Cap.7 Mensa
Hisoka batté le palpebre e intravide delle macchie bianche.
Scosse il capo facendo ondeggiare i capelli castano biondo, chiuse gli
occhi stringendoli e li riaprì. Una serie di tavoli
allineati con quattro sedie ciascuno stavano davanti a lui fino ad una
porta bianca. Hisoka poggiò le mani sul tavolo, dei capelli
mori gli segarono i polsi facendo colare il sangue sulla tovaglia
bianca e il ragazzino sollevò il bacino sentendo le corde di
capelli segare la pelle nuda.
"Muraki! So che sei qui!" urlò.
Aprì le gambe e sentì i capelli segargli la pelle
nuda delle gambe, arrossì sfregando il ventre contro il
bordo del tavolino.
< Quel bastardo mi ha rubato i vestiti! >
pensò.
Ringhiò, mosse il capo sentendo i capelli segargli il collo
e qualcosa gli tirò i capelli. Voltò il capo e
intravide gli occhiali di Muraki. Muraki sorrise, gli strinse i capelli
e aderì al corpo nudo di Hisoka con il proprio. Il ragazzino
avvampò, le iridi verdi si scolorirono e sfregò i
denti tra loro.
"Che vuoi, maledetto?! Dov'è Tsuzuki?" gridò.
Muraki gli strinse una coscia facendogli allargare le gambe, del sangue
gli macchiò la mano dalla pelle candida sporcandogli le
unghie lunghe.
"Non sei mai stato una bambola facile da gestire" sussurrò.
Gli carezzò la coscia e Hisoka sobbalzò sentendo
il proprio petto diventare caldo, gli occhi si fecero liquide e le
gambe gli tremarono.
"Non sono la tua bambola!" strillò con voce trillante.
Muraki gli sfiorò i glutei, gli morse il lobo dell'orecchio
e soffiò.
"Sei il mio piatto principale in questa mensa, ragazzino".
Hisoka sentì i muscoli rilassarsi, scivolò verso
il basso e la sua schiena aderì al petto nudo di Muraki. La
testa gli girò, vide nero e percepì una
sensazione di calore al basso ventre. Muraki salì con le
dita sfiorandogli il sigillo demoniaco, ghignò e le iridi
brillarono dietro gli occhiali.
"Un demone come il signor Tsuzuki" sussurrò.
Hisoka sgranò gli occhi, sentì il sigillo
bruciare e spalancò la bocca annaspando. Muraki
ghignò, strinse la natica di Hisoka con la mano e ne
sfiorò l'apertura con le unghie.
"Questa mensa, mia giovane bambola" sussurrò.
Si leccò le labbra, l'iride inumana gli si
assottigliò brillando.
"Sarà il luogo in cui tornerai solo mio".
|