Questa fanfiction è scritta per
omaggiare il rock e le sue mitiche band, come Led Zeppelin, Pink Floyd, Rolling
Stone, Queen (e mi scuso per quelle che non ho citato) e i personaggi
emblematici di questo stile di musica che ci hanno lasciato prematuramente; mi
scuso con Orlando Bloom, Elijah e Hannah Wood, Dom Monaghan e Viggo Mortensen
per averli coinvolti in questa storia.
Naturalmente Sunny Cole, Ned
"Nasty" Cole, Russ Mulchay, i The Red Blaze, i titoli delle loro
canzoni (Your eyes between, The purple ballad, Before the sunrise e la parte
del testo di quest'ultima che appare), Darrin Gretchnik e i suoi Mazaria,
TomTom e il suo Delirium, sono tutti frutto della mia mente malata o_O
Questo racconto è scritto nel massimo
rispetto per i personaggi reali citati e vuole solo essere un esercizio di
fantasia; grazie per qualsiasi commento vorrete lasciare. Un ultima cosa...
- Thanks God for
Rock'n'Roll -
Appuntamento al buio
1. La persuasione
Il salotto era arredato in stile
Feng Shui, parquet chiaro, divani bianchi, pochi mobili dal gusto orientale e
un ipertecnologico home theatre; la favolosa vista su Central Park faceva il
resto. New York brillava come sempre, e sembrava una serata tranquilla.
La ragazza si sedette sul divano
con in mano due birre, ne porse una al fratello e si accomodò i capelli dietro
l'orecchio.
"Ohh, finalmente una serata
rilassante e mi posso godere questo film, che l'ho comprato da settimane!"
Dichiarò Hannah, rilasciandosi contro la spalliera; dopodiché si girò verso
Elijah, scrutandolo insospettita.
Il ragazzo era pensieroso,
fissava lo schermo, ma sembrava non vederlo; reggeva la birra con tutte e due
le mani, tenendola tra le ginocchia.
"Che cosa hai, Lij?"
Gli domandò preoccupata, toccandogli un braccio.
"Ninny, ti posso chiedere
una cosa?" Fece lui, voltandosi di scatto; la sorella l'incitò con un
gesto. "Tu come lo hai visto Orlando, ieri sera?" Lei diede
l'impressione di pensarci.
"E come l'ho visto... un
gran bel topo, come sempre!" Rispose tranquillamente. "Stava da dio
con quella camicia, sembra a me, o diventa ogni volta meglio?"
"Ma non intendevo dal punto
di vista fisico!" Sbottò Lij. "Brutta maniaca che non sei altro!"
"Dai, non ti
offendere!" Ribatté divertita Hannah, dandogli una piccola spinta.
"Tu vuoi sapere come sta, secondo me?" Lui annuì. "In tutta
sincerità, l'ho visto un po' spento, per me ha preso una bella batosta."
"Hm..." Confermò
Elijah. "...la pensiamo allo stesso modo."
"Pensavi di fare
qualcosa?" Gli chiese la sorella, mettendosi seduta in modo da guardarlo
in faccia; lui storse la bocca.
"Mah, non so..." Mormorò titubante Lij. "E' un mio
amico, e gli voglio bene, ma parliamoci chiaro, lo vedo sì e no due volte
l'anno, non posso dire di conoscerlo così bene da sapere di cosa ha bisogno
davvero." Aggiunse dubbioso, stringendosi nelle spalle.
Hannah sbuffò. "Hai
ragione." Disse poi. "Ma capisco anche che vorresti aiutarlo."
"Sai, stamattina ne ho
parlato anche con Dominic."
"Oh, mamma!" Sbottò la
ragazza, battendosi una mano sulla fronte. "Per carità, bravissimo
ragazzo, simpatico da morire, ma non ci fai un pasto buono!"
"Guarda, che quando c'è da
aiutare un amico si fa in quattro!" Replicò Elijah.
"Non lo metto in dubbio,
ma..." Tentò la sorella. "...che io sappia non ha mai avuto una
relazione seria come quella di Orlando."
"Ehhh, appunto..."
Ribatté scoraggiato il ragazzo, poi chinò il capo sospirando. "Io vorrei
davvero fare qualcosa..." Continuò, risollevando gli occhi su Hannah.
"Che ne dici, se intanto domani sera l’invito a cena?" Le chiese.
"Per me va benissimo."
Accettò tranquilla lei, facendo spallucce. "Mi fa piacere per due motivi,
primo, Orlando è di bocca buona e gli va bene quello che cucino, e poi..."
Alzò maliziosa le sopracciglia. "...il ragazzo è sempre un gran bel
vedere..."
"Ninny, sei fidanzata!"
Esclamò Lij fingendosi scandalizzato; scoppiarono a ridere.
La sera successiva Orlando si
presentò puntualissimo a casa degli amici; si era messo piuttosto casual, vista
la situazione: giacca di pelle, camicia e jeans. Venne Lij ad aprirgli, lui lo
salutò affettuosamente, poi entrò.
La prima persona che si trovò
davanti fu un tizio allampanato, vestito molto alla moda, capelli sparati e
piercing sul sopracciglio; teneva un atteggiamento sicuro di se e molto
rilassato, l'espressione leggermente compiaciuta.
"Ah, Orlando..." Fece
il padrone di casa, facendolo avvicinare al tizio. "...lui è TomTom, il
ragazzo di Hannah." Li presentò; Orlando lo fissò un po' stranito.
"TomTom?" Fece,
perplesso.
"Sì." Rispose l'altro,
atteggiandosi. "E' il mio nome d'arte, io faccio il PR al Delirium."
"Ah, il Delirium..."
Mormorò l'attore, sempre più allibito. "...non credo di esserci mai
stato..."
"Dovresti." L'interruppe
Tom, poi se n’andò verso gli aperitivi.
Orlando si girò verso Lij
allarmato. "Delirium?!" L'amico scosse il capo con un gesto
noncurante, come a dirgli di non farci caso.
Dopo questo primo incontro, i due
ragazzi si recarono in cucina a salutare Hannah; la ragazza era impegnata con
la salsa che bolliva in padella.
"Hey, bambolina!" La
chiamò Orlando; lei si girò sorridendo.
"Oh, bellissimo!"
Esclamò allegra, abbracciandolo.
"Uh, ma quanto vi
strusciate?!" Intervenne ironico Lij. "Sembrano sei mesi che non vi
vedete, ed eravamo insieme l'altro ieri!" Loro si girarono, rimanendo
abbracciati, e gli fecero la linguaccia. "Fate come vi pare, ma di là c'è
TomTom..." Aggiunse il ragazzo, lavandosene divertito le mani.
"Ma lascialo bollire nel suo
brodo, quello!" Sbottò Hannah con un gesto, poi tornò a guardare l'amico.
"Io ho un Orlando Bloom per le mani..." Si misero entrambi a ridere,
mentre Lij tornava in soggiorno.
La cena, con quelle premesse, si
dimostrò allegra e tranquilla, come sempre del resto a casa di Elijah; TomTom,
invece, confermò appieno la prima impressione di Orlando, e cioè il fatto di
essere uno sborone di prima categoria, di quelli che hanno fatto tutto prima, e
meglio, di te, che hanno già provato tutte le ultime novità tecnologiche e conoscono
più gente di quella che una persona normale potrebbe mai conoscere in una vita.
Quello che confortò l'inglese fu il fatto che Hannah gli desse il giusto peso;
non sarebbe durata.
Qualche ora più tardi Lij e
Orlando erano in terrazza a fumare una sigaretta; era una notte limpida e mite,
nonostante fosse ormai autunno, e una luna alta tingeva di azzurrino gli alberi
del parco sotto di loro. Orlando guardava l'orizzonte, apparentemente
concentrato a godersi la bella serata; Lij lo osservò per qualche istante,
finché si decise a parlare.
"Allora, come vanno le
cose?" Gli chiese; l'inglese si girò, alzando le sopracciglia, poi fece un
passo e spense la sigaretta nel posacenere posato sul tavolino.
"Mah, il lavoro va
benone." Rispose stringendosi nelle spalle. "Questo nuovo copione mi
sembra veramente buono, anche se mi scoccia un po' dovermi spostare di
nuovo." Aggiunse con una smorfia, sedendosi su una poltroncina.
"E... per il resto?"
Riprese Lij, imitandolo. "Esci con qualcuna?"
Orlando negò col capo. "No,
ho deciso di prendermi un periodo solo per me, senza donne nella mia
vita." Spiegò poi, con un eloquente gesto delle mani. "Credo di
averne bisogno."
Quella risposta mise un po' in
agitazione Elijah, se era così deciso a non volere presenze femminili accanto,
sarebbe stato un casino proporgli quello che aveva in mente; ma quella sera Lij
era caricato, lo voleva convincere a tutti i costi.
"Ehhhh..." Sospirò in
tono comprensivo. "Capisco cosa vuoi dire." Continuò annuendo.
"C'è anche una mia amica, che è uscita da una storia un po' così, e ora
non si vuole complicare la vita..." Buttò lì, restando vago.
Ma Orlando mangiò la foglia; non
era uno stupido e, purtroppo, Elijah non era il primo che provava a tirarlo su
col vecchio metodo del chiodo scaccia chiodo. Come faceva a spiegare ai suoi
amici di non essere depresso, ma solo in una fase di assestamento? Specialmente
se non volevano capire? Si girò lentamente verso il ragazzo, con sguardo
sospettoso.
"Elwood, questa non è una
premessa per organizzarmi un'uscita con lei, vero?" Chiese torvo.
"Perché sappi che ci ha già provato Dom, e gli è andata male."
Aggiunse, prima che Lij potesse dire qualsiasi cosa.
"Ah, davvero?" Mormorò
imbarazzato l'amico, senza sapere dove guardare.
"Sì." Confermò Orlando.
"Un paio di settimane fa mi ha presentato un gruppo di scipite bionde
californiane, vuote e insopportabili, mi sono rincoglionito per una serata a
sentire le loro squillanti vocine, mi sembrava di essere in un’orribile
versione di Lo Scapolo!" Sbottò poi, decisamente infastidito.
"Oh, ma guarda che Sunny non
una scema, è simpatica, brillante..." Tentò di replicare Lij.
"Si chiama Sunny?"
L'interruppe Orlando; l'amico annuì. "Ed è bionda?"
"Abbastanza bionda,
sì..."
"Ascolta..." Fece
l'inglese, raddrizzandosi sulla sedia. "...il fatto che mi piacciono le
bionde, non significa che mi dovete presentare tutte le oche ossigenate con
nomi stupidi che frequentano il vippaio di turno." Finita la frase sospirò
appoggiandosi allo schienale.
Lij si sporse verso di lui.
"Se ti dico che Sunny non è una stupida, ci devi credere, non ti
racconterei mai cazzate." Replicò quindi; Orlando girò il capo verso di
lui.
"Se mi voglio scopare una
bionda, non ho che da schioccare le dita." Affermò stancamente; scese il
silenzio e si misero a guardare fuori.
"Oh, lo volete il
caffè?" Gli domandò poco dopo Hannah, mettendo la testa fuori; entrambi la
guardarono. "Che c'è?" Chiese allora la ragazza, vedendo le loro
facce contratte.
"Tuo fratello mi vuole
appioppare una sua amica bionda." Confessò Orlando.
"Beh, e allora?" Fece
lei. "Ti piacciono così." Aggiunse allargando le braccia. "Se ti
piacevano more, mi buttavo io a pesce!" La sua battuta sortì l'effetto di
rilassarli, risero tutti; i due attori, infine, si alzarono per seguirla
dentro.
"Io, ad ogni modo, non
capisco perché vi preoccupate così tanto, tutti quanti, che io ritrovi subito
una ragazza." Dichiarò perplesso Orlando, mentre entravano.
"E' che ci sembri così mogio
da solo." Gli disse dolcemente Hannah; lui le sorrise e le baciò una
guancia.
"Non vorrei essere
insistente." Intervenne Lij. "Ma mi piacerebbe che fossi anche tu,
Ninny, che sembri avere un certo ascendente su quest’inglese cocciuto, a dirgli
che Sunny non è una stupida." Continuò rivolto alla sorella.
"Sunny Cole?" Gli
chiese lei, il ragazzo annuì. "E' vero..." Guardò quindi Orlando.
"...Sunny è una brava ragazza, simpatica e intelligente."
"Vabbene..." Fece
Orlando, quando si fermarono in salotto. "...io credo a tutto quello che
mi dite voi, ma resta il fatto che il mio ultimo appuntamento al buio risale a
dieci anni fa, e me l'organizzò mia madre!" Esclamò. "Finì che mi
sbronzai e vomitai anche l'esofago nella macchina di suo padre!"
"Cazzo, Orlando!"
Sbottò divertito Lij. "Ma perché voi inglesi vi sbronzate sempre?!"
"Ma senti, ora non sei più
un ragazzino deficiente, se una non ti piace glielo dici e basta, non devi mica
essere costretto a bere per dimenticare." Dichiarò Hannah, servendogli il
caffè; si erano seduti sul divano. "E poi avete già qualcosa in comune, anche
lei è inglese."
"Ah, sì?" Fece
l'attore; Lij annuiva.
"Sì, è la figlia di Ned
«Nasty» Cole." Rispose la ragazza, mentre versava l'ultima tazza.
"Chi sarebbe Ned «Nasty»
Cole?" Chiese Orlando incuriosito.
"Come chi sarebbe?!" Tutti e tre si girarono indietro, per vedere
TomTom tornare dal bagno. "Veramente non lo sai?" Aggiunse; i tre
amici si scambiarono sguardi di muta consapevolezza: stava per cominciare
un'altra lezioncina di Tom.
Hannah guardò Orlando. "E'
un musicista famoso." Spiegò, sperando di evitare il pippone.
"E' una leggenda del
rock!" La corresse il fidanzato, sedendosi accanto a lei; la ragazza fece
un sorrisino nervoso. "Era il leader dei Red Blaze, una band che ha
praticamente rivoluzionato il modo di fare rock, negli anni 60-70." Spiegò
poi, saccente.
"Mi spiace, ma non li
conosco." Affermò Orlando rammaricato.
"Questo è quasi
imperdonabile!" Sbottò Tom, reclinando il capo sulla spalliera; Orlando,
che trovava il suo modo di fare semplicemente insopportabile, fece un sorrisino
tirato, quando avrebbe in realtà voluto dargli fuoco dalla parte del culo.
"Ma, veramente, non hai mai
nemmeno sentito Before the Sunrise? E' il loro pezzo più famoso, ogni tanto
alla radio lo passano." Affermò Hannah rivolta all'inglese.
"A dire il vero non lo so,
può darsi..." Rispose confuso Orlando. "...come fa?" Chiese poi,
incauto.
Elijah e Hannah si scambiarono
uno sguardo complice, poi si misero a cantante in coro. "Ahhhhhhh
I'll love you once againnnnnn... Beeefore the sunrise! Come and blind us!
Before the suuuuuuuunrise..." E si unì al coro anche Tom. "...Take your hands from miiiiiiiiiiine... I'll love you once again,
before the suuuuuuunriseeeeeeeeeeeeeeeeeeeeehhhhhhhhh..."
Orlando era agghiacciato, sperò
ardentemente che la canzone non fosse sul serio l'orrore che aveva appena
sentito; si rilasciò contro la spalliera, tossicchiando imbarazzato.
"Beh..." Commentò
Hannah, sistemandosi timidamente i capelli. "...non l'abbiamo interpretata
come Russ Mulchay, ma..."
"Proprio no..." Rincarò
Lij, abbassando il capo.
"Eeee... questi Red Blaze
suonano ancora?" Domandò Orlando, tanto per cavarli d'impaccio, dopo la
triste esibizione di poco prima.
"Ma no!" Rispose
bruscamente Tom con un gesto. "Si sono sciolti nel 77, dopo che l'anno
precedente Mulchay era morto, durante il tour mondiale." Aggiunse, senza
nemmeno guardare i suoi interlocutori; in quel momento, Orlando decise che se
avesse usato ancora quel tono, si sarebbe alzato per dargli una testata.
"Sai, Tom è un appassionato
di rock..." Tentò di giustificarlo la ragazza, infastidita. "Possiede
una delle poche copie autografate da Mulchay di Out of Darkness, il loro disco
più famoso."
"Ah..." Fece Orlando,
fingendo interesse.
"Sì, l'ho soffiato ad un
collezionista giapponese durante un'asta in rete..." Affermò Tom, fingendo
noncuranza.
"Come sarebbe morto, questo
cantante?" Chiese allora Orlando.
"Soffocato dal suo
vomito." Rispose tranquillamente Tom; tutti gli altri fecero smorfie
schifate.
Elijah guardò l'amico. "Eh,
sai, come muoiono queste star..." Gli disse scuotendo il capo.
"Io ti parlo come
star." Replicò l'inglese, posandosi una mano sul petto. "E ti dico
che vorrei morire di vecchiaia, verso i cento, centovent'anni, possibilmente
nel sonno, e che voglio un funerale con picchetto reale e l'Union Jack sulla
bara." Il modo serio in cui lo disse, riuscì a far scoppiare tutti a
ridere, tranne Tom che non capiva l'umorismo dell'affermazione.
A fine serata Elijah riuscì a
strappare a Orlando almeno una cena, dove sarebbero andati insieme e ci sarebbe
stata anche Sunny; si accordarono per quel venerdì sera, prenotazione in uno
dei più esclusivi ristoranti di Manhattan.
CONTINUA...