5_Five (cold) kisses
Titolo: Five (cold)
kisses
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[ 1468 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Roronoa
Zoro, Sanji Black-Leg
Rating: Giallo
Genere:
Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti:
Shounen ai, Alternative Universe
Tabella/Prompt:
Inverno › Spazzaneve
12
Storie - #03 Ricorrenze: #04. Inverno
The season challenge: Inverno
› Freddo
Una ficcy... al prompt: 44.
Film Disney › 88. Droga alternativa › 94.
Manga
ONE
PIECE ©
1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Il
rumore dello spazzaneve era diventato assordante.
Avvolto in un plaid in camera sua, con
il gatto che gli dormiva
ai piedi e la televisione accesa a basso volume sul Re Leone, Sanji
tentava in tutti i modi di ignorare quel fastidioso ronzio e di leggere
il suo manga in santa pace, per quanto non ci riuscisse da una buona
manciata di minuti. Aveva riletto tre volte la stessa pagina e non
aveva tuttora capito nulla, e sinceramente era quasi tentato di aprire
la finestra - con tutto che l'aria fuori era gelida e avrebbe rischiato
di morire assiderato in un peto secondo - e urlarne quattro a quel tipo
al volante. Okay che doveva liberare la strada, ma era lì
davanti casa sua da una vita, accidenti a lui!
Sanji lanciò il manga sul
comodino e si coprì la
testa con il cuscino, muovendo così bruscamente le gambe che
Bepo, il suo gatto, gli soffiò contro prima di
acciambellarsi
nuovamente ai piedi del letto come se nulla fosse, stiracchiandosi
sotto lo sguardo scettico del padrone. Lui sì che faceva la
bella vita. Non era costretto ad andare a scuola, non doveva faticare
per portare bei voti a casa e non doveva dar peso a tutti i piccoli
problemi della vita, genitori in primis. Oh, lui voleva bene ai suoi
vecchi, per carità. Ma a volte si aspettavano
così tanto
da lui che non riusciva a sostenere il peso di quelle
responsabilità. Voleva diventare un cuoco famoso e lavorare
a
Tokyo, anche se per adesso seguiva unicamente le lezioni di economia
domestica a scuola e un corso di un paio d'ore da tutt'altra parte. Ne
aveva di strada da fare, e non sempre era facile. Fortunatamente i suoi
genitori lo appoggiavano nelle sue scelte - almeno per quanto potessero
- e lo lasciavano fare ciò che voleva, per quanto ci fosse
una
piccola cosa - e nemmeno tanto insignificante - che non era riuscito a
dir loro. Chi ci sarebbe riuscito, in fondo? Persino lui stentava a
crederci!
A quel suo stesso pensiero, Sanji
imprecò a denti
stretti, sentendo l'assoluto bisogno di una sigaretta. Aveva
ricominciato a pensare a quella cosa, maledizione. Scosse il capo e
abbandonò il cuscino sul letto, afferrando il pacchetto di
sigarette per dirigersi alla finestra; il vento gelido lo fece
rabbrividire e gli solleticò i capelli, ma non era
così
terrificante come aveva immaginato al principio. Si accese la stecca e,
portandosela alle labbra, incrociò le braccia sul davanzale
per
guardare giù, dove il tipo dello spazzaneve sembrava
bestemmiare
contro chissà cosa. La ruota posteriore si muoveva a vuoto e
sollevava un mucchio di neve, simbolo che si era bloccata -
probabilmente colpa del ghiaccio, chi poteva dirlo - e non aveva
intenzione di staccarsi. Oh, ecco perché quel maledetto coso
era
ancora lì.
D'un tratto il suo cellulare, riposto
sul mobiletto alla sua
destra, vibrò e lo fece sussultare, e Sanji si diede
mentalmente
dell'idiota nell'allungare un braccio verso quello stupido aggeggio e
armeggiare con i tasti; quasi gli mancò il fiato,
però,
nel leggere che gli era arrivato un messaggio da parte di quella
stupida alga che portava il nome di Zoro e che sarebbe passato per i
compiti che, come al solito, non aveva preso. Aveva proprio un pessimo
tempismo, quel marimo. Era lui la piccola cosa che
avrebbe dovuto raccontare ai suoi. Certo, all'apparenza sembrava solo
uno dei tanti compagni di classe che aveva, però... beh, lui
era
qualcosina di più; per metterla in termini pratici, erano
ormai
tre mesi che si frequentavano e non ne avevano fatto parola con
nessuno, se si escludeva ovviamente la madre di quel marimo che sapeva
praticamente tutto. All'inizio, quando Sanji gli aveva chiesto
perché glielo avesse raccontato, lui non si era nemmeno
degnato
di spiegare, ma alla fine aveva semplicemente detto che con sua madre
non aveva segreti e che lei sapeva di quella sua cotta da prima ancora
che si mettessero insieme. E la cosa aveva quasi rischiato di far
collassare Sanji, giacché non aveva mai minimamente pensato
che
quel tipo dall'improponibile capigliatura verde stravedesse per lui
dalla quinta elementare. Ironico, visto che era stato lo stesso per lui
ma non aveva mai voluto fare i conti con se stesso, rifugiandosi nella
credenza di essere il cavaliere di ogni ragazza esistente sulla faccia
del pianeta. Oh, beh... quello lo credeva ancora, per essere sinceri. E
forse lo faceva per preservare la propria sanità mentale.
Come
avrebbe fatto a dire a quel vecchiaccio di Zeff e alla sua splendida
mamma che si era innamorato di un brutto esemplare di homo erectus -
definirlo sapiens era un po' troppo, per lui - e che la cosa era
destinata ad andare oltre, dato che per lui era quasi diventato una
droga alternativa? Oh, accidenti.
«San-chan! C'è qui
il tuo amico Zoro!» Il
grido di sua madre lo riportò bruscamente alla
realtà e
ci mancò poco che ingoiasse la sigaretta, e
spalancò gli
occhi nel rendersi conto di ciò che lei aveva detto. Zoro...
era
già lì?! Quel bastardo l'aveva fregato ed era
già
vicino casa, quando gli aveva mandato quel messaggio? Merda, merda e
ancora merda. Non era mentalmente pronto e non aveva intenzione di
vederlo - non adesso che gli erano tornati in mente la sua confessione
d'amore impacciata e il modo grezzo in cui si erano scambiati il loro
primo bacio -, ma, prima ancora che potesse gettare la stecca e
chiudere la finestra per fare lo stesso con la porta, quest'ultima si
spalancò, rivelando la figura di Zoro. Con quella stazza
enorme,
quei capelli verdi cortissimi sulla nuca e quei tre piercing
all'orecchio, sarebbe potuto passare per un membro di una qualche gang
giovanile ed evitato bellamente, anche se l'unica cosa che faceva era
praticare kendo.
«Oi», lo
salutò così, alzando
semplicemente una mano e richiudendosi la porta alle spalle. Aveva con
sé il bokuto e la sacca da palestra, simbolo che era da poco
tornato dal suo solito allenamento. E Sanji non sapeva dire se fosse un
bene o un male, certe volte. «Hai tutto?»
«Grazie, marimo, anch'io sono
felice di vederti. Oh,
certo, sto bene», lo schernì Sanji, facendogli
cenno di
sedersi sul letto prima di spegnere la sigaretta e chiudere finalmente
quella finestra. Sia mai che entrasse la neve anche in camera.
«Potevi avvisarmi prima, invece di fare un'improvvisata del
genere».
«Hai bisogno dell'avviso per
farmi copiare i compiti?»
«La gente ha da fare,
sai?»
«Certo, vedo...»
ironizzò nel gettare un
occhio al televisore e ai manga sparsi un po' ovunque.
«Vedere un
film della Disney è un grande sforzo, in effetti».
Sanji gli rifilò un calcio dietro la nuca e,
ignorando il suo
lamento, si lasciò cadere a sua volta sul letto; Bepo gli
saltò improvvisamente addosso e strofinò il viso
contro
il suo stomaco, ma Sanji sorrise, grattandolo dietro alle orecchie.
«Prendi poco in giro, tu».
Zoro gli rifilò
un'occhiataccia, guardando male anche la
palla di pelo che non faceva altro che strusciarsi contro il suo
padrone. I suoi occhi verdi sembravano farsi beffe di lui e anche i
miagolii di piacere ad ogni grattatina lo infastidivano, quindi si
chiese quasi se non lo facesse apposta, quella stupida bestia.
«Stupido gatto».
«E adesso che diavolo ti ha
fatto?» Sanji
sollevò un sopracciglio e guardò il compagno,
scorgendo
qualcosa che lo fece ridere di gusto sotto il suo sguardo sconcertato.
«Sei geloso, marimo-chwan?»
gli domandò malizioso, facendo schioccare la lingua sul
palato;
Zoro arrossì e borbottò qualcosa fra
sé e
sé, incrociando le braccia al petto.
«Che cazzate spari? E' un
gatto!»
«Ed è in braccio a
me».
«Questo lo so».
«E si sta strusciando
addosso».
«Che c'entra?»
«E gli sto facendo le
coccole».
Quella fu la steccata finale,
giacché Zoro parve
trasalire e la sua espressione cambiò radicalmente. Senza
tanti
complimenti, afferrò Bepo per la collottola e lo
gettò
sul letto, rischiando anche che il gatto, nervoso per quel trattamento
ricevuto, si alterasse con lui e lo graffiasse bellamente; sotto lo
sguardo sconcertato di Sanji, poi, annullò la distanza che
li
separava e poggiò le labbra sulle sue, lasciandolo
spiazzato.
Premette la lingua sul labbro inferiore e lo costrinse ad aprire la
bocca per intrufolarsi dentro, sentendolo a poco a poco sciogliersi
contro di lui e gettargli le braccia al collo, del tutto preso da quel
bacio che li aveva legati così d'improvviso.
Fu un bacio breve, in realtà,
ma parve lasciare Sanji
abbastanza ebbro da guardare Zoro con una strana espressione.
«Il
quinto è sempre il migliore», dichiarò
poi in un
sussurro ironico, e se in un primo momento Zoro aveva inarcato un
sopracciglio,
curioso e scettico al tempo stesso, ben presto si ritrovò a
sorridere, poggiando la fronte contro quella del compagno.
«E a quanti siamo,
ricciolo?»
Sanji abbozzò un sorriso,
ricambiando il suo sguardo da
quella posizione. «Tre», affermò
divertito.
«Quindi ti conviene rimediare, marimo».
«Contaci»,
sghignazzò, gettandosi famelico
sulle sue labbra. I compiti avrebbero anche potuto aspettare.
_Note inconcludenti dell'autrice
Questa
flash la dedico alla mia ragazza, che sta sempre a fare compiti di
inglese anche in estate! (?) ♥
Scleri miei a parte, come al solito si tratta di una AU,
però il
pensiero di questi due in un universo alternativo che faccia in qualche
modo comprendere la loro vita scolastica mi diverte.
Non sono il tipo che ama molto le commedie scolastiche - insomma,
dipende molto da come sono gestite e se non si tratta sempre dei soliti
cliché, un po' stile Great Teacher Onizuka, per farla
breve...
quello si che mi diverte e mi piace come genere -, però se
si
tratta di questi due e di momenti un po' alla slice of life posso fare
un piccolo strappo alla regola ed ecco che cosa ne esce fuori *sclera*
Okay, la pianto di scrivere cose senza senso, anche perché
gira e rigira non ho detto nulla di nuovo.
Come
sempre, commenti e critiche sono ben accetti
Alla
prossima.
♥
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