutto,era colei che aveva sofferto più di tutti i
presenti,per una gravidanza inattesa,instabilità di
rapporti,un matrimonio fallito in partenza e la morte prematura del
compagno. “Questa è la vera ingiustizia della
vita.” Pensò,mentre guardava Satsuki Ichinose
porgere una rosa bianca sulla lapide del padre.
Guardò poi Shin,il quale era così cresciuto
fisicamente e mentalmente da sembrare irriconoscibile.
Infine guardò se stessa,la sua famiglia,Ren; lei era
esattamente come 8 anni prima,forse anche come 10 anni prima; Ren,a suo
avviso,non era affatto cambiato,nemmeno dopo i due loro bambini. Aveva
gli stessi occhi di un tempo,o forse era lei che diceva così
solo perché riusciva ancora a specchiarsi in essi. Si
guardò le mani,la fede era lì,vicino
all’anello di fidanzamento,piccola ed essenziale,poi
guardò la mano di Hachi e notò che anche lei
portava l’anello come il suo,non l’aveva mai vista
senza. Tutto appariva assurdo. Tutto era surreale.
-Andiamo,Nana…-disse Ren,prendendola per mano e conducendo
lei e le bambine alla macchina. –Adesso dobbiamo andare a
pranzo tutti insieme,come al solito…-
-…Come voleva Takumi,giusto? Me l’ha detto una
volta Hachi…-sorrise,debolmente,prendendo Mizuki in braccio.
-Amore mio…è tutto finito,tranquilla.-
cercò di tranquillizzarla Ren. –Ormai sono 8 anni
che festeggiamo questa data… “13th of April,this
day that i remember…”…l’ho
scritta io questa canzone,ricordi che piaceva anche a
te,benché a cantarla fosse Reira?-
Nana sorrise e annuì col capo.
-Shin…andiamo?- chiese,da un’altra parte,Yasu.
Il ragazzo non rispose. Davanti a lui passavano
immagini,flash,dialoghi,di quell’ultima volta in cui lui e
Reira si erano parlati.
“-Shin,lasciami
andare! Il mio posto non è qui! La mia voce è
cieca,se non canta nei Trapnest!-
-Reira,cosa dici? Reira!
Reira! Oddio! Sta arrivando l’ambulanza,ti
salverò,te lo prometto!-
-No,Shin,non voglio
essere salvata…lasciami andare da Takumi…lasciami
essere felice almeno lassù…dammi la
possibilità di avere colui che in terra non mi è
mai stato concesso!-
-Reira,non puoi
lasciarmi qui! Ti prego! Non dire stronzate!-”
Poi vide del sangue. Tanto sangue. E un elettrocardiogramma che segnava
che il cuore non batteva più. Non la vide piangere,non ne
aveva più la forza. Non la vide dimenarsi,la forza dei suoi
muscoli se ne stava andando assieme al suo sangue. Vide solo il
coltello,nelle mani della ragazza,che,pochi istanti prima,aveva
lacerato i suoi polsi,le sue gambe,il suo viso. E solo due giorni dopo
ebbe il coraggio di entrare nella loro camera da letto,e
trovò una lettera di addio,che cercava di rileggere ogni 13
aprile.
“Ciao Shin.
Scusa se non trovo miglior modo per dirti ciò che
scriverò in questa lettera,scusa davvero.
Scusami se ti lascio così,senza un vero addio,ma il mio
posto non è qui,non è tra voi.
Ho perso ciò che amavo di più,non ha
più alcun scopo la mia vita.
Scusami,ma ti lascio,e lascio tutti gli altri. Non piangere leggendo
questa lettera,me ne vado felice. Perdona i miei peccati…e
prega il cielo per me.
Layla.”
Shin appoggiò una rosa bianca sulla tomba di Reira e
seguì Yasu verso la sua macchina.
****Fine della mia fanfiction. O per lo meno,questo è quello
che voglio far credere :) Devo ammettere che questa storia
avrà un seguito…che ho già iniziato a
scrivere. Quindi, “Ren,che ne sarà di
me?” non sarà una fic davvero
conclusa…continuerà con il suo seguito,a cui non
ho ancora dato un nome. Che dire? Grazie tantissime a tutti coloro che
mi hanno recensita e seguita fino ad ora,davvero,grazie di cuore.
Grazie per le oltre 50 recensioni che il mio racconto ha
ricevuto,grazie per i mille complimenti,grazie davvero. Ma
più di tutti,vorrei ringraziare la persona che mi ha
continuato a dare la forza di scrivere,scrivere,scrivere: grazie,Ari.
Perché se non ci fossi tu,questa storia si sarebbe fermata a
metà,se non a pochi capitoli,mentre invece è
diventata quella che,impressa in un sito,è oggi. E devo dire
grazie a te che,ogni giorno,premevi dicendomi di continuare a scrivere;
io ora scrivo,scrivo,scrivo,e lo faccio soprattutto per
te,perché ti voglio bene,perché sei troppo
importante per me,davvero. Grazie di tutto. E ricordati che sarai
sempre tu a giudicare i miei capitoli,che verranno smontati da me e poi
corretti,riguardati,ricorretti,fino alla stesura finale che ti
farà piangere. E a me piace questa routine,perché
è quella che mi fa stare bene e mi rende tranquilla.
Quindi,volevo farti questa piccola sorpresina per concludere questa
fanfiction,solo per ripeterti le cose che ti dico abitualmente a
scuola,al telefono,quando usciamo; grazie,Ari.
NanaOsaki****
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