Schegge di mania mattutina
“Dormire sta diventando il mio incubo.”
“Eh…ti confesso che il risveglio mi
angoscia.”
“Sto pensando seriamente di smettere.”
“Ti seguo.”
“…”
“Somiglieremo a Gaara, ma non importa.”
Polvere e scintille di sole prendevano vita tra le esotiche fronde.
Neji fissò con aria di sfida il ragazzo che lo affrontava;
occhi perlacei gli restituirono lo sguardo, eclissati da filamenti
scuri dall’aria vendicativa.
Aggrappato alla riva un metro più in là, il
proprietario di uno spiazzante caschetto spinoso inclinò la
testa, osservando a sua volta il proprio alter-ego riflesso
nell’acqua.
Maledette acque.
Quei capelli inferociti che sembravano proclamare la guerra, nei quali
le dita disperate dello Hyuga affondavano, perdendosi.
Quei ciocchi ritti e impertinenti che imprimevano con la loro immagine
un lume di scoraggiamento negli occhi scuri di Lee.
Maledette acque. Col loro riflesso rendevano ogni mattino una tortura.
Le dita di Neji si avvicinarono timidamente a un ciuffo ricadente
sull’occhio destro, per poi presto ritirarsi, impressionate
dall’impossibilità del compito.
Troppo lavoro da fare.
“Bè… siamo in esame. Non ho intenzione
di perderci tempo, oggi.”
Il tipo riflesso di fronte al suo naso sembrava appena uscito da una
giungla.
“Mi sembra di avertelo già sentito dire
ieri…”
Forse perché, effettivamente, era immerso in una
giungla.
“Chiudi quel forno, Lee.”
Secondo test, esame di selezione dei Chunin.
Foresta della Morte. Niente bagno, niente pettine, niente rasoio.
Potevano scordarsi il balsamo allisciante. Cinque giorni alla deriva,
all’inseguimento di un dannato, stupido rotolo.
E, a proposito di rotoli, niente carta igienica.
Chi era l’uomo della situazione? Tenten.
Passò canticchiando sulla la riva opposta, annodando con
disinvoltura due lunghe trecce ai lati della testa, in due perfetti
chignon.
L’unico essere che non si preoccupasse troppo dei dannati
peli che solevano crescere sulle teste di tutti, fu osservato con
crescente invidia dai due compagni in canottiera, stanchi e sudati dopo
un’estiva nottata umida.
Eppure, di solito erano le ragazze a sfinirsi di paranoie riguardanti
la propria chioma.
“E…”
Una delle tipiche espressioni sognanti solleticò il volto di
Lee; non poteva che voler dire un’immensa cretinata in
arrivo. Ma Neji era troppo stanco e sotto stress per tuffarsi al
riparo.
“… e se ci dessimo un taglio?”
La lama di uno Shuriken si affacciò allegra dalla saccoccia
in pelle.
“Mhpf. No… ai miei ci tengo
troppo.”
Occhi tondi e sguardo critico. Due Lee voltarono la testa ironici.
“Io ti consiglierei di tagliare quei capelli,
Hyuga.”
“Io ti consiglierei di tagliare quella lingua,
fallito.”
La dita di Lee scorrevano contropelo, percependo la sensazione pungente
del timido, prematuro filo di barba in crescita. Potevano
tranquillamente aspettare il quinto giorno della prova per procurarsi
il rotolo della terra; il loro aspetto sarebbe stato abbastanza
terrificante da spaventare anche Sasuke Uchiha in persona.
Le foglie degli immensi alberi tingevano di verde il terreno.
Chissà che in quello stesso momento, da qualche parte nella
Foresta, Ino Yamanaka non si stesse passando chissà quale
diavoleria sui capelli, rendendoli lisci e impeccabili.
Se soltanto avessero potuto prenderla in prestito…
In quelle condizioni, specchiarsi equivaleva a depressione.
Il riso esplose quasi isterico sulla labbra del più giovane,
in un’osservazione divertita.
“Tu sei messo peggio di me!”
“Grazie, i miei sono lunghi. E non li pettino da tre
giorni… che strano, eh?”
“Già. Lasciatelo dire, fanno paura.”
La bocca dell’altro si storse in risposta.
“Pensa alle tue sopracciglia, scemo.”
Tenten sedette sulla riva opposta, rivolgendo loro uno sguardo che
sembrava cantare un divertito insulto.
Uomini. Tanto narcisismo e poco senso pratico.
Un paio di Kunai rotearono obbedienti attorno alle sue dita, gli anelli
che tintinnavano l’uno contro l’altro, minacciosi;
il suono richiamò prevedibilmente i due ragazzi accigliati.
“Posso risolvere il vostro problema rapidamente.”
Propose, serena.
Sapevano che le lame di Tenten erano ben affilate.
Allontanando dall’espressione l’effetto di un
brivido, le due teste scarmigliate risolsero la questione immergendosi
per intero nelle fredde acque torrentizie.
-
Angolo
dell’autrice:
Piccolo, folle tributo al team Gai. Quanto li posso amare quei tre? 8D
Una scheggia, come dice il titolo… un piccolo frammento
della vita da cani condotta in quei cinque giorni d’Inferno
nella Foresta.
Ok, so che è una cosa molto scema, senza né capo
né coda, ma… mi è venuta
l’idea e non ho resistito! Come diavolo hanno fatto tutti
quei poveracci a passare giorni in una foresta senza uscirne come i
naufraghi dell’Isola del Famosi?! O.O Mah… solite
improbabilità giapponesi.
Per chiunque legga anche
le mie altre fanfic, avviso che purtroppo non
avrò il tempo durante la settimana di scrivere il prossimo
capitolo della mia raccolta “Children of Tomorrow”,
né di completare la parte hard di
“Juken”. E siccome mi taglieranno anche Internet
questo finesettimana, intorno al 22… Ci rivediamo ai primi
di Marzo =(. Mi scuso
con chiunque stesse aspettando i vari seguiti e per le storie che non
potrò recensire.
Spero che questa one-shot vi abbia per lo meno divertiti, di certo non
ha la pretesa di insegnare nulla. xD
Un bacione da Chime!
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