Quello che sarebbe potuto essere – 1°
parte: Kikyo
Vorrei dedicare questa storia a tutte
quelle persone che hanno fatto errori a cui mai hanno potuto porre rimedio e
hanno sempre immaginato ciò che sarebbe potuto essere se non l’avessero mai
fatto…
*
Plic. Una
goccia cadde. Plic. Una luce irradiò il mondo. Un
mondo fatto di ricordi che ha appena vissuto una battaglia. Chi è stato la
causa di tutto questo? Un uomo dai capelli corvini camminava piano per la sua
strada, in una mano teneva il ricordo della sua prima donna, nell’altra quello
della seconda. Ripensava a quello che era successo. Vide di nuovo quelle scene
nella propria mente. Vide lui trasformato in un potente demone a causa della
sfera. Vide lui uccidere tutti. Vide lui uccidere Kagome
che infuse alla sfera la sua aura pura. Tutto questo per colpa di uno
stupidissimo potere che l’aveva costretto a farlo. A fargli fare un errore. Un
errore, purtroppo, fatale. Vide finalmente sconfitto l’eterno nemico. Vide la
sfera mentre emanava la sua luce pura per farlo ritornare come era e poi come
uomo. Vide la sfera spegnersi e diventare una stupida gemma senza potere.
L’uomo continuava a camminare, assorto nei suoi pensieri, ripensando a quando
aveva ancora in sé potere. E amore. Ora tutte e due le donne che aveva imparato
ad amare eranono imparato adi come
uomo. Ve morte per mano sua. Perché era successo? La prima volta non era
stato lui era stato Naraku, eppure ora sentiva di
essere in colpa per la morte della sacerdotessa. La seconda, era stato proprio
lui a ucciderla, anche se per errore, non c’erano comunque scuse. Chiuse gli
occhi e una lacrima gli scorse sulla guancia. Da quando non lo faceva?
-
Il tuo dolore è grande, giovane uomo…
L’uomo
non sembrò sentire la voce e continuò per il suo cammino.
-
Il tuo dolore è grande, Inu Yasha…
- Ripeté.
Quella
voce gli portò alla mente Kagome. Come aveva fatto a
non sentire il suo odore? Ah, già! Ora lui era solo un umano… Si girò. Ma certo
che sciocco che era stato! Kagome non poteva essere
lì, ormai era morta. Eppure quella bambina bianca che aveva davanti aveva la
sua stessa voce… Le lacrime presero a scorrergli copiose e silenziose dagli
occhi.
-
Il tuo dolore è grande, giovane uomo… - Ripeté ancora una volta la bambina. –
Permettimi di alleviarlo… - Protese le braccia verso il torace dell’uomo che si
ridestò come da un sonno, ritrovando per un attimo la potenza di un tempo.
-
Che stai facendo?
-
Non ti preoccupare, giovane uomo. Il mio compito è da sempre quello di lenire
il dolore di tutti gli esseri. Il mio compito è da sempre quello di mostrare
quello che sarebbe potuto accadere. Il mio compito è da sempre quello di dare
un’altra possibilità a tutti gli esseri, se lo vorranno. – Protese di nuovo le
braccia verso l’uomo che non si ritrasse. – Permettimi, giovane uomo, dunque,
di lenire ciò che porti dentro. Lasciami quindi darti un’altra possibilità.
Lasciami la possibilità di adempiere il mio compito millenario…
Non
appena le braccia toccarono il torace dell’uomo, esso venne assorbito in
un’atmosfera onirica e irreale. Nudo in mezzo a un’ampia stanza bianca e
infinita, sentiva di nuovo dentro di sé
il potere demoniaco. Due bambine avanzarono verso di lui portando una veste
bianca. A un tratto la bambina che aveva visto all’inizio gli parlò di nuovo:
-
Indossa questa veste, giovane mezzo demone, e dimmi quali strade vuoi
intraprendere. – Due porte apparirono dal nulla. –
Scegliere il passato o il futuro sta a te, giovane mezzo demone. Vivrai delle
esperienze in cui tu come sei ora non sarai altro che un fantasma. Io ti accompagnerò, non temere, giovane mezzo
demone. Allora da dove vuoi partire?
Inu Yasha guardò le due porte. Non era certo di cosa sarebbe
successo se le avesse attraversate. Una scelta, allora, valeva come l’altra.
-
… Il passato. – Fu la decisione. – Scelgo il passato.
- Seguimi, dunque, giovane mezzo demone… - Disse la bambina
incamminandosi verso la porta. Appena l’ebbero oltrepassata furono catapultati
in un luogo a Inu Yasha
troppo familiare. A una scena a lui troppo familiare…
Lui
e una donna erano seduti su un dolce pendio d’erba.
- Inu Yasha… - Cominciò lei. – Se
usi il potere della sfera degli Shikon potrai
diventare essere umano…
-
Un essere umano?! E tu che farai Kikyo? – Chiese di
rimando lui.
-
Io devo proteggere la sfera. Ma se la sfera scompare… - Il tono della sua voce
sembrava diventare distante. – Io potrò tornare a essere un essere umano
normale…
La
scena rimase sospesa, come in un ferma immagine. Il vento stesso che aveva
appena cominciato a soffiare sembrava essersi cristallizzato. In mezzo a questa
atmosfera si muovevano solo due persone.
-
Ricordi questa scena, giovane mezzo demone? – Chiese la bambina.
-
Come potrei dimenticarmene. – Rispose a bassa voce Inu
Yasha con lo sguardo perso ad ammirare Kikyo. – Come potrei dimenticarmi il giorno in cui decisi
di diventare uomo per stare con Kikyo? – Continuò
ancora più cupo.
La
bambina sorrise. – Sai cosa succederà dopo questo?
-
Come posso non saperlo? Dopo Naraku ci ingannerà l’un
l’altra per distruggerci…
La
bambina sembrava divertita. – Sbagliato, giovane mezzo demone. In questa realtà
Naraku non è mai esistito…
Inu Yasha la guardò con sguardo interrogativo.
- Mpf! Sei buffo, giovane mezzo demone, lo sai? Dai vieni che
ti mostro ciò che è successo poi. – Lo prese per mano, schioccò le dita e la
scena cambiò.
Si
trovavano dentro un santuario. Inu Yasha era al centro di un cerchio attorniato da alti
candelieri. Kikyo, intanto, stava purificando il
cerchio con del sale.
-
Per l’ultima volta, Inu Yasha,
vuoi davvero diventare un essere umano?
-
Non sono mai stato più sicuro di ora Kikyo.
-
Se questo è il tuo desiderio… - Gli mise al collo la collana con la sfera degli
Shikon e si allontanò. Inu Yasha cominciò a sentire fluire dentro di sé il potere
demoniaco. La sacerdotessa, accortosi di questo, si concentrò per emanare la
sua aura pura. La sfera emanò un bagliore divino che investì Inu Yasha. Lui cominciò a urlare.
Dopo poco il rituale finì. Kikyo si accasciò a terra.
La sfera divenne una semplice gemma. Inu Yasha divenne uomo.
Ancora
una volta la scena si immobilizzò. Le fiammelle delle candele rimasero immobili
nel loro atto continuo di dibattersi.
-
Visto, Inu Yasha? In questa
realtà Naraku non è intervenuto e le cose sono andate
come volevate… - Osservò il volto del mezzo demone. – Immagino ti chiederai
cosa sia successo dopo, dico bene? – Inu Yasha assentì con la testa. – Tu e la sacerdotessa vi
sposaste e aveste tre bambini… Ma ora credo che sia il momento di tornare
indietro e provare l’altra scelta…
*
Ni-Hao… Spero che
questa prima parte di storia vi sia piaciuta… So bene che non sono molto brava
a scrivere… Vorrei ringraziare in anticipo coloro che la commenteranno… Se la
commenteranno…
Se mai tra voi ci sono coloro che hanno
letto “ Le bambole di pezza” vorrei avvisarli che non andrà più avanti…
Bye
bye from the dark kimera far away to the sun…