Prologo
La sveglia suonò di buon ora,
risuonando in una stanza piuttosto spoglia. Il segnale acustico rimbombò acuto
tra le pareti impersonali, dipinte di un allegro giallo uovo, finché una mano
non fuoriuscì dalla massa informe del piumino per spegnerla con un mugolio
soffocato.
Pochi istanti dopo una testa
piena di ricci sbucò dalla pesante coperta e due occhi tra il nocciola e il
verde si aprirono ad osservare il soffitto chiaro.
-Blaine, tesoro? Sei sveglio?-
Il ragazzo rispose con un gemito
sofferente, sicuramente troppo forte perché la madre potesse sentirlo dalla
cucina, e infatti un attimo dopo sentì la donna bussare alla porta –Blaine? Non
puoi fare tardi il primo giorno, andiamo! Vieni a fare colazione!-
-Arrivo!- rispose il ragazzo, la
voce arrochita dal sonno, stropicciandosi gli occhi. Rimase ancora un paio di
secondi immobile e poi, come se una molla fosse scattata sotto di lui, balzò in
piedi e allungò le braccia verso l’alto per stiracchiarsi la schiena. Schizzò
in bagno fischiettando tra sé: come ogni mattina, superato i primi minuti in
cui più che un adolescente in procinto di andare a scuola sembrava uno zombie
in decomposizione, aveva recuperato la sua energia e già si sentiva pronto ad
affrontare il primo giorno.
Ormai era a Lima da quattro
giorni: erano arrivati di giovedì, così i suoi genitori gli avevano suggerito
di iniziare la scuola la settimana successiva in modo da aiutarli il più
possibile con il trasloco. I risultati si vedevano: i vestiti erano ancora
negli scatoloni, ma per il resto la casa era praticamente perfetta. Avevano
tinteggiato i muri, scelto la migliore sistemazione per i mobili, e nel fine
settimana avevano esplorato il quartiere trovando il supermercato e
individuando alcuni take-away che sicuramente gli
sarebbero stati utili quando avrebbe dovuto cenare da solo.
Domenica mattina erano andati in
chiesa e a Blaine era piaciuta molto la messa: il coro era composto da voci
molto belle e aveva subito deciso di fare domanda per entrarvi. Ora il lunedì
era arrivato e, mentre suo padre avrebbe iniziato a lavorare nella nuova sede
della sua compagnia, Blaine avrebbe affrontato il primo giorno al McKinley.
***
-Kurt! Sei pronto?-
Kurt alzò gli occhi al cielo
–Quasi, Finn, quasi!- rispose, lanciando uno sguardo al proprio riflesso. La
camicia Dior era assolutamente fantastica e adorava come stava con quei jeans
stretti. Aveva messo insieme come sempre un outfit favoloso, il che voleva dire che sarebbe stato più sicuro
andare in giro con un cartello con scritto “Voglio essere buttato nel
cassonetto”.
-Kurt lo sai, non posso arrivare
in ritardo!-
-Sì, sì, lo so, altrimenti chi la
sente Quinn.- Kurt si rigirò tra le mani la divisa dei Cheerios. Se si fosse
deciso ad indossarla anche durante la giornata, invece che solo durante gli
allenamenti, si sarebbe risparmiato molte seccature. Nessuno avrebbe osato
sporcargliela, sfidando le ire della Sylvester… ma avrebbe anche dovuto
rinunciare alla sua identità.
-Ma che dici, che c’entra Quinn?-
-Ah sì, scusa, Rachel. Non è
facile starti dietro, sai?- sbuffò il ragazzo, infilando rapidamente la divisa
nella tracolla di pelle e afferrando un foulard verde petrolio da abbinare alla
camicia –Sono pronto, andiamo pure, così non verrai ucciso dalla ragazza della
settimana.-
***
-Blaine, ricordati che devi
chiedere di firmare i moduli per frequentare religione.- gli rammentò Diane,
sua madre, voltandosi verso il ragazzo seduto sui sedili posteriori. Il marito,
al posto di guida, sbuffò –Una vera idiozia che si debba fare la richiesta per
fare religione. Come se fosse una materia secondaria.-
Blaine sorrise appena, troppo
concentrato a osservare il luogo in cui da quel momento in poi avrebbe passato
la maggior parte del suo tempo. La campanella della prima ora era suonata da
poco e gli studenti, dal cortile, si stavano ammassando verso l’ingresso. Erano
centinaia, una marea rispetto a quelli del St. Jude,
la scuola cattolica che aveva frequentato fino a quel momento. Contrariamente a
quando accadeva nella vecchia scuola, pensò, probabilmente al McKinley nessuno
avrebbe notato l’arrivo di un nuovo ragazzo.
-Allora, Blaine? Pronto?-
-Certo.- deglutì lui, un po’
incerto ma con il sorriso sulle labbra –A oggi pomeriggio!- salutò, e scese
dall’auto. Con un gesto abituale strinse per un attimo la mano attorno al
piccolo crocifisso che portava al collo e lo fece scivolare all’interno della
maglia prima di correre verso l’ingresso.
___________________________L’angolo di Jane
Salve a tutti!
Ok, non volevo pubblicare questa ff. O meglio, volevo pubblicarla dopo
averla finita, ma il file ha iniziato a dare problemi e ho paura che succeda
qualcosa (non ho fortuna con la tecnologia), quindi ho deciso di iniziare a
pubblicare. Ad ogni modo ho scritto i primi 13 capitoli, quindi almeno all’inizio
gli aggiornamenti saranno regolari.
Parlando della storia… beh, non so come mi sia venuta in mente. In
alcuni punti forse Blaine sarà un po’ OOC perché beh, è cresciuto in un
contesto molto molto religioso e ovviamente questo comporta delle differenze.
Chiarisco che non ho nulla contro la religione e questa ff non la metterà in
cattiva luce, ma probabilmente metterà in cattiva luce il bigottismo (che per
me è molto diverso). Spero che la cosa non infastidisca nessuno.
La pianto di blaterare ora! Spero che abbiate voglia di lasciarmi
qualche commentino, positivo o negativo che sia!
Jane