Disclaimer: Allora, i personaggi non mi appartengono e non fanno o
dicono o pensano nulla di ciò che gli faccio fare dire o
pensare in questa storia. Anzi, giornali e tv sostengono che i due si
odino...ma secondo me sono solo leggende metropolitane...
Londra non era mai stata
così
bella. La luce di quel tramonto settembrino disperdeva luce ambrata
sui palazzi e le persone che percorrevano le sue strade.
Disperso tra le anime
vaganti che
animavano la città c'era anche quello che sembrava un
semplice
ragazzo incappucciato, uno come tanti altri a cui Londra non faceva
neanche più caso. Eppure sotto quel cappuccio si trovava il
cantante di una delle rock-band più importanti del momento,
reduce da un enorme successo negli States.
Matt percorreva quelle
strade ormai da
ore, da quando cioè il suo aereo era atterrato a Heatrow. Ne
aveva bisogno, dopo mesi di lontananza sentiva la necessità
imperante di ricucire il filo che lo legava a quella città,
voleva riempirsi le narici del suo odore, le orecchie delle sue voci.
Voleva sentire pulsare nelle sue vene l'adrenalina che colorava la
città, uno degli ombelichi del mondo. Voleva ricongiungersi
alla sua anima.
Si sentiva legato a quell'
ammasso di
strade e colori, eppure Londra non era la sua città, non lo
aveva visto nascere, non lo aveva cresciuto. La sua esistenza era
iniziata in un paesino del Devonshire, e lì si era
consumata
per 20 anni. Ma guardando dal basso il suo cielo grigio Matt non
poteva non ringraziarla per averlo adottato, e per avergli regalato
un sogno. Si, perchè era grazie a Londra, ai suoi locali,
alle
persone che la abitavano se i Muse erano quel che erano.
Ma c'era una cosa che Matt
rimproverava
alla sua Londra,ed era quel qualcosa che donava al suo reincontro con
la città una vena di dolore. Ma era anche quel qualcosa che
rendeva quel suo vagare così intenso.
Se Londra non poteva essere
considerata
la sua città, poteva perlomeno essere considerata la loro
città.
Loro, cioè sua e
di Brian,
perchè sotto quel cielo grigio Matt aveva visto il suo cuore
rompersi, spezzarsi senza più speranze. Ed era stato sempre
sotto quelle nubi che tutto era cominciato. C'era quel cielo a fare
da sfondo quando lo conobbe per la prima volta, c'era quella luna a
guardarli quando si baciarono per la prima volta. C'erano quelle voci
a fare da sfondo al loro amore oltre le finestre, protetti dallo
sguardo indiscreto della città da mura solide. Eppure Londra
si era sempre offerta a loro senza difese, dalla finestra di Brian si
vedeva il Tamigi, Matt adorava quel lento flusso che tagliava la
città in due.
Sospirò pensando
agli impegni
mondani che lo attendevano quella sera stessa. Analizzò
velocemente le possibilità di evitare quella festa a casa di
Bono prevista per la sera ma non aveva molta libertà di
scelta, a meno di non mettere in conto la possibilità di
perdere la sua vita ovviamente.
Il pensiero di dispensare
falsi sorrisi
per ore lo irritava, ma ce l'avrebbe fatta, ne era sicuro. O meglio,
ce l'avrebbe fatta se Brian non fosse stato tra gli invitati. Ma,
ovviamente, quella era un'utopia.
**
Alle porte di Londra si
ergeva maestosa
la villa di Mr. Vox. Quella sera sarebbe diventata teatro
dell'ennesima festa di beneficienza, un modo come un altro per
dimostrare la propria ipocrisia al mondo e sentire la propria
coscienza svanire nascondendola con un falso sorriso, pensò
Brian.
Era la personificazione del
cinismo
mentre varcava con la sua rover il cancello della villa.
Ripensò
con rabbiosa disperazione alla telefonata avuta con Alex, aveva
tentato in tutti i modi di non essere presente, inventando qualunque
tipo di contrattempo, imprevisto o malattia rarissima fosse in grado,
ma non era riuscito a convincerla, Alex l'aveva spuntata anche quella
volta.
E così eccolo
lì, maledì
nello stesso istante in cui varcò la soglia l'aver deciso di
andare lì da solo, mandando Stefan e Steve in avanscoperta.
Ora gli toccava pure
cercarli in quella
massa di gente.
Addobbato con i suoi
classici vestiti
neri scandagliava la sala alla ricerca dei suoi due compagni di band,
probabilmente gli unici invitati alla festa che il suo umore isterico
gli avrebbe permesso di tollerare. Sfiorava con sguardo annoiato
tutte le stupide comparse che riempivano la sala, il fatto che molte
di quelle persone fossero famose come se non più di lui non
gli risparmiava certo di essere trattati come nullità dalle
sue iridi azzurre e saccenti.
Ma una figura tra quelle
presenti lo
colpì al petto facendo abbandonare quel tono di sufficienza
alle sue iridi e impregnandole di calore.
A pochi metri da lui si
trovava l'esile
figura del front-man dei Muse, lo guardava sorridere con persone di
cui non ricordava il nome, l'esistenza. Non riusciva neanche a cedere
attenzione a quello che lo circondava, si sentiva come risucchiato.
Le sue pupille restarono
incollate a
Matt per interminabili secondi, esaminò ogni dettaglio, ogni
piccolo particolare che era cambiato in quei cinque mesi da cui non
si vedevano.
I capelli erano un
pò più
corti, forse, ma i movimenti delle mani, lo sguardo furbo, gli occhi
attenti e lucidi, quelli non erano cambiati.
Quando si riprese dall'
insensibile
osservazione del suo ex-amante incontrò i suoi occhi che lo
fissavano. Due pozzi azzurri che lo scrutavano senza ritegno, ad
incorniciare il tutto un sorrisetto furbo che sembrava deriderlo.
“
Cazzo!” pensò Brian prima
di distogliere lo sguardo e allontanarsi il più possibile
dal
punto in cui si trovava l'altro cantante.
“
cazzo!” pensò Matt vedendo
svanire il moro tra la folla, sorrise tristemente pensando che quella
notte sarebbe stata anche più complicata di quanto aveva
previsto.
Ciao a tutti!
È la prima volta
che posto una
Mollamy, però adoro la coppia, non so se per la bellezza
della
loro unione in se o se per il fatto che le storie più belle
siano quelle dedicate a loro.
Quindi, che dire? Spero che
la mia sia
all'altezza di quelle pubblicate in questa sezione, e comunque se
cercate un colpevole a tutto questo prendetevela con il mio computer,
oggi pomeriggio gli ho concesso la libertà di scegliere lui
cosa farmi ascoltare inserendo la riproduzione casuale ed è
andato avanti a Muse e Placebo tutto il tempo. Era una sfida..non
potevo non accettare..o no?
kira
n enorme successo negli
States.
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