Capitolo 2
Come
avevo presupposto, uscì dal locale per fumare. Il solo
vederlo portare l’accendino verso la sigaretta e scrutare,
con precisione, la
sua solita smorfia per accenderla mi fece
rabbrividire, tutti quei ricordi che ero riuscita a cancellare,
tornavano pian
piano alla mente, come lame taglienti , le quali trafiggono il corpo
con una
velocità tale da non accorgerti di essere perforato in ogni
punto da una ferita
a dir poco mortale.
-Hai
intenzione di ripartire di nuovo senza avere più tue
notizie?- mi domandò buttando fuori del fumo molto denso.
Rivolse lo sguardo
verso me, guardando dentro ai miei occhi azzurri, entrando
completamente nei
miei pensieri come sapeva fare solo lui e, purtroppo, sapeva farlo
anche troppo
bene. Non sapevo più cosa rispondere, dentro mi stavo
distruggendo pian piano,
realizzai solo in quel momento che essere stata via per 2 anni non
aveva
risolto nulla, non aveva cambiato di una virgola i miei sentimenti nei
suoi
confronti … ero ancora innamorata di lui, anzi forse lo ero
ancora di più e
questo non andava affatto bene, dopo tutto quello che mi aveva fatto io
non
potevo amarlo ancora, non dovevo, tutto quello che si stava evolvendo
nel mio
corpo era assolutamente qualcosa di sbagliato che, però, non
riuscivo a
controllare in nessun modo. Deglutii e cercai di dargli una risposta
più
sensata possibile, quando arrivò d’un tratto una
ragazza mora, dagli occhi
azzurri, molto carina. Si buttò al collo di Ville e
schioccò un bacio sulle sue
labbra. Mi guardò, accennando ad un sorriso.
-Ma
sei tu!- disse sorpresa, venendomi incontro –sai tra
Paula e Lauri ho sentito molto parlare di te … tu sei
Arianna non è vero?- mi
chiese squadrandomi dalla testa ai piedi. “Quindi tu sei
Jonna” pensai tra me e
me, per la prima volta conoscevo la donna con cui Ville mi
tradì tempo fa. Lo
guardai, cercando di esprimere tutto il disprezzo che avevo in corpo,
anche se
l’amore per lui era sempre più grande e io mi
odiavo sempre di più.
-Sono
io … -le risposi, quasi in tono arrogante, senza
volerlo. Sarei voluta scomparire in quel momento, per un attimo pensai
veramente di riprendere l’aereo e andarmene di nuovo, ma
nessuna fuga avrebbe
avuto senso, ora che i miei sentimenti si erano ribellati a qualsiasi
tentativo
di evasione dalla realtà.
In
quell’istante uscirono Paula e Lauri, i miei due angeli
di salvezza. Guardai Lauri
cercando di
fargli intendere tutto, senza dover parlare.
-Noi
accompagniamo Ary a riposare, è ancora scossa dal
viaggio-disse
il ragazzo accompagnandomi in macchina. Paula si affrettò a
venirci dietro e
partimmo verso la loro casa.
-Strana
quella ragazza … -disse Jonna stringendosi a Ville
–anche se me l’avevano descritta molto
più in carne, che cosa le è successo?
-Quando
l’amore ti consuma ti riduce così …
-rispose il
ragazzo, spegnendo la sigaretta con la scarpa. Aveva capito tutto, non
gli era
sfuggito nessun dettaglio come ben pensavo. Non doveva succedere, non
doveva
saperlo, ma tutto ciò era inevitabile, non solo io conoscevo
bene lui … lui
conosceva me, alla perfezione.
Arrivammo
a casa di Lauri verso l’ora di cena, poggiai la
valigia nella camera degli ospiti. Avevano deciso di ospitarmi fino a
quando
non mi trovavo un appartamento mio, ovvio non volevo recar loro
così tanto
disturbo, avevano già troppe cose a cui badare. Mi feci una
doccia per cercare di
scacciare qualsiasi pensiero negativo, ma era tutto inutile,
l’acqua non
riusciva a purificarmi dal dolore che mi affliggeva … non
tanto per il fatto
che Ville se ne stava ancora con quella ragazza, ma per il fatto che
non ero
riuscita a poter cambiare nulla nemmeno in due anni di assenza, sempre
più
innamorata di quegli occhi, sempre più affascinata dal suo
sorriso e sempre più
terrorizzata dal fatto che conoscesse ogni mio sentimento senza
doverglieli
raccontare. Uscita dalla doccia, mi vestii velocemente e poi mangiai
con gli
altri. Durante la cena regnò un silenzio quasi imbarazzante,
interrogandoci
ognuno su quello che era successo nel pomeriggio, ma nessuno
osò domandare
nulla, soprattutto a me. Finito di mangiare Lauri andò
subito a dormire, dato
che doveva alzarsi presto per lavorare, io aiutai Paula a sparecchiare
la
tavola e poi decidemmo di prenderci una tisana bella calda. Portai le
tazze
ancora bollenti in soggiorno, ne diedi una a Paula, che si era seduta
sul
divano, io mi sedetti su una sedia, così che la mia amica si
potesse rilassare
al meglio.
-Allora?
Che cosa si prova?- le domandai annuendo al
pancione, mentre sorseggiavo la tisana
Paula
sorrise e si toccò la pancia con fare delicato e
rilassato.
-Penso
sia la cosa più bella dell’essere donna
–rispose con
tono gioioso e spensierato –è davvero incredibile
come l’amore di due persone
possa generare un qualcosa di così puro e meraviglioso-
continuò sorseggiando
un po’ della tisana. Erano le parole più belle che
avessi mai sentito in vita
mia, soprattutto perché l’amore la stava rendendo
così felice e piena di vita,
cosa che purtroppo non stava succedendo a me.
-E
tu?- mi domandò facendosi seria –che cosa hai
provato
rivedendolo, soprattutto con lei?
Abbassai
lo sguardo, non volevo toccare l’argomento, anche
perché era stata una giornata davvero molto pesante e non
sapevo davvero come
avrei potuto gestire la situazione,in quanto lo avrei visto di
frequente,
poiché stava lavorando con Lauri ad un nuovo progetto
musicale. Scese una
lacrima che bagnò i miei pantaloni, stavo scoppiando, non
riuscivo più a
trattenere qualsiasi tipo di emozione, ma sapevo che con Paula potevo
mostrarmi
in qualsiasi modo, perché lei era in grado di capirmi in
ogni mia espressione.
-Niente,
non è servito a niente stare lontano per così
tanto
tempo … -risposi piangendo –io non riesco a farlo,
non riesco a mandarlo via
dalla mia testa. Giorno e notte ho lavorato cercando di farlo uscire,
di
scacciarlo con tutte le mie forze, ma non è servito a nulla
… -.
Paula
si alzò dal divano e mi strinse forte, carezzandomi i
capelli. In quel momento avevo solo bisogno di questo, un abbraccio da
un’amica
sincera come lei, in grado di poter tirarmi su di morale in qualsiasi
momento e
in qualsiasi situazione.
-Passerà
tutto quanto, piccola –mi tranquillizzò,
sussurrandomi
ad un orecchio –lo sapevi benissimo anche tu che andarsene
non sarebbe servito
a nulla … l’unico modo per poter vincere tutto
questo è cercare di vivere passo
dopo passo accanto a lui e cercare di convivere con questa situazione,
anche se
è la cosa più complicata e impossibile che un
essere umano sia in grado di
compiere, ma ci riuscirai … lo so perché ti
conosco e so che non hai mai
mollato davanti ad una sfida … mai!- sorrise dandomi un
bacio in fronte.
La
ringraziai con tutto il cuore, senza di lei penso che non
sarei mai riuscita a poter continuare questa miserabile vita.
Passarono
circa 3 settimane, avevo trovato lavoro presso una
scuola di danza, con i soldi che guadagnavo aiutavo Paula e Lauri a
pagare le
spese di condominio, ero ancora a casa loro, poiché Paula
non voleva
assolutamente che me ne andassi, o almeno non in questo momento, in
quanto
anche lei aveva bisogno di me, di qualcuno che, oltre Lauri, le facesse
compagnia e inoltre voleva riguadagnare tutto il tempo perduto. In
questo
periodo, Ville passava molto tempo a casa di Lauri, a causa del nuovo
progetto
musicale. Fortunatamente, grazie al lavoro, lo vedevo molto poco e
quelle poche
volte che tornavo a casa ci scambiavamo pochissime parole, molto di
fretta …
cercavo sempre di evitarlo, di sfuggire a quegli occhi che mi
catturavano senza
lasciarmi più andare. Forse era solo l’inizio, ma
vederlo così frequentemente
non mi stava aiutando affatto, soprattutto per il fatto che quella
Jonna era
costantemente dentro casa di Paula e cercava in tutti i modi di essere
gentile
e cordiale con me, ma lo faceva in un modo così forzato che
non riuscivo a
tollerare nemmeno uno suo battito di ciglia. Era assurdo il modo
morboso con
cui si appiccicava a lui e, come se volesse farlo davanti a tutti noi,
strisciare come un serpente a sonagli addosso al suo corpo. Una rabbia
avevo in
corpo, rabbia mista a disperazione … ecco adesso anche la
gelosia doveva
entrare in gioco? Non la definirei gelosia vera e propria, sinceramente
mi
faceva pena il modo in cui cercava di farmi capire che Ville era suo
ormai ed
io dovevo farmi di parte, come se in quel momento avessi il tempo di
giocare …
lei non poteva nemmeno immaginare quello che stavo provando io, anzi
forse
pensava che facendo così, fosse in grado di farmi soffrire,
ma non aveva capito
che il motivo della mia sofferenza non era lei … ma lui! Non
comprendeva il
potere che Ville aveva su di me, di come era in grado di capire ogni
mio
pensiero, gesto o sentimento senza che io professi parola e la cosa era
insostenibile … perché nonostante non stessimo
più insieme, era in grado di
sapere ancora così tante cose di me, come se fossi la sua
immagine speculare?
Tutto ciò era inspiegabile e allo stesso tempo struggente
… ma un giorno
qualcosa accadde ed io ero completamente incatenata al vortice che
Ville aveva
creato.
Eccomi qui
cari lettori!
Beh cosa ne pensate? Come potete vedere a quella povera disgraziata
(che sarei poi io XD) non è riuscita a dimenticare quei
tremendi "occhi di ghiaccio", ora troppo presenti nella sua vita.
Chissà in quale impiccio verrà coinvolta,
sarà in grado di dimenticarlo o perlomeno odiarlo?
Lo vedremo in seguito, sì voglio tenervi sulle spine ahahaha
Alla prossima :)
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