Colei che raccoglieva la neve

di StrychnineTwitch
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 Era stato un lungo viaggio sulla vecchia macchina scura di Nikola, tenevo il lato destro della testa appoggiato al vetro ghiacciato che aveva assunto un colore biancastro per il freddo. Guardavo distrattamente ciò che accadeva fuori, piccole gocce di pioggia cristallizzate si depositavano sul finestrino, in realtà ci si schiantavano contro. Immaginai il loro dolore mentre si infrangevano e si scioglievano; una volta morte, i loro resti scivolavano, le loro scie si univano formando come dei canali di scolo.

Ad un tratto la macchina sbandò, slittò per un breve tratto sul ghiaccio, l'uomo che avevo accanto provò a frenare, ma quella fu la sua condanna a morte.

Le ruote anteriori si bloccarono improvvisamente con un rumore dinamicamente freddo, nelle mie vene scorrevano piccoli fiocchi argentati, la paura, ogni emozione era bloccata da quelli e non le era consentito arrivare a infettare il mio cervello. L'adrenalina non sembrò fare il suo effetto, mi sentii vuota, privata di ogni sentimento, quasi pura, come la neve che cadeva fitta.

La macchina si fermò dopo qualche secondo, mentre un fracasso riproduceva un'eco nella cavità del mio cuore.

Il parabrezza era in pezzi, il nostro veicolo si era schiantato contro un albero; uno dei suoi rami, appesantito dalla neve, pendeva verso terra, aveva sfondato il vetro. Guardai verso Nikola, una scheggia delle dimensioni di una mano aveva squarciato la tela della sciarpa, ora una scura macchia rossa si stava espandendo sui suoi vestiti.

Non ebbi il tempo di riflettere su ciò che era successo, ho ricordi appannati di quel momento, ma ogni volta che racconto questa storia un piccolo dettaglio in più riaffiora.

Scesi dall'auto, ormai non c'era più niente da fare per il corpo senz'anima che pochi istanti prima guidava la macchina. Misi il palmo della mano aperto sopra gli occhi per coprire l'accecante luce del paesaggio.

E fu allora che la vidi.

Una figura, una ragazza. Indossava un abito color crema, contrastava comunque con il colore della sua pelle, candida, colore del ghiaccio. Il bianco raggiungeva tonalità azzurrognole, aveva le guance emaciate. Era chinata con le mani toccava terra.

Depositava in una ciò che coglieva con l'altra, staccava dal terreno fiori di ghiaccio e neve. E quando li posava sull'altra mano questi si scioglievano, ma lei continuava imperterrita la sua opera. Un fiore dopo l'altro, era come un fantasma, colei che raccoglieva la neve.

 






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