10 piccoli Hetaliani

di Hetaliame
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Epilogo

Alfred poggiò il pettine e si guardò allo specchio. “Come sto, eh, come sto?” “Bha, decentemente.” Disse Arthur sorseggiando il suo tè. “Non chiedevo a te.” “Infatti chiedeva a me, il re della moda, honhonhon” “Francis, cosa ci fai qui?” “Sono passato a trovarvi.” “Sloggia.” “O insomma!” disse Alfred. Cioè, urlò Alfred. “Per me è un giorno importante, e a voi non ve ne frega niente! Chiedevo a Mhattew!” Arthur si fece strano e sussurrò a Francis. “Non l’ho mai visto così… serio, se si può dire.” “Aaah, l’amour…”

“Allora fratellone, come sto,eh, come sto?” “Benissimo Lily, benissimo, come al solito.” Disse Vash sistemando tutti i vestiti che Lily aveva buttato sul letto. “Non capisco tutta questa agitazione, dovete solo andare al cinema.” “Ma è il mio primo appuntamento! E se dico qualcosa di sbagliato? E se inciampo e cado?” “Oddio…” “Bwaaaaa! Ho bisogno di supporto femminile!” prese il cellulare e digitò un numero specifico.

“Lily, che bello sentirti!” “Elizabeta, ho un problema!” “Uh?”

“Ma che ha da stare tre ore al telefono quella?” disse Gilbert, che portava più o meno un centinaio di borse. “Non lo so tesoro, ma guarda queste scarpe! Sono cioè, tipo, totalmente meravigliose!” “Mamma mia, quanto pateticume.” “Hey Vlad, che fai qua? Ti ho già detto che Elizabeta è la MIA fidanzata” “Rilassati Gilbert, volevo vederti sfacchinare. E guarda questo!” disse mostrandogli un foglio. Feliks si avvicinò e lesse:

“Domenica 25 marzo Roderich Eldestein. Il concerto di un aspirante e talentuoso pianista.”

“Chi è ‘sto Rodecoso che?” “Uno.” gli disse Gilbert con noncuranza. “Allora Roderich ha fatto successo!” disse Elizabeta , che si era appena staccata dal cellulare. “Eliza!” disse Vlad “Ti vedo in ottima forma!” “Non toccarla” disse Gil “E chi me lo impedirà, tu?” il prussiano buttò tutte le borse sopra il povero Feliks e iniziò a insultare Vlad, che rispondeva. Raivis si aggrappò alla giacca di Eduard. “Che paura…” “Siamo presi bene…”

“Allora, il piano e questo: Li spiamo!” “Complimenti per la genialità.” Peter sbuffò. “E dai Wendy, tu che faresti?” “Andrei a vedere un altro film, e non mutosi dallo spazio!” “Mutanti” “Quello che è! E poi perché dobbiamo spiare Alfred e Lily?” “Perché… bo, non lo so” la ragazza si batté una mano sulla faccia. “E te pareva…” “O senti, non ho niente da fare!” “Guardiamo un film carino, prendiamo un gelato!” “Come due fidanzatini?” “Che è, ti stai Martinizzando?” “Mi pareva un’idea carina.” La ragazza arrossì. “Ma offri tu.” “Ok, gusto?” “Menta.” “Io prendo cioccolato!” Un cellulare trillò. “Uh?” fece Wendy. Prese il cellulare e dopo un po’ partì a ridere. “Senti questa, Martino e Lucille si sono fidanzati!” “Seguiamo il loro esempio?” la ragazza arrossì. “Ma.. ma che…?!” “Ahahaha, scherzavo!” Wendy sorrise. “Idiota…” “Allora, lo prendiamo sì o no ‘sto gelato?”

“Veeee, Luddy, che fai?” “Andiamo in campeggio. Vi va?” Lovino stava per insultarlo, ma poi si ricordò della promessa. “E va bene….Viene anche Antonio?” Kiku fece di sì con la testa. “Sono qui Lovinito!” disse lo spagnolo abbracciandolo. “Oh insomma! Mollami! Non toccarmi, bastardo!” Feliciano sorrise.

“Era bello il film, vero?” “Mi ha fatto paura.” Se pensate che sia stata Lily a dire questo, vi sbagliate. Alfred tremolava e si era aggrappato al braccio della ragazza. “Hem, Alfy… puoi mollarmi…” “Oh, sì, scusa.” “Ti va un gelato?” gli occhi dell’altro si illuminarono. “Ice creeeeeeeeam!” Lily sbuffò. Era un bambino troppo cresciuto. Ma forse, proprio per quello gli piaceva.

Natalia osservava il tramonto sulla laguna. Venezia, una città bellissima. Se fosse rimasta in Inghilterra, avrebbe corso il rischio di godersi un panorama a scacchi. “Bello, eh?” “Toris…” “Porto buone notizie. Lily sta benissimo,Tuo fratello è troppo ricco per finire in prigione, ma è meglio che se ne stia attento.” “Che farai adesso?” “Mi trasferisco a Venezia.” “Bhè, penso che lo farò anch’io. L’Italia è bellissima.” “Per te che hai viaggiato molto, deve essere bello avere un posto dove stare.” “Bhè, c’è un motivo preciso per il quale rimango. Molti posti sono belli, ma in nessuno di quelli mi sentirei bene, se tu non sei con me.” 




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