The Light Of Stardust
L, il detective del
secolo, nessuno
si sarebbe mai aspettato di vederlo avvolto in un caso dal quale, forse
nemmeno lui, sarebbe riuscito ad uscirne.
Ma procediamo con calma
e, soprattutto, dall'inizio.
Quel giorno, anzi,
quella notte
d'inverno, il nostro caro detective stava lavorando, come al solito del
resto, ad uno dei casi scelti da lui in modo tanto scrupoloso quanto
capriccioso. Lui stesso si definiva così: un bambino
capriccioso
ed infantile che odiava perdere.
Ormai per lui risolvere
un caso e
consegnare un criminale alla giustizia era divenuta quasi una vera e
propria sfida, soprattutto da quando c'era questo Kira.
Ma chi si credeva di
essere poi? Lui
non era nessuno per poter giustiziare in quel modo le persone! Ma
perché poi giustiziare? Il termine corretto forse era
giudicare.
Se voleva fare giustizia
allora avrebbe dovuto togliersi la vita con i suoi stessi poteri, no?
Non era questo
però di cui doveva preoccuparsi. Kira, per il momento, era
passato in secondo piano.
Il motivo? Semplice, il caso che aveva tra le mani era semplicemente.. assurdo!
Si, assurdo era il termine corretto per descriverlo, infondo
però lo aveva scelto anche per questa sua caratteristica.
Bene, cosa sapeva? Che la stella polare era scomparsa dai cieli in una
notte d'inverno e che questa si era schiantata sulla Terra creando un
enorme cratere.
Fin qui, penserete voi, è tutto nella norma. Molti detriti
spaziali, piccoli meteoriti o altro cadono ogni giorno sulla terra,
anche se di piccolissime dimensioni, e tanti meteoriti od asteroidi
cadono, su altri pianeti.
Il vero mistero era un altro, gli era stato detto che all'interno di
questo cratere era stata rinvenuta una ragazza, ancora viva, che
sembrava non conoscere nulla del posto in cui era o degli oggetti che
le avevano mostrato, come il cellulare.. Chi non conosceva un
cellulare!?
E poi... Come aveva fatto una ragazza finire all'interno di un
cratere?! E come faceva ad essere ancora viva!?
All'inizio aveva ipotizzato che, dopo l'incidente, questa si fosse
inoltrata verso questo luogo, prima che la polizia arrivasse, e che
fosse semplicemente scivolata all'interno di quell'enorme buco fino a
finirvi al centro.
C'era qualcosa però, oltre al suo aspetto, a non
convincerlo.
Gli era stata mandata una foto della ragazza ed aveva richiesto anche
un rapporto su di lei.
Diceva di chiamarsi Hiromi Kuznetsov, di avere vent'anni e di essere
caduta.
Ad ogni modo, rinchiuso nella sua stanza d'albergo, aveva chiamato
colui che aveva la sua completa fiducia: Watari.
- Vai a prendere la ragazza e portala qui. - fu il semplice ordine
impartito dal ragazzo dagli scompigliati capelli corvini.
Quella ragazzina voleva forse prenderlo in giro? Quello non poteva
essere il suo vero nome!
Al mondo, ed aveva controllato per ore, non c'era nessuno
con quel nome! Caduta, da dove poi!? Doveva vederci chiaro in quella
faccenda, non era certo il tipo da farsi prendere in giro da una
ragazzina più piccola! Insomma era un uomo di ventiquattro
anni
ed era la persona più intelligente che il mondo avesse,
probabilmente, mai visto! Non poteva farsi ingannare! Per nulla al
mondo!
Mentre l'anziano signore andava a prendere la ragazza, lui si
alzò
dal pavimento e si guardò appena intorno, mordendosi piano
il
pollice.
Come avrebbe dovuto accogliere una ragazza? Come avrebbe dovuto
accogliere una completa sconosciuta? Che fosse lei Kira? Se fosse
così avrebbe dovuto farsi vedere in volto? Non avrebbe mai
rischiato tanto.
Camminò con lentezza verso un ripiano della stanza dove vi
erano
posati dei pasticcini, li prese e poi andò a posarli sul
tavolino. Subito dopo si diresse nella sua camera da letto ed
aprì l'armadio iniziando a prendere vestiti in modo per
guardarli in modo scettico. Sia chiaro: non voleva farsi bello. Quello
era il suo ultimo pensiero. Trovò una benda e
così la
prese attendendo che Watari tornasse insieme alla piccola bugiarda (?),
ciò era sicuramente da verificare.
Passarono i minuti che L trascorse rimanendo appollaiato su una
poltrona, aspettando impaziente l'arrivo di questa Hiromi, rimanendo
avvolto nel buio, aveva infatti pensato bene di spegnere tutte le luci
ed abbassare tutte le tapparelle così che solo la lieve luce
del
computer illuminasse vagamente la stanza.. Ovviamente il pc era rivolto
verso il posto dove si sarebbe seduta la sua "indagata", in modo che
solo lei venisse illuminata, seppur leggermente.
Poco dopo la porta si aprì: era Watari.
Il detective alzò subito lo sguardo, puntandolo sulla porta
qualche metro più avanti e fu allora che la vide.
Nonostante la luce fioca riuscì a vedere distintamente la
sua
figura: una ragazza bassina, probabilmente alta all'incirca 1.60 m;
capelli lunghi, lo sguardo confuso ed, avrebbe osato dire, spaventato.
Watari fece sedere l'ospite sulla poltroncina davanti al computer che
si presentava con il marchio di fabbrica del detective, ovvero una L
gotica nera come sfondo.
- C.. Chi siete..? - domandò con voce tremante la ragazza,
lasciando di stucco il detective: la sua voce era a dir poco angelica.
- Dovrei farti io questa domanda - fu la semplice e fredda risposta
uscita dalle labbra del giovane.
Non le staccò gli occhi di dosso, nemmeno per un istante, la
guardava e riguardava cercando di scoprire dai suoi movimenti, dalle
sue espressioni, qualsiasi tipo di informazione e dettaglio che
avrebbero potuto aiutarlo nel sapere la verità.
La vide deglutire a vuoto - H.. Hiromi.. - si presentò poi
lei sempre con lo stesso tono.
Iniziò a muoversi, voltando il viso a destra e sinistra per
capire dove si trovasse. - I.. Io.. Non ho fatto nulla.. Sono.. Solo
caduta.. - tentò poi di spiegare puntando gli occhi grandi
dove
credeva fosse l'uomo che le aveva rivolto la parola poco prima.
- Caduta da dove? -
- D.. Dal cielo. -
...To Be
Continued...
***Spazio
Autrice***
Salve a tutti! Sono
tornata con una nuova fanfic e spero vi piaccia!
Fatemi sapere che ne pensato commentando sia positivamente che
negativamente, ci tengo ad avere un vostro parere!
Alla prossima!
Mizuki Lawliet
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