Fedeli, fino alla morte (interrotta) di stellabrilla (/viewuser.php?uid=40922)
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Notte fonda, e luna nuova.
Gli uomini erano appostati. Il piano definito nei minimi particolari.
Le condizioni ottimali. Ognuno sapeva esattamente cosa fare.
Non c’era nulla che potesse andare storto... Nulla
oltre, ovviamente, qualche imprevisto.
Perchè la natura umana è imprevedibile, si sa.
Eppure a volte è imprevedibile al di la di ciò
che si riterrebbe lecito. E questo fu ciò che scoprì a sue spese l’Agente Speciale Dinozzo, quella notte.
Se ne stavano nascosti da quasi tre ore in un vecchio stabile abbandonato.
L’adrenalina che all’inizio lo aveva tenuto sveglio
si stava esaurendo. Erano le due del mattino e aveva una fame terribile.
Al suo fianco Ziva era immobile e tranquilla nemmeno fosse nel salotto di casa sua,
sdraiata sul divano. Come faceva poi... con quel freddo e
l’umidità che penetrava fin nelle ossa.
Stavano aspettando dei trafficanti di armi. Avevano ricevuto una
soffiata tre giorni prima, che li aveva informati su dove e su quando
sarebbe avvenuta la transazione.
Una partita sostanziosa, a quanto pareva, armi di grosso calibro che
lasciavano il paese per finire negli stati Arabi.
Tony si guardò attorno per l’ennesima volta.
Niente di anormale, nessuno in vista, neanche il più piccolo
movimento. Già da un po’ si stava convincendo che
la soffiata doveva essere sbagliata. Magari uno scherzo di qualcuno con un pessimo senso
dell’umorismo. Eppure... Gibbs ci aveva creduto. E il fiuto
di Gibbs non sbagliava mai (a meno che non si parlasse di donne, ovviamente).
-Che ore sono?- chiese per l’ennesima volta a Ziva. E per
l’ennesima volta lei guardò l’orologio.
-Sono passati dieci minuti esatti da quando me lo hai chiesto
l’ultima volta- rispose lei spazientita.
Lui sospirò -Secondo quello che ha detto
l’informatore la consegna avrebbe dovuto avere luogo almeno
un’ora fa. E’ ovvio che ormai non si faranno
più vivi.-
Ziva si nosse debolmente a fianco a lui, era appena una forma
nell’oscurità.
-Se ti sei bollito chiedi il permesso a Gibbs di tornare a casa- e gli
allungò un walki-talki.
A Tony non sfiorò nemmeno l’idea di prenderlo -Sì, bell’idea. Così prima mi spara, e poi mi
licenzia. E comunque si dice “stufato”, non
“bollito”.-
Tornò a scrutare il piazzale sotto l'edificio abbandonato -Mi sto congelando.-
Ziva prese un termos che aveva vicino a se e gli versò un
bicchiere di liquido scuro. Tony lo prese e ne bevve un sorso, ma ormai
il caffè era quasi freddo.
Passò un’altra mezz’ora e ancora non si
vedeva nessuno. Ad un tratto la voce di Gibbs risuonò nei
loro auricolari.
-C’è movimento.-
-Si, lo vediamo- rispore Ziva.
Un grosso camion scuro era appena entrato dal cancello dello
stabilimento abbandonato. Dietro di esso due macchine e una moto.
Dalla loro postazione, dietro un mucchio di barili metallici, i due
agenti dell Ncis si tesero e impugnarono i fucili. C’erano
due squadre di federali sparpagliate in tutta la zona, per un totale di
otto elemeni. Ma Tony si rese conto che sarebbero bastati appena.
Guardò gli uomini scendere dai veicoli. Tre dal camion, sei
dalle macchine più il motociclista. Dieci. Tutti
pesantemente armati.
Tre degli uomini scesi dalle macchine rimasero in disparte, gli altri
tre si avvicinarono a quelli scesi dal camion. Il motociclista si
guardava attorno, imbracciando un fucile di grosso calibro, un M16
probabilmente. Tony notò che non si era levato il casco. Lui
e Ziva erano in una posizione sopraelevata rispetto al piazzale dove si
stava svolgendo lo scambio. Avevano una visuale ampia e libera per
diverse centinaia di metri tutt’intorno.
La voce di Gibbs tornò a risuonare nelle loro teste. -A
tutti gli agenti, iniziare la manovra di avvicinamento. Dinozzo, David,
voi mantenete la posizione fino al segnale. Ricordate che è
essenziale prenderli vivi.-
Appena Gibbs ebbe terminato la frase accaddero molte cose.
Il motociclista mandò un grido di allarme. Gli uomini del
camion imbracciarono le armi, quelli delle macchine fecero lo stesso.
Solo che cominciarono a sparasi tra di loro! Evidentemente credevano di
essere caduti gli uni nella trappola degli altri. In men che non si
dica tutti i trafficanti erano a terra. Solo il motociclista non era stato
colpito e si mise a correre verso il suo mezzo, che aveva lasciato a
una ventina di metri di distanza.
-Capo!- gridò Tony -Il motociclista scappa, ce
l’ho sotto tiro.-
-Negativo Tony. Le uscite sono bloccate, non può scappare.- Gli rispose Gibbs.
Ma il motociclista non si dirigeva verso l’uscita. Forse
aveva una via di fuga a loro ignota? Non potevano assolutamente
pernettersi di lasciarlo scappare.
-Gli sparo alle gomme!-
-Negativo Dinozzo. Troppo rischioso. Ci serve vivo.-
Ancora cinque secondi e sarebbe uscito dalla sua visuale.
-Alle gomme!-
-No, Tony!-
Ma a Tony l’istinto diceva sì.
Sparò.
Il colpo centrò in pieno la ruota posteriore della moto
facendola sbandare e cadere. Il motociclista fu sbalzato via, ma si
alzò in un paio di secondi, tenendosi un braccio.
Un sorrisò si stampò sul viso
dell’Agente Speciale Dinozzo, grande da un orecchio
all’altro. Stava per dire qualcosa a Ziva quando...
La testa
del motociclista esplose.
Volò per aria con tutto il casco, staccandosi dal corpo che
stramazzò a terra, esanime.
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