Kate stava sognando. Era
domenica mattina, niente sveglia puntata per andare al lavoro, ci si
poteva girare dall'altra parte, stringersi un po' di più al
proprio compagno e riprendere a dormire tra le sue braccia. Con un
sospiro di contentezza si mosse nel sonno fino ad aderire al corpo
dell'uomo addormentato accanto a lei.
L'uomo
aprì gli occhi, sorpreso. Un sorriso aleggiò per
un attimo sulle sue labbra alla visione della giovane donna
addormentata con il viso sulla sua spalla. Inspirò il dolce
profumo dei suoi capelli poi tirò fuori l'altro braccio da
sotto le coperte per controllare che ora fosse. Le cinque. Poteva
restare ancora un po' a godersi la piacevole sensazione di quel corpo
femminile stretto al suo, prima di alzarsi e fingere di aver dormito
altrove. Kate, aveva scoperto un paio di anni prima, non era affatto
mattiniera e spesso bisognava quasi buttarla giù dal letto
quand'erano in missione. E poi aveva la curiosa abitudine di dormire
sull'orlo del materasso e piccola com'era lasciava un bel po' di
invitante spazio libero, al quale quella notte non aveva saputo
resistere. Richiuse gli occhi sicuro che non si sarebbe riaddormentato,
ma il sommesso ronzio dell'aria condizionata e il lieve dondolare della
nave lo cullavano così piacevolmente che poco dopo dormiva
di nuovo.
Kate
si svegliò di soprassalto. C'era qualcosa che non andava.
Non era domenica mattina e lei non era nel suo letto a casa, insieme al
suo ultimo boyfriend. Era su una nave della marina degli stati uniti ad
indagare su un omicidio, insieme a....
-
Gibbs! - strillò rossa di vergogna, rendendosi conto di
essere parzialmente sdraiata sul
suo
datore di lavoro e cercando di tirarsi su.
-
Uh? - rispose lui senza capire cosa ci fosse da gridare tanto. Un
attimo dopo sorrideva dell'espressione oltraggiata della giovane donna
-
Cosa ci fai nel mio letto? - chiese Kate cercando di ricomporsi tenendo
strette le coperte contro al petto
-
tuo, agente Todd? - replicò lui, beffardo
-
tu mi hai detto che potevo avere il letto! - replicò lei
arrabbiata
-
ma non ho detto che potevi averlo per te sola, non è vero? -
chiese divertito dall'espressione sgomenta di Kate
-
Gibbs! Come...
-
Avanti Kate, abbiamo già dormito in posti più
piccoli di questa cabina, come quella volta sul Philadelphia
La
giovane era diventata rossa come un peperone al ricordo della sua prima
indagine su un sottomarino. Erano passati due anni ma ricordava come se
fosse ieri il momento in cui l'emersione rapida l'aveva fatta cadere in
avanti e si era trovata stretta tra le braccia di Gibbs e per quei
pochi, eterni secondi le si era fermato il cuore. E poi lui aveva fatto
quel commento che l'aveva indignata, fatta ridere e risollevare
dall'imbarazzo tutto in una volta. Quante volte, in seguito, si era
chiesta se sarebbe accaduto qualcos'altro se fossero stati soli. Ma poi
per qualche ragione Gibbs aveva smesso di flirtare con lei e non le era
rimasto nient'altro da fare che comportarsi il più
professionalmente possibile e dimenticare
“l'incidente”, fino a questa mattina.
-
Ora capisco perchè Ducky dice che DiNozzo ti somiglia! -
commentò Kate ma quando vide lo scintillio negli occhi del
suo capo si zittì.
-
ah Kate, non avresti dovuto dirlo – commentò lui
alzandosi su un gomito e prendendole il viso con la mano libera
– avevo approfittato soltanto dello spazio lasciato libero
nel letto questa notte, ma adesso ho una gran voglia di assaggiare
quelle tue belle labbra piene.
-
Non oserai! - esclamò lei con poca convinzione
Lui
la guardò intensamente per un attimo. Poi la
lasciò andare e si alzò. Raccolse i vestiti e si
avviò verso il bagno. Prima di entrare si volse verso di
lei, con un sorriso enigmatico.
-
Non senza il tuo consenso, Kate.
Lei
rimase imbambolata a fissare la porta chiusa. Adesso che era finalmente
sola poteva cercare di capire cos'era successo. L'idea di aver dormito
accanto a Gibbs le dava una strana sensazione, per niente spiacevole.
Cercò di scacciare quel pensiero dalla mente. Non era
dispiaciuta perchè non l'aveva baciata, non poteva esserlo!
Quando
lo raggiunse in sala mensa lo trovò che leggeva dei
documenti. Prese un caffè e mentre lo sorseggiava non
potè fare a meno di osservarlo. Kate non sapeva esattamente
che età avesse. Ad occhio poteva averne una quindicina
più di lei, ma non poteva negare di esserne attratta,
nonostante i capelli grigi, che si ostinava a tagliare come se ancora
fosse nel corpo dei marines, e le rughe sul viso. Era un uomo dalla
forte personalità, imprevedibile, tenace. Con un particolare
senso dell'umorismo e un mare di ferree regole da seguire. E anche una
montagna di difetti, pensò sorridendo di come allontanava da
se i fogli per riuscire a leggerli senza occhiali. Stava per posare la
tazza quando abbassando lo sguardo si accorse di avere davanti a se un
piatto di uova e bacon.
-
mangia – le disse con tono burbero, senza spostare lo sguardo
dai fogli – abbiamo un bel po' di lavoro da fare oggi e non
avrai molte altre occasioni di farlo
-
grazie – replicò debolmente lei prendendo la
forchetta in mano.
Il
resto della giornata lavorarono gomito a gomito, tra interrogatori e
videoconferenze con il resto del team che svolgeva le indagini al
quartier generale. Alla fine erano riusciti ad individuare i colpevoli
e Gibbs li aveva fatti confessare dopo un estenuante interrogatorio.
Ora
stavano ascoltando Tony che, in videoconferenza, riferiva l'esito delle
sue indagini. Nel frattempo Gibbs osservava Kate con la coda
dell'occhio. Poco più di due anni prima aveva scommesso con
se stesso che avrebbe fatto di lei un ottimo agente. Agli inizi era
stata una vera sfida insegnarle. Aveva usato ogni trucco, l'unica cosa
che non aveva fatto era stato portarsela a letto. Un tempo non aveva
avuto scrupoli a riguardo. Jenny Shepard ovunque si trovasse adesso,
avrebbe potuto testimoniarlo ma con Kate era stato diverso. Non sapeva
nemmeno lui perchè ma si era limitato a flirtare e a
invadere il suo spazio personale. Non si era mai spinto oltre e Kate lo
aveva praticamente seguito come un cagnolino, fino a quando non aveva
imparato a ragionare con la propria testa e a sviluppare il potenziale
che aveva visto in lei. Ma all'improvviso quella mattina aveva
seriamente messo in discussione la propria decisione. Adesso la giovane
donna stava cercando di mascherare, senza successo, uno sbadiglio. Le
mise sotto al naso la propria tazza di caffè. Kate si volse
a guardarlo sorpresa, poi con un sorriso grato prese la tazza, stando
attenta a non sfiorargli le dita. Bevve un lungo sorso e gliela
restituì.
Kate
Todd non era solo giovane e bella. Aveva qualcosa di più che
la distingueva dalle altre donne che aveva frequentato. C'era in lei
una dolcezza e una compassione che solitamente non c'era in chi faceva
il loro lavoro. La maggior parte degli agenti erano guidati
dall'ambizione, anche Kate ne aveva, ma, come il resto del suo team,
aspirava più ad un riconoscimento da parte sua che a fare
carriera.
-
Va bene così, DiNozzo. Domattina viene a prenderci un
elicottero, quando arriviamo al QG mi aspetto di trovare il tuo
rapporto e quello di McGee sulla mia scrivania.
Tony
stava cercando di dire ancora qualcosa ma Gibbs interruppe la
comunicazione e si rivolse verso Kate
-
Vai a dormire, il tuo rapporto puoi scriverlo domani durante il viaggio
-
D'accordo. - Rispose lei alzandosi e stirandosi. Si avviò
verso la porta. Poi si fermò e si volse a guardarlo dritto
in quegli enigmatici occhi azzurri.
-
Gibbs? - chiese timidamente
Lui
attese, senza dire una parola
Kate
deglutì prima di trovare il coraggio di parlare
-
Tu non vieni?
-
Vuoi che venga? - ritorse lui osservando attentamente la sua reazione
Kate
arrossì, le sembrava di non fare altro da quella mattina, e
si morse l'interno della guancia, indecisa se correre il rischio o
lasciar perdere.
-
se ti dico di si, cosa succede?
Lui
scrollò le spalle, come a intendere che non era in grado di
prevederlo. E Kate capì che, quell'uomo abituato a fare
tutto a modo proprio e ad essere sempre in controllo di qualsiasi
situazione, stava lasciando a lei la scelta. Un sorriso le
illuminò il viso.
-
Andiamo Gibbs, scommetto che sei un ottimo cuscino!
Lui
non potè fare a meno di ridere mentre le posava la mano
sulla schiena e la guidava alla loro cabina. Si prepararono in silenzio
e scivolarono sotto le coperte. Poi Kate si volse verso di lui, sorrise
e gli si fece vicina, accoccolandosi con il viso sulla sua spalla.
Gibbs le mise il braccio intorno alla vita e sorridendo le diede un
lieve bacio sulla fronte
-
Sogni d'oro, Kate.
Robin, 15 gennaio 2008
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