Io quella sera non volevo uscire, non volevo stare in quello stupido posto, non volevo andare a quella stupida festa. Tutt'ora non riuscivo a capire qual'era il 'tema' della festa. Il motivo di quella 'ricorrenza'.
Ero stato trascinato lì dal mio assistente, Paul. 

- Dai su, Daniel, ti divertirai! - Era stata la sua motivazione. Ho quasi scordato cosa sia il divertimento, io. Aveva buttato sul mio letto uno smoking. Già aveva organizzato tutto Paul. Ed è per questo lavora per me. 

- Io non la metto quella cosa! - quasi urlai. - E poi, da dove esce? Io non ho mai avuto uno smoking!! - dissi sempre più irritato. 

- L'ho preso solo per stasera, Daniel. E' affittato! - rispose Paul, con un tono sicuro, come se fosse la cosa più naturale del mondo. 

- E io dovrei indossare questo vestito...che è stato messo chissà da quante altre persone! Mi dispiace Paul, ma mi rifiuto. - affermai, incrociando le braccia.
Non avrei ceduto. 
 

- Per favore Daniel, ho assicurato al signor Williams la tua presenza al 100 %!!! Sbrigati che è già tardi! Sei essenziale lì! Ti dico che ti troverai benissimo lì... Ci sono molte persone con cui potrai parlare... Sarà pieno di dottori e neuropsichiatri come te. Eddai su! -

Mi stava dicendo di tutto pur di convincermi. Ebbi un attimo di esitazione prima di mettermi ad urlare o rifiutare per l'ennesima volta. Oppure simulare un mio qualsiasi attacco o allucinazione che ormai convivono con me da anni. 

- Questa è l'ultima volta però! Non ho intenzione di andare mai più a feste del genere. E qui si chiude l'argomento. - conclusi, con uno sguardo cagnesco rivolto a Paul. 

 

Quando mi fui vestito, Paul era già pronto quindi potevamo partire e andare a questa dannata festa. Prima saremmo arrivati e prima ce ne saremmo andati.