Era arrabbiata….. era arrabbiata, furiosa,
furibonda!
Claire stesa sul letto scalciò con forza uno degli orsetti
di peluche che vi riposava sopra mandandolo contro la finestra e
scattò in piedi come se il materasso pungesse.
Ogni minuto di più che passava in quella città,
praticamente segregata in quella casa, contribuiva a farle salire la
bile.
Odiava quella casa, odiava quella camera, odiava New York!
Ma perché avevano dovuto abbandonare non solo Odessa ma
addirittura il Texas!?
Perché aveva dovuto di nuovo cambiare casa, cambiare scuola,
cambiare nome, cambiare tutto???
Perché doveva vivere in fuga??
Perché non poteva avere una vita normale? ESSERE
normale… perché…
-ti odio papà…- disse sussurrando alla parete..
diceva che lo faceva per il suo bene, per la sua protezione…
ma da cosa la voleva proteggere? Non si era neanche degnato di
spiegarglielo (come al solito) e lei era a dir poco furibonda per
questo!
Sylar, l’unico essere sulla faccia della terra che fosse in
grado di farle del male, era sparito…. Quindi da cosa ancora
stava scappando? Da cosa si stava nascondendo?
E in più era sola.
Maledettamente sola.
Lui era sempre alla compagnia, e tanto meglio così
perché era arrivata a detestare il sorrisetto tenero
costruito ad arte con cui deviava la conversazione appena lei
cominciava a fare domanda su cosa diavolo stessero facendo
lì.
Sua madre aveva trovato come unico rimedio per mantenere
l’equilibrio psichico dopo il mare di notizie allucinanti
(tipo: tua figlia è praticamente immortale) che le erano
piombate addosso, quello di chiudersi ancora di più nel suo
mondo dorato e infiocchettato e di dedicarsi anima e corpo a Mister
Babbani…. Molto più di prima se mai la cosa fosse
possibile..
Layl direttamente aveva smesso di rivolgerle le parola dopo il loro
terzo trasferimento…. Ora si limitava a guardarla con odio
di tanto in tanto considerandola la causa di tutti i suoi problemi
Infine c’era Peter… morto, esploso, disintegrato
e….. non sapeva più come dirselo…
Continuava a perseguitarla il pensiero (o forse il desiderio) che lui
fosse ancora vivo e questo la faceva infuriare ancora di più
con se stessa…
-smettila! Smettila di attaccarti a lui!- si urlò
guardandosi allo specchio
-è morto!!! È morto lo vuoi capire!!! Smettila di
pensarlo! Non tornerà più… non
verrà più a salvarti….- vide nel
riflesso una lacrima che le attraversava il viso.... e con rabbia
sferrò un pugno violento allo specchio mandandolo in
frantumi…
gli schizzi di sangue dalla mano le arrivarono fino in
faccia…
-Claire tesoro tutto bene? Ho sentito un rumore!- la voce della madre
quasi non la raggiunse…
osservò con odio i tagli sulle sue nocche richiudersi i
pezzi di vetro venir via da soli e cadere a terra…
sbuffò stizzita e afferrò la giacca…
non ce la faceva più a stare chiusa lì dentro. Al
diavolo suo padre sarebbe uscita.
Si buttò in strada di getto e respirò forte il
profumo del freddo inverno di New York. Il vento le alzò i
capelli in aria..
-un altro minuto in quella casa e mi sarebbe venuta un ulcera-
sospirò….
Iniziò a camminare distrattamente…. Si sentiva
sola…. Troppo sola…
Un ragazzo le sfrecciò davanti in bicicletta… e
vedendolo… le venne in mente che solo un anno
prima… quando aveva scoperto di non essere normale.. e si
era sentita esattamente come adesso: sola e abbandonata….
C’era stata una persona..
Si una persona che come quel ragazzo di prima girava in bicicletta, e
aveva perennemente le cuffie nelle orecchie, e si portava dietro una
telecamera…
Una persona, che le era stata accanto… che l’aveva
vista buttarsi da un impalcatura, rimettersi a posto le vertebre con le
mani….e le aveva detto che non era anormale…. Ma
speciale!
Sorrise tristemente tra se… si…. C’era
stata una persona così…
E forse era quella che le mancava più di tutte.
Più del papà affettuoso che lavorava alla
fabbrica di scatole
Più della mamma bizzarra con cui preparava i dolci
Più del fratellino dispettoso con cui si faceva gli scherzi
E forse…. Più del ragazzo, dello zio, che
più adorava al mondo…
Si…. Più di tutti le mancava Zack….
Una nuova lacrima le bagnò il viso
Anche lui lo aveva abbandonato ad Odessa…. Insieme alla sua
vecchia vita
E probabilmente… come Layl, si sentiva tradito….
E la odiava anche lui…
Un’altra lacrima…
Alzò lo sguardo per meglio asciugarsi gli
occhi….. e rimase come pietrificata…
Davanti a lei…
A forse… 10 metri…
Un ragazzo non troppo alto, forse troppo magro, con i capelli castani,
le cuffie del walkman appese intorno al collo e una telecamera
attaccata alla cintura dei jeans che glieli tirava leggermente verso il
basso scoprendogli l’elastico dei boxer, si rigirava in mano
una cartina più grossa di lui….. tentando di
dargli un senso leggibile…
Claire spalancò la bocca stupefatta in
un’espressione anche un po’ ridicola.
Era un brutto scherzo della sua immaginazione?
O era vero?
Quello era….. era Zack!!! Si! Era proprio Zack non
c’era dubbio!!!!
-ma….ma cosa… cosa ci fa…-
balbettò confusa non riuscendo ad impartire ordini ai suoi
piedi…
Zack accartocciò la cartina con un gesto di stizza e si
grattò la testa come per cavarne fuori un idea…
poi si voltò… e la vide…
Dopo un breve istante di sorpresa un sorriso da orecchio a orecchio si
allargò sul suo viso e le si avvicinò con una
breve corsetta
-Claire! Dio mio sei tu! quanto tempo!- esclamò
-che fortuna incontrarti per strada, non ci avrei mai sperato!! Sono
una frana con le partine, mi stupisco di essere riuscito ad arrivare
fin qui da solo!- l’aveva travolta con un fiume di
parole…. Come faceva sempre… ma poi si accorse
che la ragazza non accennava a dare cenni di vita e rimaneva immobile
con la bocca aperta a fissarlo…
Claire era sconvolta…. Il suo cervello non mandava alcun
impulso…
Zack a quel punto arrossì vistosamente…
- Claire… chiudi quella bocca ti ci entreranno le
mosche…- la prese timidamente in giro…
la ragazza si ridestò improvvisamente dal
torpore…. Sorrise incredula…
-Zack…. Sei proprio tu…. cosa ci fai
qui…?- chiese
-come sarebbe a dire che ci faccio qui?! Sono venuto a cercarti no??
Sei sparita!- esclamò lui piccato…. Poi
tossicchiò vedendola arrossire e assumere la sua adorabile
espressione imbronciata da “non è stata colpa
mia”
-e poi…. Si insomma… nel caso in cui avessi
bisogno di una mano… sai…. Come ai vecchi tempi-
le sorrise sornione…
Claire non riusciva a crederci…. Se quello era un sogno
sperava di non svegliarsi mai… era lì…
davanti a lei… e non la odiava…
Ma come…. Cioè come hai fatto a…-
balbettò
-trovarti??- le venne in aiuto lui
Claire annuì con forza… non riusciva a pensare
che sua padre avesse dimenticato in giro tracce così
evidenti da permettere a un normalissimo ragazzo di rintracciarli
-bhè…- rispose Zack
-ti ricordi quello strano caccia spiriti che ti aveva regalato quel
tipo che lavorava con tuo padre a Odessa?...... bhè lo hai
dimenticato attaccato alla finestra….
Così… bhè l’ho usato
io…. E l’ho chiamato- ammise con un sorrisetto
bastardo
-lui si ricordava di me…. Diceva di avermi cancellato la
memoria una volta… bhè comunque…. Mi
ha spifferato il tuo indirizzo di New York…. Ed eccomi qui!-
concluse entusiasta…
Claire rilasciò un sospiro. Aveva chiamato
l’haitiano… aveva rischiato così
tanto…. Solo per venire da lei…
abbassò la testa di scatto per cercare di trattenere le
lacrime… questa volta di gioia… che minacciavano
di scendergli…
Zack la guardò con un sopracciglio inarcato
-bhè? Non sei neanche un po’ contenta di vedermi?-
le disse
-credevo…- ma Claire non gli lasciò terminare la
frase e praticamente gli si gettò tra le braccia
stringendolo intorno al torace con tutta la forza che aveva.
Zack rimase un attimo immobile, con le braccia leggermente alzate, a
guardarla un po’ sorpreso.
Poi sorrise e ricambiò l’abbraccio.
Claire premette ancor di più il viso contro il suo petto, e
sospirando sulla sua maglietta sorrise…
Era incredibile….. meraviglioso….
E impensabile quella mattina…
Eppure ora, lì, tra le braccia di Zack, si sentiva
finalmente a casa….
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