-Signorina Harriet, la
prego si fermi!- Rudi correva a più
non posso, le sue gambe non ce la facevano più, ma non
voleva fermarsi -Col
cazzo, io lì dentro non ci torno!- voltò la testa
all’indietro notando i due
poliziotti che le stavano letteralmente alle calcagna.
Aumentò al massimo la
velocità riuscendo a seminarli girando
l’angolo e nascondendosi sotto delle
scale ormai decadenti. Era stanca le gambe le cedevano ma non voleva
uscire
allo scoperto. Premette forte una mano sulla milza provando a
riprendere fiato,
ma, non fece in tempo a prendere nemmeno una boccata d’aria
che una mano le si
poso sulle labbra e una altro braccio le contornò la vita
stretta,
trascinandola ancora più nell’oscurità.
Non riusciva a respirare, voleva
ribellarsi per uscire da quella presa ma non ce ne fu il bisogno. Si
girò
furente con l’intenzione di suonarle al tizio che aveva avuto
il coraggi odi
aggredirla, ma, tutta la sua rabbia sfumò via non appena
vide il volto del suo
rapitore, -Styles, come, come mai qui?- Harry fece spallucce
sorridendole
cordialmente, -Volevo provare il brivido di scappare
dall’orfanotrofio e tu me
ne hai dato la possibilità scappando prima di me!- Rudi fece
una smorfia
schifata guardando il riccio che aveva di fronte, -E sentiamo,
perché un tizio
ben amato dai professori, dal direttore e dai custodi come te, dovrebbe
scappare?- Harry non poté fare a meno di sorridere al tono
rude con cui quella
bellissima ragazza di fronte a lui le si era rivolta.
–Desideravo scoprire
com’è fatto il mondo fuori da quello stupido
orfanotrofio. Ero curioso di
sapere il motivo per cui tu scappi, insomma, cosa ci trovi di bello in
questo
quartiere? Cos’è che induce te a scappare?
Cioè, qui è un mortorio, le case non
si reggono in piedi. Le mura sono tappezzate da scarabocchi. Ovunque
guardi
noti siringhe, residui di canne, mozziconi di sigarette. Prima ho
incontrato un
ragazzo tutto piercing, che, sembrava addirittura in fin di vita.
È a dir poco
malinconico questo posto, cosa ci trovi di bello???- in
realtà Harry non era
scappato dall’orfanotrofio per vedere com’era il
mondo fuori, né per capire
cosa Rudi trovasse così bello per indurla a scappare. In
realtà lui voleva
vedere lei, mentre si ribellava come era suo solito fare. Ma,
ovviamente questo
non poteva dirglielo. –Beh, non sono affari che ti
riguardano. Questi sono
affari miei!- Rudi sputò la cicca che aveva in bocca,
ritornando sui suoi passi
ed uscendo da quell’orribile e puzzolente nascondiglio.
–Se vuoi puoi
parlarmene, io non. . . dirò niente a nessuno, lo, lo
prometto!- Rudi rise
sprezzante nei confronti di Styles, sentendo quelle parole che alle sue
orecchie erano inutili come la sua vita, -Senti vai a leccare il culo
al
direttore e non rompere. Non sono di certo cose che uno come te
può capire. .
.- lei avrebbe davvero voluto raccontargli tutto, liberandosi da quel
peso che
le opprimeva il cuore. Ma, col tempo aveva imparato a non fidarsi di
nessuno.
–Perché fai così, voglio esserti solo
amico. . .- a sentire le parole del
ragazzo lei si fermò di colpo volgendo lo sguardo verso di
lui, -Non esistono
gli amici!- Harry rimase, quasi ferito nel sentire l’odio con
cui la ragazza
aveva sputato quelle parole, ma, di certo non avrebbe rinunciato,
avrebbe fatto
di tutto pur di poterle stare vicino, anche solo potendola abbracciare.
E in
quel momento decise che glie lo avrebbe dimostrato. Avrebbe fatto
vedere a Rudi
com’era fatto un amico. L’unica cosa era che Rudi,
non avrebbe di certo
accettato di voler bene ad una persona. Con il tempo, ormai aveva
imparato a
trattenere le sue emozioni, lasciando liberi solo rabbia e vendetta, in
quindici anni di vita era riuscita a sigillare definitivamente il suo
cuore con
le catene e le aveva accuratamente chiuse con quindici lucchetti. Uno
per ogni
anno di vita. E si era accertata di persona che le chiavi venissero
sciolte nel
fuoco della sua rabbia. Ma Harry decise di irrompere in lei con un
piede di
porco e rompere tutti quei dannati lucchetti.
Ci vollero quasi tre anni,
ma, alla fine Harry era riuscito
a buttare quelle stupide catene, liberando il cuore di Rudi. Era
riuscito a
farla aprire, è riuscito a farla piangere
dopo, quelli che devono essere stati parecchi anni. Era
finalmente
riuscito a scovare in lei la Rudi fragile, debole ed innocente, che non
aveva
vissuto in crudeltà. Che non aveva subito tutte le violenze
che l’avrebbero
portata a richiudersi in se stessa. Ma, ormai il suo tempo era finito.
Rudi,
aveva, ormai, compiuto diciotto anni e doveva lasciare
l’orfanotrofio, ma
questo ovviamente Harry non lo sapeva.
-Dai Rudi, sbrigati, forse
questo è il giorno giusto!- Harry
si era svegliato felice quella mattina, perché aveva deciso
con la sua migliore
amica che se avessero voluto adottare uno dei due, avrebbero dovuto
adottare
anche l’altro. Ovviamente, però lei, sapeva che se
avrebbero voluto adottare
Harry, lei non ci sarebbe stata con lui. –Eccomi, sono
pronta!- Rudi uscì dal
bagno perfettamente preparata. I capelli che fino ad un paio di anni
prima
erano stati corti e verdi, erano finalmente tornati quel nero corvino
così bello
e ricci. I suoi occhi che lei aveva sempre contornato con pesanti
strati di
ombretto nero, erano truccati delicatamente con un lieve strato di
matita, che
facevano ingrandire i suoi occhi, altrettanto neri. Le sue gambe grandi
e
lunghe erano fasciate in un jeans blu e il so vitino stretto era
avvolto in. .
. -Ehy ma quella è la mia camicia!- Rudi si
lasciò scappare un piccolo
risolino, -Grazie Harry, non ti preoccupare, te la
restituirò!- Harry, non poté
fare altro se non sorridere ampiamente notando la sua camicia bianca
addosso
alla ragazza della sua vita.
–Signorina Harriet è pronta per
lasciare l’edificio?- il sorriso sul
volto di Harry, si capovolse in un attimo. Le adozioni non sarebbero
iniziate
prima delle dieci ed erano ancora le nove e mezza, -Certo. . . sono
pronta
ormai da diciotto anni!- alle parole della giovane, Harry trattenne il
fiato ed
aspettò che il direttore fosse uscito prima di scoppiare,
-Cosa significa che
sono diciotto anni che sei pronta?!- Rudi abbassò il capo
non riuscendo a
reggere le iridi verdi smeraldo dell’amico, -Che ormai il mio
tempo è scaduto.
. . non troverò più una famiglia che mi ospiti
come una figlia. . .- Harry non
riusciva a credere alle sue orecchie, -E i nostri progetti per quando
saremo
fuori di qui. . . la nostra villetta in periferia, il cane che avremmo
dovuto
avere, dove sono finiti?- si fece scappare una piccola lacrima che
l’amica raccolse
dolcemente con il pollice, -Mi, mi dispiace Harry, ma, non ho mai avuto
il
coraggio di dirti la verità. Io, non sono mai stata
coraggiosa e questa ne è la
dimostrazione. Avrei voluto davvero realizzare tutti i nostri desideri
ed ho
davvero sognato con te di farlo, ma. . . la vita è
così. È solo una stupida illusione.
. .- Rudi si allontanò da Harry con la sua valigia, -V-vieni
a salutarmi?-
Harry, semplicemente, annuì. Raccolse la pesante valigia
della ragazza ed uscì
senza guardarla negli occhi, era sicuro che se lo avesse fatto sarebbe
scoppiato in lacrime e le avrebbe confessato tutto. Rudi lo
seguì senza
emettere alcun suono. Aveva sbagliato, avrebbe dovuto continuare ad
odiare. Non
avrebbe dovuto cedere ad Harry. Aveva sempre odiato
quell’orfanotrofio. Fino a
tre anni prima sarebbe stata più che felice di lasciare
quell’inutile edificio.
Infondo, non aveva alcun legame con nessuno lì dentro.
Avrebbe continuato così
fino al suo diciottesimo compleanno e allora, sarebbe stata felice di
andarsene. Ma, invece, Harry aveva voluto fare di testa sua e con
prepotenza
era subentrato nella sua vita rendendola più felice. E con
un peso sul cuore
quel giorno si accingeva a lasciare quell’edifico e
l’unico ragazzo che era
stata capace di amare. Rudi ormai era quasi arrivata al grande cancello
che
circondava l’orfanotrofio quando Harry, prese tutto il
coraggio che aveva e le
corse incontro, -RUDI, RUDI!- la ragazza si era girata sentendosi
chiamare. Harry
aumentò maggiormente la velocità raggiungendola e
scaraventandola a terra,
finendole addosso, -Scusa. . .- i loro respiri si scontravano e i loro nasi erano a
pochi centimetri l’uno
dall’altro, -Rudi portami con te!- Harry non accennava
minimamente ad alzarsi
da lei, che nonostante il peso del ragazzo la opprimesse non accennava
minimamente a lamentarsi, -H-Harry io non posso!-, -Si che puoi! Ormai
sei
maggiorenne, allora adottami!- la ragazza rise flebilmente, -Non posso,
non ho
una casa, non ho un lavoro, non mi permetterebbero mai di portarti con
me!-
Harry non resistette più e baciò le labbra di lei
con passione e trasporto. Dopo
pochi secondi si staccò e si alzò aiutando anche
lei, -Promettimi che verrai a
trovarmi!-, -Lo farò!-.
“Lo
farò!” quella
frase girava nella testa di Harry mentre si girava tra le mani una foto
sua e di
Rudi, quando ancora i capelli di lei erano corti e verdi e aveva gli
occhi
uguali ad un panda. “Tutte cazzate!” pensava. Non
l’aveva più vista dopo quel
dannatissimo giorno in cui lei aveva abbandonato
l’orfanotrofio. Ormai era
passato più di un anno. Era su letto in cui dormivano ogni
volta che c’era un
temporale. Harry ricordava perfettamente che Rudi ne era terrorizzata e
così si
accucciavano sempre nel letto di lei e dormivano abbracciati durante
tutta la
notte. -Ehy, Signorino Styles vorrebbero adottarla. . . forza venga a
conoscere
la sua futura famiglia!- famiglia, non sarebbe stato lo stesso senza la
sua
Rudi. Forse lei aveva finalmente trovato qualcuno che
l’amasse e si era
dimenticato di lui. –Non voglio essere adottato da nessuno!-
grugnì quasi
quando la donna sulla sessantina che si occupava delle adozioni,
provò a
tirarlo per farlo alzare dal letto. Non voleva essere adottato, infondo
mancava
solo un anno e poi sarebbe stato libero anche lui. –Oh
andiamo Signorino
Styles. . . non faccia il capriccioso!- all’ennesima
lamentela della donna
Harry si alzò di scatto e si decise finalmente a buttare
tutto in valigia e a
seguirla. –Vedrà che le piacerà
è molto carina!- si certo, per Harry qualsiasi
ragazza o donna che non fosse Rudi, era brutta. Perché, per
lui la bellezza
stava in quella bellissima ragazza, né grassa, ma,
soprattutto né magra, perché,
infondo Rudi, era una di quelle ragazze grandi, o,
“giunoniche” come le
descriveva sempre il direttore. Ma anche la Dea Giunone era niente in
confronto
alla sua amica, che per lui era anche più bella della stessa
Afrodite. –Oh
eccola lì!- Harry alzò lo sguardo per vedere la
sua futura tutrice. Il primo
particolare che lo colpì fu la giacca che lei indossava.
Assomigliava molto a
quella che aveva lasciato a Rudi un anno prima. Scrutandola meglio
notò anche
delle macchioline color pervinca molto famigliari che percorrevano
tutta la
pelle della gamba destra. Le conosceva fin troppo bene quelle macchie e
aveva
riconosciuto la sua camicia. –Rudi!- a sentire il suo nome,
la ragazza che
stava compilando dei fogli, che, di sicuro, riguardavano
l’adozione, alzò il
capo voltandolo alla sua destra e sorridendo ampiamente. Harry rimase
spiazzato
da quella visione. Rudi avanzò di qualche passo, mentre lui
rimase come
impietrito. Era cambiata ancora una volta. I capelli corvini erano
ancora più
lunghi e raccolti in una treccia laterale, molto ordinata. Il suo corpo
era
avvolto da un vestitino con la gonna a campana da sopra il ginocchio,
color
azzurro come il cielo e ai piedi, invece di un paio di scarpe da
ginnastica,
aveva delle graziose ballerine nere tappezzate di strass.
–Rudi. . .- non poteva
credere ancora ai suoi occhi ormai diventati lucidi. Rudi
avanzò maggiormente
eliminando la distanza che la divideva dal corpo del ragazzo, con un
abraccio. Il
riccio non riuscì più a trattenersi e
scoppiò in un pianto silenzioso ma che la
ragazza avvertì, dato che le calde lacrime di Harry
raggiunsero la pelle
scoperta del suo collo. –Rudi, sei proprio. . .tu!- il
ragazzo ancora non
riusciva a credere di avere tra le sue bracca la sua Rudi, la sua
bellissima
Rudi. –Cosa, cosa ci fai qui?- la sua voce era incrinata dal
pianto e le sue
braccia stringevano ancora più forte il corpo di lei.
–Sono venuta a mantenere
la mia promessa!- la ragazza si fece scappare un singhiozzo e
lì Harry capì che
lei stava piangendo, -Staremo insieme, come promesso Harry. Avremo la
nostra
villetta in periferia, il nostro cane e, cosa più
importante, staremo insieme
io e te. Senza nessun altro, avremo la nostra famiglia!!!- Rudi si
scostò dal
corpo caldo dell’amico, potendolo guardare negli occhi.
–Possiamo iniziare
tutto da capo!- Harry prese la sua valigia e mano nella mano con lei,
uscì dall’orfanotrofio,
ma quella volta sapeva che non ci sarebbe più entrato.
Appena arrivarono a
casa, Rudi aprì il cancello della piccola villetta in
periferia e con un lieve
fischio chiamò a se un piccolo Husky. Harry la
seguì con la valigia e vedendo
davanti a sé, quello che aveva sognato insieme
all’amica non poté fare a meno
di sorridere e baciare le dolci labbra di lei, mentre il piccolo Leeroy
abbaiava ai suoi piedi. La vita non era una stupida illusione come
aveva detto
Rudi. La vita era una splendida realtà che li avrebbe
accompagnati fino alla
morte.
Spazio
Autrice:
Spero possa piacere questa
OS sul nostro Hazza <3. Avevo quest’idea
che mi frullava in testa da un be po’. Così ho
deciso di metterla in atto. Mi
piacerebbe sapere cosa ne pensate, anche sul modo in cui scrivo,
perciò, per
chi vuole. . . Perché non mi lasciate una piccola recensione?
Ps. A chi può interessare: Questa è la
mia FF su Liam <3
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Ora mi dileguo. Baci
<3
Jada <3
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