Just a
Imitation
~
A tail of Deadly Sins and Purity
~
“The
overflowing emotions and reality
are
paint it all over in black.”
Quasi del tutto crollato e
coperto da terra sterile e sabbiosa, in un luogo remoto semisconosciuto
ai più, vi è un antico castello che in tempi
migliori ospitò al suo interno uomini importanti, donne
influenti e
bellissimi principi.
Ora le mattonelle disconnesse
della pavimentazione, i corridoi impraticabili, i muri crollati, le
statue erose dalla furia degli elementi e gli un tempo meravigliosi
affreschi sulle pareti scrostate non sono che l'ombra del luogo di
gioia che fu e in un tale clima di oscura decadenza non possono che
nascere pensieri di oscura perversione.
"The impulse that cannot
be suppressed."
Nel silenzio assoluto interrotto
solo dal suono dei miei passi, l'osservare i muri del castello fa
riaffiorare ricordi dolorosi che avrei preferito dimenticare.
Il rantolo dei Pokémon
feriti portati al mio cospetto, la loro sofferenza che diventava mia,
le parole tonanti di mio padre che predicavano la crudeltà
umana nei
confronti della natura, l'adorazione dei Sette saggi, la promessa che
con il mio potere di bambino eletto dagli Dei sarei riuscito a
portare la giustizia della Verità e la speranza degli Ideali
in
questo sporco mondo.
Inspiro ed espiro profondamente
un paio di volte, perché li ho condotti qui, in questo luogo
di
disperazione e corruzione?
La figura imponente di mio
padre con il suo tono di voce grave e carico di disprezzo, le sue
mani grandi sul mio corpo di bambino, gli insulti e le umiliazioni.
Esistono tanti altri luoghi
solitari e lontani dagli esseri umani che ci hanno tradito,
perché
un impulso che non sono riuscito a domare mi ha costretto a portare
anche loro qui?
Ci
rovineremo, si
rovineranno.
Questo luogo è maledetto.
Immerso nei miei pensieri non mi
sono accorto che i tortuosi corridoi ed i miei piedi che si muovono
quasi da soli mi hanno condotto dinnanzi alla mia vecchia camera da
letto.
Un brivido freddo mi percorre la
schiena.
Da quando siamo giunti qui non
vi ho più messo piede poiché in precedenza,
quando ho accompagnato
in questo luogo di perdizione la nuova eroina, Mei, vederla in rovina
mi ha dato una strana sensazione.
Ho provato in contemporanea
sollievo e dolore.
I giocattoli rotti e sparsi in
giro mi hanno fatto comprendere che quel tempo di grandi
responsabilità sulle mie spalle, di orrori senza fine
è passato e
non tornerà mai più ma anche che sono finiti
quegli attimi di
tenerezza consolatoria tra le braccia di Verbena ed Helena.
Quanto ho pianto nei loro
abbracci tiepidi e profumati, quanto ho amato i loro sorrisi e le
loro parole di consolazione, quante frasi non dette hanno compreso le
due splendide dee dell'amore e della pace che si
sono presi
cura di me sin dalla più tenera età!
Incurante dell'affresco
raffigurante un eroe del passato che doma i due draghi leggendari
della regione di Unima mi appoggio alla parete scrostata ripensando a
loro con un pizzico di nostalgia.
Che cosa staranno facendo
adesso? Come staranno vivendo le mie meravigliose muse gentili? Spero
con tutto il cuore che siano felici.
Non posso proseguire poiché un
arco crollato mi impedisce di andare oltre e superare quella piccola
camera che è stata come una tana sicura, un luogo sacro e
fatato in
cui gli orrori della vita quotidiana non potevano raggiungermi, nella
quale il mio stesso padre non ha mai osato corrompere il mio corpo e
la mia mente.
Mio padre che mi si avvicina
con un grande sorriso sul volto ed un piccolo dono in mano.
Mi fa ancora più paura
quando è così, lo preferisco quando ha quell'aria
scura e
contrariata, almeno so che nell'immediato non mi farà del
male.
Un rumore proveniente
dall'interno della mia vecchia camera da letto mi riscuote da
pensieri spiacevoli che vorrei solo dimenticare ma che non
dimenticherò mai.
So per certo che non vi è alcun
Pokémon all'interno o me ne sarei accorto dunque non mi
rimangono
che due opzioni possibili di cui una molto improbabile.
È
ora di verificare se ho ragione.
“To
love and
to be loved
to the point of going mad.”
Portando con sé l'odore appena
percettibile del mare e la sabbia del deserto, il vento proveniente
da sud mi sferza impietosamente il viso impedendomi di tenere gli
occhi bene aperti: dalla cima di una torre che ancora resiste
all'azione del tempo non riesco a vedere che le altre torri del
castello non crollate mentre scompaiono del tutto alla mia vista
l'edificio imponente della Lega Pokémon e l'orizzonte tinto
dei
colori del tramonto.
Mi piacerebbe riuscire a non
vedere che ad un paio di metri dal mio naso anche in altre
situazioni, mi risparmierei e mi sarei risparmiata
un'infinità di
dolori.
Vorrei
non aver mai visto le occhiate ammirate ed adoranti lanciate a quella
sciocca di Mei, il profondo rispetto della gente nei suoi confronti:
è la nuova eroina dicevano mentre ti
portavano quasi in
trionfo, ma nessuno ricorda che per avere un nuovo eroe
prima
bisogna averne uno vecchio?
C'è ancora qualcuno che si
ricorda della precedente salvatrice della regione?
No, io credo di
no.
Ricevo
delle strane occhiate, forse divertite e forse incuriosite, le rare
volte in cui esco da questa gabbia di decadenza e vado tra le persone
normali, ma tra di loro non uno che parli di me, non uno che ricordi
il mio nome.
Oramai sono diventata un pezzo di storia inghiottito
dalla scarsa riconoscenza delle persone.
È
forse davvero così e non me ne voglio rendere pienamente
conto ma il
mio non è solo un mero bisogno di attenzioni, di voglia di
vivere in
eterno sulla bocca della gente e sui libri di storia, un capriccio da
ragazzina che avuto il suo momento di gloria ne desidera ancora ed
ancora, io voglio solo che la gente riconosca ciò che ho
fatto
perché per Unima e la sua gente ho messo a
repentaglio la mia
stessa vita!
Non
ho messo in gioco dei soldi o la reputazione, cose che danno un
dispiacere se perse ma che è comunque possibile recuperare,
qui si
sta parlando della mia vita e di quella della mia squadra.
Non
è come in un videogioco, dopo il game over non
si ha
possibilità di caricare la partita precedente e ricominciare
da capo
e a quanto pare nessuno sembra comprendere come stiano realmente le
cose, nessuno, nemmeno i Capipalestra che hanno avuto modo di vedere
con i propri occhi la disperata situazione in cui eravamo ed il mio
coraggio nell'affrontarla; mentre io continuo però a
combattere
contro il mondo affinché comprenda il proprio errore
madornale, non
si può dimenticare un'eroina, Touya ha finito per
arrendersi di
fronte a questo triste fatto e dispiacere ed amarezza hanno preso
definitivamente possesso del suo cuore.
Una
nuova raffica di vento fa svolazzare con forza i miei lunghi capelli
castani facendomi nuovamente chiudere di occhi, le occasioni in cui
vorrei essere cieca di fronte alle ingiustizie del mondo sono davvero
tante, troppe.
Come vorrei non aver mai visto
le occhiate che N, il mio N, lancia a quella
nullità che è
diventato Touya, quel ragazzo debole e senza spina dorsale che non
riuscirà mai a ricambiare il suo amore
perché passivo di
fronte agli avvenimenti -negativi o positivi che siano- della vita.
Credevano di essere soli quel giorno maledetto in cui li ho sorpresi
assieme ma io ero lì, nascosta in una delle tante zone
d'ombra del
castello, con le lacrime agli occhi mentre il mio meraviglioso
principe dal cuore puro lo accoglieva tra le sue braccia, gli
accarezzava il viso, lo baciava con dolcezza e lo guardava con
desiderio mentre Touya, passivo, né dava segni di apprezzare
né lo
ha mai allontanato.
È
stato come ricevere uno stiletto avvelenato del cuore perché
N,
solitamente così sensibile di fronte al dolore altrui, non
si è
accorto che se me lo chiedesse per lui farei qualsiasi cosa, non si
è
accorto che sarei disposta ad uccidere e ad uccidermi, non si
è
accorto che darei di tutto pur di poter stare tra le sue braccia per
un attimo.
Non
si è accorto di quanto lo amo.
“Everything
and anything in my memory
Are
sinking into the darkness
Falling
away.”
Sdraiato sul letto dalla verde
coperta sbiadita osservo il soffitto che poco a poco, in un lento ed
inesorabile procedere, perde pezzi di intonaco.
Semplicemente sto lì, immobile
per ore, a rimuginare su dolorosi fatti del passato e ad osservare
come il lento disgregarsi di questo castello sia un calzante paragone
con la situazione umana ed in particolare con la nostra di ex
eroi: vi è stato un periodo in cui i nostri
genitori hanno
lentamente posato una pietra sopra all'altra gettando le fondamenta
di ciò che siamo ora insegnandoci cosa era giusto e cosa
sbagliato,
siamo sorti dalla sabbia dell'anonimato e abbiamo impressionato il
mondo con la nostra grandezza ed ora, trovata una dimora più
bella,
degli eroi migliori, ci hanno tutti abbandonati in balia dell'azione
nefasta del tempo e del peso della nostra stessa coscienza.
Un nuovo pezzetto di calce cade
accanto a me in un piccolo tonfo.
La nostra anima sta cadendo a
pezzi come questo dannato castello.
Touko dice che dovrei fare
altro, pensare a una qualsiasi altra cosa per non tornare sempre su
tali tristi pensieri ma da lei, che predica bene ma razzola male, non
accetto tali consigli poiché è la prima ad essere
distrutta dal
dolore e dal tormento.
Non vuole accettare che la
società ci ha dimenticati, che la gente ora preferisce Mei e
quell'altro ragazzetto, che la fama non è altro che un
valore
effimero e vuoto come la vita degli uomini e dunque continua a
combattere affinché ciò che abbiamo fatto venga
riconosciuto. Ciò
nonostante io, seppur conscio che il suo è un inutile
struggersi, la
guardo ammirato e con un pizzico di invidia.
So che è inutile ricercare
ciò
da cui io rifuggo eppure ammiro chi lo fa.
Ammiro Touko con il suo strenuo
combattere, la sua caparbietà nell'inseguire sogni che la
porteranno
alla distruzione, la sua voglia di vivere, la sua necessità
di
essere ricordata nei secoli a venire.
Amo la sua voglia di vivere
diametralmente opposta al mio desiderio di morire.
Amo Touko e vivo solo per sapere
che non morirà per colpa mia.
“Tightly
and strongly
I want to be embraced
The warmth of the
overlapping bodies is
a Imitation.”
Il cigolio della porta annuncia
il mio ingresso in quello che è diventato il tuo
nido sicuro
lontano da tutto e tutti, la mia vecchia camera da letto.
Mi apro in un sorriso ma tu,
sdraiato sul letto, ti volti appena e non mi degni di uno sguardo.
-Disturbo, Touya?-
La mia voce rimbomba in quella
stanza dagli alti soffitti, tu non rispondi.
Mi avvicino e mi inginocchio
accanto a te ma tu non ti muovi, ti abbraccio piano facendo
attenzione a non schiacciarti ma tu non ti muovi, ti passo le mani
tra i capelli ma tu non ti muovi, appoggio le mie labbra alle tue in
un casto bacio ma tu, ovviamente, non ti muovi.
Sei come una bambola bellissima
dall'anima dilaniata dai dispiaceri della vita.
Schiudi appena le labbra quando
la mia lingua cerca la tua ma non ricambi il bacio e incredibilmente
ti sento parlare quando, le mie mani sulla cerniera dei tuoi
pantaloni, mi vedi tentennare di fronte alla possibilità di
donarti
un piacere molto più intenso.
-Fermati. Non sarà per colpa
mia che la sacralità di questo posto verrà
violata.-
Alzo lo sguardo ed incontro il
suo, intenso e deciso, e comprendo che il Touya che conoscevo, il
ragazzo dolce e pronto a preoccuparsi degli altri prima che di se
stesso esiste ancora e lotta per sopravvivere seppellito da uno
spesso strato di cinica disillusione, di odio per la vita e profonda
delusione.
Una volta ho raccontato loro che
cosa mio padre mi faceva, da bambino, di come questa stanza fosse per
me un posto sicuro e Touya, con le lacrime agli occhi, mi era parso
profondamente colpito e addolorato.
Ora so che ha davvero ascoltato
quello sfogo e che i suoi sentimenti erano -e sono- genuini.
Non posso che essergliene grato.
-Perché mi dedichi tutte queste
attenzioni?-
La tua domanda innegabilmente
strana mi scuote dai miei pensieri e mi coglie totalmente alla
sprovvista.
-Perché invece non le rivolgi a
Touko?- continui convinto -Fingi di non essere a conoscenza della
cosa ma sai benissimo che è profondamente innamorata di te,
perché
dunque non rivolgi tanta dolcezza ad una persona che se la merita? Le
tue carezze mi lusingano ma io non sono degno di tante attenzioni e
poi vedendola felice in tua compagnia lo sarei anch'io.-
Sei un pessimo bugiardo Touya.
-Saresti davvero felice di
vedere la donna che ami in compagnia del tuo migliore amico?-
Sapendo come stanno realmente le cose faccio davvero fatica a
definirci migliori amici poiché forse sarebbe più
corretto dire che
siamo tre disperati invischiati in un amore senza futuro e in un
futuro senza amore ma tu non sollevi obiezioni e mi lasci continuare.
-Il tuo altruismo è ammirevole
ma non credi che dovresti pensare anche a te stesso e a ciò
che
provi realmente? Mi si strazierebbe il cuore a vederti con lei e
credo che per te, mio piccolo principe dal cuore puro,
le cosa
non sia diversa.-
Ti giri su un fianco e con
lentezza ti metti a sedere sul letto, taci ma l'espressione sul tuo
viso vale più di mille parole.
Ho colto nel segno.
Mi alzo, mi siedo accanto a te
su quel morbido letto che ha accolto il mio corpo stanco e le mie
emozioni scosse per così tanti anni e ti abbraccio ancora.
-Dobbiamo uscire da questo
castello maledetto lasciandoci sentimenti dolorosi e ricordi
spiacevoli alle spalle per sempre, Touya. Probabilmente non
riusciremo più a trovare una persona che possa amarci e allo
stesso
tempo comprendere appieno ciò che abbiamo vissuto e ci
farà male ma
visto ciò che ci sta accadendo, non mi riconosco e non vi
riconosco
più, percorrere strade differenti è l'unico modo
che abbiamo per
non precipitare nella follia e per continuare a vivere.-
Ti stringo con più forza e
appoggio il mio viso sulla tua spalla mentre tu, inaspettatamente, mi
accarezzi i capelli.
Più di una volta ti sei
lasciato baciare da me senza opporre alcuna resistenza e nel corso
del tempo ho compreso che avrei potuto possedere il tuo corpo senza
troppe difficoltà ma che non avrei mai avuto accesso alle
tue
emozioni più intime e al tuo cuore: in rari, rarissimi
momenti come
questi, però, nei quali tu sembri uscire da quello stato di
apatia
più totale e ti rivolgi a me con un gesto gentile, si
accende una
speranza che mi fa credere che prima o poi potrai comprendere la
forza dei sentimenti, non solo l'amore, che mi legano a Touko e ancor
di più a te.
-Comprendo il tuo punto di vista
ma a me non interessa vivere, N. Io non sono polvere solo per voi.-
Mi sento gelare, pronunci tali
terribili parole con il tono più calmo del mondo.
-Questo mondo egoista non ha più
niente da offrirmi e io non riesco più a trovare una luce
che possa
guidarmi al di fuori di tenebre tanto fitte. Mi aggrappo dunque ai
pilastri del mio passato pregando che almeno loro possano essere
felici.-
Una lacrima solitaria si fa
strada sul tuo volto impassibile e bagna il mio viso ancora
appoggiato sulla tua spalla.
-Io vorrei morire ma non posso
farlo. So quanto tieni a me, quanto ti struggeresti per la fine di
una creatura meschina che non merita tante delicate attenzioni di un
principe gentile e la un tempo bella e vivace Touko, l'eroina
arrabbiata dimenticata dalla società, sfiorirebbe con te.-
Alzo lo sguardo, la lacrima è
accompagnata da tante altre.
-Immobile e debole, incapace di
reagire, già sono un peso per te e Touko e non vorrei
esserlo anche
da morto. Eppure vivere in questo triste mondo è faticoso,
così
faticoso! Che cosa posso fare per essere felice, N? Cosa posso fare
per vedervi finalmente felici?-
Il tuo oramai è un pianto
disperato e singhiozzando come mai era successo prima ti aggrappi a
me con forza mentre io non posso fare altro che abbracciarti a mia
volta.
Sono sempre riuscito a
comprendere i sentimenti dei Pokémon che mi circondano
eppure non mi
sono mai accorto con che forza la disperazione ti attanaglia il
cuore, come il tuo spirito di ragazzo puro e gentile sia sprofondato
nella depressione vedendo colei che più ami, Touko, perdersi
in
mille paranoie, sogni di gloria, rimpianti e rimorsi.
Non mi sono mai accorto come le
persone che più amo si siano smarrite tra i fantasmi del
proprio
amore e della propria mente perdendo di vista ciò che ci
spinge ad
andare avanti con orgoglio di esseri umani.
Non mi sono mai accorto come in
questo castello maledetto le nostre anime stiano sprofondando sempre
di più nel buio, come le nostre vite si stiano lentamente
consumando
nell'oscurità.
In questo castello maledetto non
vi è che l'ombra del nostro impossibile amore malato.
In questo castello maledetto non
vi è che una brutta imitazione
della nostra vita.
“Common
sense and morals
Crushed
and destroyed.”
~*~
[Note
di una che, se non lo è già, sta per diventare
pazza.]
“Una
volta finita la mia roba
mi delude sempre, non è all'altezza delle immagini che avevo
nella
mente. Comunque, dato che una resa cruda è meglio che
niente, vado
avanti e cerco di fare quel che posso.”
Io e quel genio di H. P.
Lovecraft siamo decisamente su due piani diversi ma
direi che
queste parole -scritte in una lettera all'amico Clark Ashton Smith-
riassumono perfettamente ciò che penso di questo racconto.
Vista la
mia dubbia abilità di scrittrice tutte le immagini e le
situazioni
che avevo in mente proprio non rendono sulla carta e poi, essendo
proprio tanti gli spunti per la storia, nella paura di dimenticarne
qualcuno fondamentale o comunque significativo, non vorrei averne
inseriti troppi e messo un po' di confusione nella testa di quei
coraggiosi lettori che sono arrivati sino alla fine...
Giusto per chiarire un paio di
cose: i testi che ho usato per dividere i vari punti di vista
(introduzione neutrale, N's POV, Touko's POV, Touya's POV, N's POV)
sono tratti da href="http://www.youtube.com/watch?v=H22xjO-lTtg">[questa
traduzione] di una canzone che amo alla follia ossia
“Imitation Black” di NatsuP cantata dai Vocaloid
Len Kagamine,
Gakupo Kamui e KAITO; la mia non è una song-fig ma
semplicemente
quei versi mi sono sembrati adatti allo scopo di dividere i paragrafi
in modo artistico (...si, è una cosa assurda) e di
illustrare, più
o meno, lo spirito dello stesso.
Quanto all'idea di base, quella
di avere tre “eroi dimenticati” con Touya
silenzioso e
rassegnato, Touko che è arrabbiata con tutto e tutti ed N
che invece
ha accettato la situazione è nata tramite una risposta data
su Ask
da Akemi Kaires ad un'altra persona di cui ora non ricordo il nick
(se stai leggendo, utente dal nome dimenticato, complimenti per la
domanda!): come ho scoperto quel nuovo modo di vedere dei personaggi
che io interpreto in maniera diametralmente opposta mi si è
accesa
una lampadina e poco a poco l'idea ha preso forma dando vita a questa
storia.
Giusto per perdermi ancora un
po' in chiacchiere ringrazio infinitamente Pon, la
mia
carissima amica nella vita reale prima ancora che sul web, per aver
ascoltato tutti i miei scleri su questa storia quando era ancora in
fase di lavorazione pur capendo poco di Pokémon, Nivees
poiché
con lei si fangirleggia che è una meraviglia (e qui il
fangirling
vario ed eventuale mi ha aiutata un sacco) e last but not least
Akemi_Kaires che mi ha dato l'incredibile input di
base, che
ha autorizzato la stesura di questa fanfic da una sua idea appena
abbozzata e che mi ha sostenuta con grandissimo entusiasmo.
Grazie infinite Paola, davvero,
erano secoli che volevo scrivere qualcosa di serio in questa sezione
e tu mi hai dato una grande idea.
È
dunque passato più di un mese tra l'illuminazione iniziale e
l'ultimo punto, ho ascoltato sino allo sfinimento l'album VanaN'Ice
più la colonna sonora dei videogiochi de “Il
Professor Layton” e
ci ho messo anima, sudore ed un paio di neuroni.
Ho
forse inserito un po' troppe pare mentali, in questa mia piccola
storia, ma spero che l'abbiate comunque apprezzata.
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