Parole d'amore - dieci anni dopo

di Vivien L
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Grazie ad Anonimo, per avermi spinta a postare questa shot. Spero che tu abbia occasione di leggere questo messaggio.
E grazie ai miei lettori, tutti, quelli vecchi e quelli nuovi, e anche a chi un tempo mi leggeva e adesso non più.
Il grazie più grande di tutti, però, va ai lettori di Parole d'amore, perché quella storia ha significato tanto per me e senza di voi non sarebbe stato possibile.



Circa dieci anni dopo i fatti accaduti in Parole d'amore




Ora che il tempo si è fermato io sto aspettando... 
- Carmen Consoli- 
 




ANNA KARENINA - ANNA'S LAST TRAIN 
https://www.youtube.com/watch?v=HKRzDTgcr38



 
Cara mamma, 
oggi è una giornata speciale. E' il primo giorno di liceo di Amy. Chi l'avrebbe mai detto che il tempo passa così in fretta? Possibilmente, Edward è ancora più sconcertato di me. Sembra ieri che la cullava sulle ginocchia, mormorandole all'orecchio complicati calcoli finanziari... era l'unico modo per farla addormentare. Con lei, le ninne nanne non hanno mai funzionato.  E' stata di gran lunga la più faticosa dei miei figli, sempre in contrasto come siamo, ma so, nonostante tutto, e nonostante una madre non dovrebbe mai pensare queste cose, che è lei la più tosta della famiglia... riesce ad averla vinta persino su Edward. Quella ragazzina tutta pepe farà grandi cose. 
Ieri era molto agitata. E' un po' grassottella per la sua età -ha presto dal ramo paterno della famiglia- e condivide le paure di ogni adolescente in carne di questo mondo. Ma non se ne fa una malattia, e anzi, se qualcuno mai osasse prenderla in giro sono certa che si saprebbe difendere con le unghie e con i denti. Ricordo che alla sua età avevo un problema analogo: i miei compagni di classe mi prendevano in giro per la mia eccessiva magrezza. Ero una ragazzina pallida e ossuta, sempre imbronciata. A volte la mia timidezza sfociava in un mutismo quasi patologico... non ero un bello spettacolo, ma Amy è molto più pragmatica di me, la sua flemma è diversissima dalla mia e sono sicura che se la saprà cavare. Sabato l'ho portata a fare shopping. Purtroppo Edward era in viaggio per lavoro e non ha potuto accompagnarci, ma quando è tornato si è divertito a sentire le prese in giro di Amy: la vittima ero io, naturalmente. Io e la mia esasperazione nel constatare che non le basta un'intera mattinata in giro per negozi per scegliere qualche vestito. 
Come ben sai, detesto lo shopping e di solito è Esme a occuparsi di queste cose. In realtà, sono segretamente contenta di aver passato con lei una giornata all'insegna del divertimento, visto che di solito è sempre suo padre a portarla a spasso. Al contrario, Mark è sempre attaccato alle mie sottane, mi segue praticamente ovunque e l'altro giorno, nonostante la sua giovane età, che lo rende poco incline ai sacrifici, ha persino mangiato le mie lasagne bruciate pur di non causarmi un dispiacere (mi ero distratta guardando il notiziario, dimenticandole in forno...  Edward mi ha presa in giro per settimane. Io amo la cucina italiana, ma a quanto pare il sentimento non è ricambiato.  
Ne abbiamo approfittato per ordinare un paio di pizze e una torta al cioccolato, anche se ho proibito a Edward di spingersi oltre la prima fetta (il suo diabete mi preoccupa ogni giorno di più, soprattutto perché Edward è psicologicamente dipendente dai dolci e la maggior parte delle volte pranza fuori casa, impedendomi di controllare le sue abitudini alimentari. D'altronde lui non ha mai resistito alle tentazioni, e il nostro strano matrimonio (bé, perlomeno i primi anni lo sono stati) ne è la prova. 
Scommetto che ti sembra bizzarro il fatto che io abbia appena fatto una battuta. La vicinanza con Edward da questo punto di vista mi ha giovato. E i miei figli -ma soprattutto i mille guai che combinano- mi hanno insegnato a vedere le cose in prospettiva. 
Mi manchi, mamma. Pensavo di venirti a trovare uno di questi giorni. 
Manchi molto anche ai bambini, sai? Chiedono spesso di te, e io rispondo loro che verremo a trovarti presto. E' una promessa. 
Ma non voglio essere triste. Sono così rari i momenti di solitudine, qui. Quando Amy e Andrew sono a scuola, c'è Esme a tenermi compagnia. Quella donna è proprio un'impicciona.  A volte fatico a controllarla, a mettere dei paletti. E' difficile farle rendere conto che non le deve interessare cosa mangiano i bambini a cena o il numero di volte in cui faccio sesso con mio marito. E' così imbarazzante! Ma Edward usa il pugno di ferro, con lei.  Non che ci litighi apertamente, ma gli basta uno sguardo per rimetterla al suo posto e obbligarla a una ritirata strategica. Che strana donna, e che strano rapporto abbiamo! 
Ti ho più parlato di Jacob? Sua moglie Elizabeth non è riuscita a sconfiggere per la seconda volta il cancro. Jake è distrutto. Cerco di stargli vicino, per quel che posso. Non ci vediamo spesso, mi sento ancora a disagio quando ripenso a ciò che è stato. L'ho amato così tanto. Un amore diverso da quello che nutro per Edward; ero così giovane e folle e idealista, allora. Ho capito troppo tardi che quel tipo di amore non avrebbe potuto condurmi che alla distruzione. Ero troppo arrendevole, gli avrei perdonato qualsiasi cosa. Nessun uomo vorrebbe una donna del genere al proprio fianco. Vivevo con il costante terrore di essere lasciata, di restare da sola, nient'altro che l'ombra di me stessa,  con i miei vuoti e le mie insicurezze. 
Con Edward è diverso; con lui mi sento me stessa, posso impormi quando so che è necessario senza aver paura che se ne vada, che mi abbandoni. Con lui sono libera di essere chi voglio, anche se ci sono voluti anni a trovare un simile equilibrio. 
Ieri ho ricevuto una telefonata da Rosalie. Il suo tono di voce, da melodioso che era, negli anni si è fatto roco per il troppo fumo e strascicato per l'ambiente indolente in cui è costretta. 
Ma la casa di cura le piace. Si è fatta un sacco di amici e, a quanto dice, si è messa con uno, un suo compagno di stanza "alto e meravigliosamente bello", testuali parole. 
Non la vado a trovare da anni. Pensavo di poter stringere un legame, con lei, ma ho presto imparato che l'amicizia è un sentimento incompatibile con la pietà. 
Se ne è accorta presto, che il mio affetto non era sincero - che ne era solo un piccolo residuo, nient'altro che un piccolo residuo che mascherava il senso di colpa- e mi ha allontanata a male parole. 
Come sono stupida a volte, mamma. Rosalie mi ha fatto capire che abbiamo molte cose da imparare dai matti. Lei, che ha così poche inibizioni, ormai, mi ha costretto a guardarmi allo specchio e a rendermi conto di quanto io sia ipocrita e moralista. Le ho portato via il marito, d'altronde. 
Come posso pretendere di aiutarla? Come oso anche soltanto pensarci? 
Ecco che tua nipote mi chiama. Vuole che le cucia l'orlo della gonna della divisa. Benedetta ragazza, se la sarà provata una trentina di volte, quella divisa. Se continua così, un paio di mesi e la consumerà a forza di rimirarsi allo specchio. 
Ti voglio bene, mamma. Ti penso costantemente, e ho appeso una tua foto in camera mia e di Edward. Quanto vorrei che tu la vedessi... in quello scatto sei così bella, e hai quel sorriso luminoso che ha stregato non solo papà, ma tutti gli uomini della east coast. 
Devo proprio andare. 
Sempre tua, 
Bella. 

 
Una sottile pioggerellina appanna i vetri della raffinata decapottabile di Edward. Ha provato milioni di volte a convincermi a guidarla, ma io non ne voglio sapere: preferisco il mio comodo e ingombrante fuoristrada. 
Edward mi stringe la mano; gli rivolgo uno sguardo distratto, impenetrabile. Non voglio che sia triste. Io non lo sono. 
Scendiamo dall'auto, e Edward apre immediatamente l'ombrello. Mi stringo al suo fianco. Varchiamo il cancello, mano nella mano. So di essere più pallida del solito, ma serena. Il nervosismo di prima è completamente svanito. So cosa significa: sto lentamente imparando ad accettare l'inevitabile. So anche che con il tempo starò meglio, anche se non lo supererò mai del tutto.
Un vento freddo sferza le fronde degli alberi. Mi scompiglia i capelli e lo accolgo con gioia, respirando profondamente, aria pulita e odore di salsedine. 
Mi inginocchio di fronte alla lapide, anche se la terra si è trasformata in un sottile strato di fango. 
Deposito un mazzo di girasoli -i suoi fiori preferiti- vicino alla sua foto; ne abbiamo scelta una in cui ha la testa inclinata all'indietro, mentre gocce di pioggia le solcano il viso proprio come quelle stesse gocce solcano il mio in questo momento. Un sorriso velato sulle labbra. E' felice nonostante i debiti, i problemi con Charlie, è felice nonostante abbia una figlia lontana che non telefona mai. E' felice nonostante io all'epoca fossi infelice, perché sapeva che avrei dovuto passarci comunque, e che un giorno avrei trovato la mia strada. E' felice senza un preciso motivo, ed era questo che la rendeva -che la rende- una persona speciale. E' stata felice fino all'ultimo giorno, fino a quando, due mesi fa, la leucemia non l'ha uccisa. E mi ha fatto giurare che sarei stata felice anch'io, nonostante la sua assenza, nonostante tutte le cose brutte del mondo.
Ci sto provando, mamma. Ci sto provando davvero. E un giorno riuscirò a mantenere la mia promessa. 
Una piccola lacrima sfugge al mio controllo. Edward s'inginocchia al mio fianco, e al diavolo il suo completo da cinquecento dollari. Me la asciuga con dita leggere, affettuose. Trovo la forza di sorridergli, e lui mi abbraccia. Lo amo così tanto, mamma. Avevi ragione tu: siamo fatti per stare insieme. Per il semplice motivo che il silenzio, tra noi, urla come una voce a pieni polmoni. So che lui è al mio fianco e che vi resterà finché questa stessa fredda terra non sarà pronta ad accogliere anche noi.  
Restiamo così, in questo abbraccio che sorregge entrambi, sperando che la pioggia lavi via il dolore, il suo calore contro il mio fianco, il suo respiro che mi accarezza il viso, e guardiamo il tramonto illuminare il tuo sorriso nella foto. 
Sorriso che per un attimo è specchio del mio. 
 
Non vorrei crepare 
Prima d'aver conosciuto 
I cani neri del Messico 
Che dormono senza sognare 
Le scimmie a culo nudo
Divoratrici dei tropici 
I ragni d'argento 
Dal nido pieno di bolle 
Non vorrei crepare 
Senza sapere se la luna 
Sotto la sua falsa aria di moneta 
Ha un lato appuntito 
Se il sole è freddo 
Se le quattro stagioni 
Sono davvero quattro 
Senza aver provato 
A portare un vestito 
Lungo i grandi viali
E che so che mi piace 
Il fondo verde del mare 
Dove le alghe ballano il valzer
Sulla sabbia ondulata 
L'erba bruciata di giugno 
La terra che si screpola 
L'odore delle conifere 
Non vorrei crepare 
Prima che abbiano inventato 
Le rose eterne 
La giornata di due ore 
Il mare in montagna 
La montagna al mare 
La fine del dolore 
I giornali a colori 
Tutti i bambini contenti
E tante cose ancora 
Che dormono nei crani 
Di geniali ingegneri 
Di allegri giardinieri 
Di socievoli socialisti 
Di urbani urbanisti 
E di pensatori pensierosi 
Tante cose da vedere 
Da vedere e da sentire 
Tanto tempo d'attendere
A cercare nel nero 
** Boris Vian 1920 -1959 ** 




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