Capitolo 1 - TERRIFIED
Si dice che prima di morire
si veda
tutta la propria vita passare davanti, Richard Castle si sentiva
proprio così.
- Mi dispiace, non avrei dovuto tenertelo nascosto. -
- Sei fatta così, non ti apri alle persone. Ho dovuto
scalfire con le unghie ogni piccolo centrimetro.
-Castle... -
-Per favore, lasciami finire. Ho pensato molto a noi due, alla nostra
relazione, a quello che abbiamo...al nostro futuro. E ho deciso che
voglio di più. Entrambi meritiamo di più. -
- Sono d'accordo. -
- Quindi, qualsiasi cosa succeda e qualsiasi cosa tu decida Katherine
Houghton Beckett...Vuoi sposarmi?! -
Lì sulle
altalene, così significative
per la loro storia, Richard aspettava la risposta della donna che
amava, colei che così tanto l'aveva cambiato nell'arco di
quei
cinque anni.
Ricordava con chiarezza
com'era quando
si erano incontrati, o meglio come voleva apparire agli altri:
infantile, superficiale, frivolo e capriccioso. Convinto che col
denaro si potesse ottenere tutto, che non servisse altro. Poi era
arrivata lei, durante la presentazione dell'ultimo libro della serie
di Derrick Storm, ad accusarlo di un omicidio che non aveva commesso.
Lei così diversa dalle altre, che non si faceva affascinare
da un
tono sensuale e qualche complimento, all'apparenza così
sicura di se
stessa, forte, carismatica. Subito da quel primo incontro aveva
capito che doveva essere sua: inizialmente come personaggio dei suoi
romanzi, poi come donna ed infine si era innamorato di lei.
Aveva imparato a conoscerla
in quegli
anni: conosceva le sue debolezze, le sue insicurezze, il significato
dei suoi silenzi e le paure più profonde.
Erano connessi, lo sentiva,
da sempre.
Lo notavano anche gli altri dall'esterno: Ryan, Esposito, Leanie
prima di tutti. Ma anche il capitano Montgomery l'aveva capito, prima
che lui stesso lo ammettesse. Ricordava bene la notte in cui era
morto. Quando si era trattato di cercare qualcuno a cui affidarla
non aveva chiamato i due detective, ma aveva chiamato lui, Castle,
che l'aveva portata via di peso da quell'hangar, che le era stato
vicino mentre lo sentivano morire.
Quante volte lei aveva
rischiato di
morire? Quante volte lui aveva rischiato di perderla? Quante volte si
era sentito mancare l'aria dai polmoni alla sola idea?
Eppure si rese conto che il
rischio
maggiore lo stava correndo proprio lì, su quelle altalene,
in quel
lungo istante che precedeva la sua risposta. Sapeva di volerla
sposare da quando, al matrimonio di Ryan, l'aveva visto percorre la
navata, immaginando di esserci lui vicino all'altare ad aspettarla.
Da ancora prima sapeva di amarla: da quando erano rimasti chiusi in
quella cella frigorifera forse, o addirittura da quando quella bomba
era scoppiata nel suo appartamento. Eppure per dirglielo aveva
aspettato un'eternità, si era deciso solo quando il rischio
di
perderla, il rischio di vivere senza di lei era altissimo, aveva
aspettato di trovarsela sanguinante, più morta che viva tra
le
braccia dopo che le avevano sparato. E lei appena era stata fuori
pericolo era scappata da lui, fingendo di non ricordare.
Perchè non
imparava mai dai suoi
errori? Perchè anche questa volta aveva aspettato di essere
messo
alle strette? Eppure sapeva che lei quando era in trappola fuggiva.
Aveva avuto un anno di tempo per farle capire che per lui quella
storia non era solo un passatempo. Un anno per definire la loro
storia come seria. Ma non l'aveva fatto, per paura. Paura di perdere
quello che avevano, di vederla scappare via da lui e tornare tra le
braccia di un altro. Temeva che gli dicesse che non era ancora
pronta. Eppure lei glielo aveva chiesto poco tempo prima:
- Castle, dove stiamo andando? -
- In camera da letto. - aveva risposto lui fingendo di non capire. -
Ma aveva capito che non
parlava di quel
momento preciso, che parlava del futuro. E sapeva benissimo cosa
voleva, solo che non riusciva a dirlo. Alle spalle aveva già
due
matrimoni falliti, non poteva rischiare di veder andare all'aria la
loro storia. Così come stavano ora le cose andavano bene.
Poco dopo
aveva rischiato di perderla vedendola saltare in aria per aver messo
il piede su una bomba e si era pentito di non avere risposto alla sua
domanda. A pericolo scampato si era ripromesso di non tergiversare
più. Ancora una volta però la paura aveva avuto
la meglio.
Ma le cose non andavano
così bene come
credeva, la comprensione era arrivata con un biglietto aereo per
Washington, per un colloquio con l'FBI di cui lei non gli aveva
parlato.
Non c'era più
tempo. Presto lei
sarebbe partita. Era un lavoro che desiderava e perchè l'
FBI
avrebbe dovuto rifiutare Kate Beckett?
Ora lei avrebbe pensato
che quella
proposta di matrimonio fosse arrivata solo per non farla partire, per
tenerla legata a sé, a New York, per farle rinunciare a una
possibilità di carriera veramente straordinaria. Aveva
voluto
specificare che l'avrebbe sposata qualunque decisione lei avesse
preso, ovunque fosse andata lui l'avrebbe seguita. Infondo si
può
scrivere ovunque. E sarebbe stato con lei. Per tutta la vita.
Ma sarebbe bastato a farle
capire che
era un desiderio che provava davvero? Non un tentativo disperato?
Perchè era stato così infantile? Gli sarebbe
bastato comportarsi da
uomo e correre il rischio prima.
E pure quella sera erano
lì perchè
lei l'aveva chiamato. Dopo che Martha gli aveva aperto gli occhi e
fatto capire cosa doveva fare era uscito, corso in gioielleria e
comprato l'anello. Era deciso. Ma poi gli era mancato il coraggio di
chiamarla. Si diceva che doveva farle sbollire la rabbia. E i minuti,
le ore, passavano mentre provava a distrarsi scrivendo. Poi lei lo
aveva cercato. Per cosa? Avrebbe dovuto far parlare prima lei, magari
l'aveva chiamato per lasciarlo. Per dirgli che partiva e che non
c'era possibilità per loro in una storia a distanza, che no,
non lo
voleva con lei mentre iniziava la sua nuova vita come agente dell'
FBI.
Non riusciva a guardarla in
viso. Si
sentiva impacciato, perduto. Aveva sempre sostenuto che una proposta
di matrimonio doveva essere spettacolarmente romantica e con le sue
ex mogli così era stato. Ma Kate era diversa. Ricordava
cos'aveva
detto a Ryan tempo prima. La proposta doveva essere personale. Beh
ora sapeva che era più facile portare una donna in
mongolfiera per
chiederle la mano in modo spettacolare, piuttosto che aspettare
seduto in quel posto così “loro” su
quelle altalene in cui tante
volte erano stati, in cui lei aveva deciso di far cadere tutti i suoi
muri e correre da lui a confessargli che lo desiderava, ad aspettare
una risposta che non arrivava. Quanto era passato? Da quanto tempo
aspettava in silenzio una reazione di lei?
Hmm
(3x)
You
by the light
Is
the greatest find
In
a world full of wrong
You're
the thing that's right
Finally
made it through the lonely
To
the other side
Chorus
with Jason Reeves:
You
said it again, my heart's in motion
Every
word feels like a shooting star
I'm
at the edge of my emotions
Watching
the shadows burning in the dark
And
I'm in love and I'm terrified
For
the first time and the last time in my only life
And
this could be good
It's
already better than last
And
love is worse than knowing
You're
holding back
I
could be all that you needed
If
you let me try
You
said it again, my heart's in motion
Every
word feels like a shooting star
I'm
at the edge of my emotions
Watching
the shadows burning in the dark
And
I'm in love and I'm terrified
For
the first time and the last time in my only
I
only said it 'cause I mean it
I
only mean it 'cause it's true
So
don't you doubt what I've been dreaming
'Cause
it fills me up and holds me close whenever I'm without you
You
said it again, my heart's in motion (you said it again)
Every
word feels like a shooting star
Watching
the shadows burning in the dark
And
I'm in love and I'm terrified
For
the first time and the last time in my only life
Life,
life
In
my only life
Katharine
McPhee: Terrified
NDA
L'idea quando ho
iniziato la fan fiction era di scrivere una one shot che portasse alla
risposta di Beckett, quella risposta che realmente non avremo fino al
23 settembre. Poi le cose mi sono sfuggite di mano. Ero indecisa. Ci
sono più risposte possibili. Tutte lo sappiamo: parte, non
parte, gli dice di no, gli dice di sì, prende tempo e varie
combinazioni possibili. Così mi è venuta la folle
idea di scrivere due finali diversi. Come nelle storie a bivio che
quando ero piccola trovavo su Topolino e che tanto mi piacevano. Vi
lascio con la prima parte della storia. Presto posterò
contemporaneamente i due finali. A voi la scelta!
Ojamajo
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